«Br, se ne occupi l'Antimafia» di Giovanni Bianconi

«Br, se ne occupi l'Antimafia» Il presidente della Commissione stragi: i gruppi terroristici hanno continuato ad agire in questi anni con attentati di scarso rilievo «Br, se ne occupi l'Antimafia» Pellegrino: la Superprocura coordini le indagini Giovanni Bianconi ROMA Allargare la competenza delle procure antimafia ai fatti di terrorismo, con un ruolo di coordinamento delle indagini affidato alla Superprocura nazionale; istituire un nuovo tipo di reato, il «concorso esterno» alle organizzazioni terroristiche, per contrastaro meglio l'area del fiancheggiamento; far muovere la commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi anche sull'attualità, con contatti direni sul territorio coni:: fa l'Antimafia. Sono queste le principali proposte contenute nella relazioni! sul delitto D'Antona e le nuove Brigale rosse che il presidente dolio commissione stragi Giovanni Pellegrino, sonatore Ds, presenterà la prossima settimana al comitato di presidenza, preludio a un'altra relazione - «che potrebbe contonore importanti novità», anticipa Pellegrino - sul caso Moro. L'annuncio dei due docu menti l'ha dalo lo stesso presidente, che ieri ha commentato alcune dichiarazioni del vicepresidente tlel Consiglio Mattarella sulle Br nuove e vecchie, quello che il 20 maggio hanno assassinalo Massimo D'Antona e ([urili - che, 21 anni fa, rapirono e uccisero Aldo Moro. «Sporo che su entrambi gli argomenti Mntiarella trovi soddisfacenti i documenti che presenterò - dice Pellegrino -, e che accetti l'invito di confrontrasi con la commissione non appena questa avrà avuto modo di discutere e, mi nuguro, di approvare i due documenti». La relaziono sul delitto D'Antona, una trentina di pagine, prende le mosso dai rapporti inviati a Pellegrino dai Servizi segreti, dalla polizia di prevenzione e dol Bos dei carabinieri. Studiando quello carte il senatoro s'è convinto che il lavoro di intelligence e di analisi sui gruppi terroristici che hanno continuato ad agire attraverso una serie di attentati di scarso rilievo ma continui nel tompo (una quarantino tra il '92 e il '991 non è stuto carente. E' mancata invece un'investigazione giudiziaria conseguente e unitaria, che permettesse di non sottovalutare il fenomeno. In pratica ogni singolo fatto è finito nello moni dello Procure competenti, senza la possibilità di una visione unitaria e di un coordinamento che consentisse di prevedere ciò che poi è accaduto con D'Antona: il ritorno all'omicidio politico in grande stile. Ma anziché dar vita a nuove strutture giudiziarie come le Procure antiterrorismo, Pellegrino propone l'estensione della competenza su questi reati delle Direzioni distrettuali antimafia e alla Dna, la Superprocura guidata da Pier Luigi Vigna. Sul fronte degli investigatori, già la polizio di prevenzione (ex-Ucigos) i Bos dei carabinieri, che si muovono su tutto il territorio nazionale, hanno la possibilità di arrivare al quadro d'insieme, ma per le indagini sui fatti specifici rispondono allo singole Procure, e a quel punto il coordinamento si blocca. Con l'intervento della Dna si potrebbe tentare di risolvere questo problema. L'altra proposta è quella di introdurre il reato di «concorso esterno», come c'è per la mafia, anche per il terrorismo, allo scopo di incidere sulle potenziali aree di contiguità al «partito armato». Il lavoro d'indagine avviato prima e dopo l'omicidio D'Antona fornisce alcune indicazioni sui contesti di riferimento delle nuove Br. Secondo le analisi giunte sul tavolo di Pellegrino esiste una continuità tra il delitto D'Antona e l'esperienza dell'ala militarista delle Br, che si sarebbe riorganizzata con qualche vecchio militante e con l'innesto di elementi provenienti da altri gruppi, clandestini e non. Un legame esisterebbe con i Nuclei comunisti combattenti (responsabili di due attentati, nel '92 e nel '94}, mentre i Nuclei territoriali antimperialisti sarebbero una realtà ancora separata. Il presidente Pellegrino propone infine che la commissione Stragi si possa muovere ascoltando periodicamente prefetti, questori e procuratori sul rischio terrorismo, così come fa l'Antimafia per valutare e monitorare la risposta dello Stato all'attività delle cosche. «Il lavoro d'intelligence funziona, ma va migliorato il coordinamento investigativo» «Sarebbe utile introdurre il reato di "concorso esterno" contro i collaboratori dei brigatisti» Il presidente dulia Commissiono stragi Giovanni Pellegrino

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