Kosovo, l'orrore più grande

Kosovo, l'orrore più grande E' stata scoperta nel villaggio di Ljubenice dai soldati italiani, il massacro risalirebbe alla fine di aprile Kosovo, l'orrore più grande Trovata una fossa comune con350 corpi Ingridl Badurina ZAGABRIA Un'enorme fossa comune con i resti di 350 persone massacrate dalle truppe di Milosevic. L'agghiacciante scoperta è stata fatta la scorsa notte dai bersaglieri italiani stazionati a Pec, nel Kosovo Occidentale. La fossa - ritenuta finora la più grande della regione - è stata rinvenuta nel villaggio di Ljubenice, a pochi chilometri di distanza dalla città dov'è situato il comando militare italiano della Kfor. «La zona è già stata recintata e i militari italiani si apprestano a fare il sopralluogo insieme agli esperti del Tribunale internazionale e penale dell'Aja» ha dichiarato il portavoce delle forze di pace a Pristina, maggiore Jan Joosten. Ai giornalisti è stato vietato l'accesso al luogo della macabra scoperta nel timore che il terreno sia disseminato di mine. Non è antora chiaro se i cadaveri gettati nella fossa siano stati vittime di un unico eccidio di massa compiuto dai miliziani serbi, o se si tratti di una serie di esecuzioni. Secondo i racconti di alcuni abitanti del villaggio, i soldati di Milosevic hanno trucidato alcune centinaia di albanesi in fuga sulle montagne all'inizio di aprile. I loro corpi sarebbero poi stati ammucchiati nella fossa di Ljubenice. Un inviato della Bbc, che ha potuto avvicinarsi al luogo della tragedia, ha riconosciuto ovunque tracce di fuoco, come se qualcuno avesse voluto far sparire le prove della strage incendiando i cadaveri. Sono oramai più di 100 le fosse comuni con i resti degli albanesi rinvenute nel Kosovo, ma l'elenco degli orrori compiuti dalle forze di Belgrado diventa ogni giorno più lungo. E ieri nell'esplosione di una bomba a mano a Rodovac sono morti due uomini (uno vestiva l'uniforme dell1Uck) e un bambino. Una mina antiuomo è stata pòi attivata bla un mezzo blindato del 18' Reggimento Bersaglieri. Il veicolo non ha subito danni e non ci sono stati feriti. Inoltre, un combattente dell'Uck sorpreso a compiere un posto di blocco illegale a «Passo Kulina» nel Kosovo occidentale, ha tentato di scagliare una granata contro una pattuglia italiana del III reggimento alpini, ma è stato subito immobilizzato e arrestalo. Un secondo compagno è riuscito a fuggire, un terzo è stato fermato. Si allarga intanto l'ondata di proteste contro il presidente Milosevic. Dopo Novi Sad e Pirot, ieri è stata la volta del municipio di Nis, città della Serbia Meridionale, che ha votato una risoluzione con la richiesta di dimissioni di Milosevic e la costituzione di un governo di transizione che prepari elezioni generali anticipate al più presto. «E' ini atto di tradimento» hanno affermato i rappresentanti del partito socialista del presidente jugoslavo annunciando una raccolta di firme per chiedere le dimissioni del sindaco di Nis, Zoran Zivkovic, vicepresidente del partito democratico serbo, uno tra i più forti dell'opposizione. Secondo alcune indicazioni provenienti da Belgrado l'opposizione serba avrebbe chiesto agli americani di assicurare un salvacondotto a Milosevic affinché possa rifugiarsi in Bielorussia o in Iraq, in modo tale da aprire la strada ai cambiamenti politici nel Paese. «Gli Stati Uniti non hanno intenzione di prendere iniziative per mettere da parte o eliminare Milosevic. La nostra posizione è che spetta al popolo serbo decidere la sorte di Milosevic. E' un criminale di guerra, e se ci fosse un rifugio io raccomanderei forse l'Aia, dove sarà deferito al Tribunalesche deciderà il suo avvenire» Ho dichiarato ieri a Copenhagen il segretario della Difesa americano William Cohen, che si è detto contrario all'ipotesi di trovare un esilio dorato per il presidente jugoslavo. «Milosevic ha portato negli ultimi dieci anni al popolo serbo morte, distruzioni, devastazioni e isolamento politico» ha aggiunto Cohen. Poche settimanefa il leader dell'opposizione Zoran Djindjic aveva sostenuto che la Cine sarebbe pronta ad accogliere il presidente jugoslavo, ma le autorità di Pechino hanno smentito, proprio come hanno fatto quelle sudafricane. Una nuova accusa contro il governo jugoslavo è venuta ieri dall'Alto Commissariato per i profughi dell'Orni, «Il regime di Milosevic maltratta i profughi serbi del Kosovo per costringerli a tornare nella terra da cui sono fuggiti nel timore di rappresaglie da parte degli albanesi» ha dichiarato il portavoce di questa organizzazione Kris Janowski, spiegando che i profughi non ricevono buoni benzina, né pensioni e che i loro figli non possono andare a scuola. «Obbligarli a ritornare nel Kosovo dove si moltiplicano le violenze è un atto assolutamente irresponsabile» ha dello Janowski, precisando che sono oramai più di 100 mila i serbi e gli zingari fuggiti dal Kosovo. Guerrigliero a un posto di blocco Si allarga l'ondata di proteste contro dell'Uck tenta di lanciare Milosevic: a Nis votata una risoluzione una granata contro un alpino con la richiesta delle sue dimissioni