In sella fino al 2002?

In sella fino al 2002? In sella fino al 2002? Ecco il progetto del segretario ROMA «Franco? Stavamo in Cisl insieme, posso dire di conoscerlo bene: secondo me, Marini pensa di poter restare alla segreteria anche dopo il congresso. E d'altra parte, viste le alternative...». Gabriele Mori, ex assessore della de in Campidoglio, conosce Franco Marini da 40 anni e il suo stesso «sospetto» lo coltiva pure chi conosce meno il segretario: «Marini punta a restare anche dopo il congresso? Immagino di si.. », dice il ministro Enrico Letta. E un vecchio amico di corrente come Vito Napoli sottoscrive: «Un bis? Marini ci pensa, ci pensa...». Persino nello staff del segretario si sorride compiaciuti all'idea che Marini possa accarezzare il progetto di restare in sella. E di restare ancora a lungo, visto che un eventuale congresso eleggerebbe un leader per tre anni. Franco Marini fino al 2002? Le dimissioni di ieri sono dunque una «sceneggiata» per preparare la successione a se stesso? Quel che oggi appare improbabile e un po' paradossale potrebbe diventare realtà, tanto più che il Ppi presentatosi al palazzo dei congressi dell' !-air ò un partito molto diverso dalla De. E lo sfasamento del partito era ben raccontato da un documento anonimo, provocatorio, volutamente spiritoso che ieri è circolato tra i delegati. Questo l'incipit: uPer favorire il dialogo delle diverse posizioni si discuta delle dimissioni del segretario, si fìnga di respingerle, ma poi le si accetti, invitandolo però a accompagnare il partito come presidente onorario». E dopo un avvio fantasioso solo in apparenza, ecco la conclusione: «Il Cn dovrebbe eleggere un segretario giovane che sappia parlare anche ai vecchi e al contempo vecchio che sappia parlare ai giovani», mentre il Cn «si impegni a sostenere una linea unanime di unità nella distinzione finalizzala al rilancio del vero popolarismo popolare...». Un partito nel quale i capi-corrente, nella notte prima della conta, non sanno su quanti delegati poter contare; un partito nel quale il camaleontismo è pratica quotidiana, al punto che il presidente del Senato Nicola Mancino si è fatto una passeggiata tra i corri. doi del Cn, calando una battuta al vetriolo: «Bisognerebbe avere memoria: andatevi a leggere le dichiarazioni degli ultimi 15 giorni per vedere come le idee cambiano, per esempio nel rapporto con Proni...». Un partito nel quale la nuova classe dirigente, dei trenta-quarantenni, fatica molto ad emergere. Bastava assistere all'arrivo al palazzo dei congressi di Ciriaco De Mita, circondato e quasi immobilizzato da una selva do microfoni e telecamere, proprio come ai bei tempi. Eppure, nel consiglio nazionale di ieri la sfida dei «nuovi» è partita. E la platea ha mostrato di gradire. Il più atteso era Dario Franceschini, il vicesegretario unico che Marini ha sempre indicato come il suo successore, salvo poi constatare che per il momento non ci sono le condizioni per un passaggio di mano. E pur rivendicando di aver «condiviso» tutte le scelte di Marini, spiegando di aver «contribuito» alle opzioni fondamentali del partito, glissando anche lui sull'autocritica, alla fine Franceschini è sembrato volersi autocandidaro alla segreteria, quando ha detto: «Ho 40 anni, faccio politica dal 1974 con Zaccagnini e ora vi chiedo, con amicizia, di non chiedermi più se sto con Tizio o con Caio». Gran parte della platea ha mostrato di apprezzare, accompagnando Franceschini con un applauso. E il primo commento a caldo di Enrico Letta, il giovane dell'altro schieramento, è stato esplicito: «Un buon intervento». E molti applausi ha preso anche Lapo Pistelli, giovane deputato di Firenze della sinistra interna, altro «astro nascente» nel piccolo firmamento popolare: «Sono stati sconfìtti i partiti con un messaggio complessivo» e d'altra parte «i missionari si fanno apprezzare prima per le cose molto concrete die fanno e soltanto dopo viene l'adesione al messaggio complessivo»; i democratici di Prodi rischiano d'implosione in 4 mesi, ma il ppi in tre...» e «stiamo attenti perchè oramai il Ppi sopra gli Appennini è attestato sotto il 3 per cento e nelle elezioni regionali del prossimo anno c'è una soglia di sbarramento proprio al 3 per cento...». Oggi parlano i big e se la notte non avrà portato consiglio, si annuncia battaglia molto aspra. (f. mar.] Franceschini si autocandida «Non chiedetemi con chi sto» Parte la sfida della nuova classe dirigente ma i trenta-quarantenni faticano molto ad emergere E la vera star è ancora De Mita 1 1 Qui accanto: Dario Francescani vicesegretario del Ppi A destra: l'ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita

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