Ulivo 2, via ai mini-vertici di Antonella Rampino

Ulivo 2, via ai mini-vertici Veltroni al Polo: «Vi offro un'intesa sulla legge elettorale». La replica di Fini: «Non s'illuda di dividerci» Ulivo 2, via ai mini-vertici Passa l'idea degli incontri bilaterali Antonella Rampino ROMA li com'è slato? Bollissimo, confronto aperto, ricco, ficcante. Insomma, «un seminario mollo utile». A dibattito interno finito, le porte si aprono, e Walter Veltroni può finalmente dire agli «amici giornalisti» che avevano intravisto nella quasi due giorni d'autocoscienza collettiva dei gruppi dirigenti di Botteghe Oscuro il rischio di uno «squaqquorone», come si direbbe a Bologna, insomma di uno sbrodolamento autolesionistico, che no, quello proprio non C'è stato. «Abbiamo parlato, ma soprattutto, abbiamo riflettuto ad alta voce: non potevamo farlo a porte aperte, e ovvio». E deve esser vero che è andato tutto liscio, se anche Glòria Buffo dico «interessante riflessione collettiva sul partito», e solo Claudio Petruccioli, che è un un po' il libero pensatore di Botteghe Oscure, fa il grillo parlante coi giornalisti, «li dentro si parla di Pareto e Mosca...Mosca, nel senso di Gaetano, che ve ne importa, a voi?». Ma mentre il dibattito vola alto, la base mormora. Anche perché l'Unità dal nuovo partito a rete immaginato dal trio Veltroni- Polona-Passuello tira sommariamente le conseguenze: niente più sezioni né militanti. Smentisce pubblicamente Polena, e Veltroni rincara In do- se. Poi, forse stimolato dal desiderio di fugare i dubbi, cosa che sempre s'insedia quando lo porte sono «chiuso», spiega: «Dopo la svolta del 1989 abbiamo fatto tanti passi in avanti, ma non abbiamo mai messo mano alia struttura». Dentro, dietro l'inferriata, nella sala dei lavori della «commissione organizzazione», la cosa era stata liquidata cosi: via il vecchio partito piramidale di leninista memoria, dentro il modello di conferenze programmatiche del Labour party inglése. Dna cosa cho, ovviamente, manda in sollucchero il laburista Valdo Spini. E infatti Veltroni dice «abbiamo accolto davvero altre culture, oltre la nostra»; e fa i nomi del socialista Ruffolo, e del cattolico Passuello. L'idea è quella del partito di progetto, «perché non possiamo solo avere un programma di governo». Un partito multiculturale, aporto, ma che continua a vivere, nell'analisi di Vel- troni, in un sistema politico imperfetto. Mano tesa, allora, anche verso l'opposizione, alla quale Veltroni farà una proposta di legge elettorale «tale da sbloccare, speriamo, la situazione». Quale questa proposta sia, il segretario della Quercia non l'ha svelalo neanche ai suoi seminaristi, nell'intervento conclusivo: e il perché ò semplice. Prima di renderla pubblica, bisogna verificare il consenso che essa riuscirà a raccogliere. Ma il passaggio in cui ha incastonato la «nuova proposta», arriva dopo l'affermazione che «il referendum è stata un'occasione perduta», e la situazione politica «è ormai esasperatamente frammentata», e «in l'ondo il Polo ha al suo interno, per via della rivalila tra Pini e Berlusconi, molla meno compattezza del centrosinistra». E cosi, prima ancora di sapere e di capire in cosa esattamente possa consistere questa «iniziativa» che va incontro ai desiderata dell'opposizione in tema di legge elettorale, a stretto giro di agenzie di stampa arriva la risposta di Gianfranco Fini: «Che Veltroni non s'illuda di poter dividere Alleanza nazionale e Forza Italia in materia di legge elettorale». La politica, l'attualità, non ha fatto granché capolino nelle parole di Veltroni. Il quale ha anche detto che «martedì o mercoledì incontrerò i responsabili dei Democratici», e subito è stato contraddetto dal puntiglioso Parisi, il quale comincerà da nini, Boselh e i Verdi, proprio nei giorni indicati dal segretario Ds. Ma comunque, l'iniziativa politica di Veltroni ha sortito il suo effetlo: le lettere, lo telefonate, approderanno finalmente negli incontri bilaterali. Così, alla vigilia di un sospirato fine settimana, sia pure con Polena che correva a Padova per un comizio nell'ultima città interessata dalle elezioni amministrative, si tirava un po' il fiato. L'idea della «leadership collettiva» del partilo ò piaciuta, e così pure quella delle conferenze annuali programmatiche. Un po' meno la «democrazia di mandato», che a Gloria Buffo sembra il tentativo di portare all'interno di un partito la metodologia delle istituzioni, dove la maggioranza governa, mentre alla minoranza non resta che fare opposizione. Martedì o mercoledì le prime riunioni fra i rappresentanti della maggioranza in vista del 16 luglio Dopo il conclave di Frascati «l'Unità» titola: «Addio alle sezioni», E il segretario protesta Il segretario del Ds Walter Veltroni con Pietro Polena numero due di Botteghe Oscure

Luoghi citati: Bologna, Frascati, Mosca, Padova, Pareto, Roma