MI ACCUSO DI FRODE FISCALE

MI ACCUSO DI FRODE FISCALE UNO SCRITTORE CONFESSA MI ACCUSO DI FRODE FISCALE Lo scrittore Maurizio Maggiani ha vinto i premi «Campiello» e «Viareggio» per il romanzo «Il coraggio del. pettirosso e conduce in tv programmi di Rai Educational Maurizio Maggiani QUESTA mattina ho commesso un reato e sono qui a denunciarlo. Al cospetto dell'innocente mare di Saidegna, nel cuore delle mie innocenti e passabilmente meritate vacanze, mi è venuto a trovare lo Stato. Due pubblici ufficiali mi hanno posto cortesi e legittime domande e io ho risposto dichiarando e sottoscrivendo il falso. Ho comunicalo ai due finanzieri che stavano indagando, che abitavo temporaneamente la casetta sulla spiaggia in qualità di ospite dei suoi proprietari. Non è vero. Ho pagato per starmene lì quindici giorni in affitto, un affitto assai salato. Ma avevo un patto con il padrone: «Se viene la Finanza lei deve dire che è mio ospite. Sa, se no mi scatta l'aliquota». Ho acconsentito senza neanche pensarci: avevo voglia di andare in vacanza e non di discutere. Poi la Finanza è venuta davvero e io ho deciso di rispettare il patto. Ho commesso un reato per consentire a un altro cittadino di continuare impunito a commetterne un altro. Mi vergogno come un ladro. E tra i ladri, il più detestabile: quello clie tiene il sacco. Mi vergogno perché si dà il caso che io le tasse le paghi, tutte, volente 0 nolente. E pur pagando la mia parte di tasse, sono ancora piuttosto vivo, in grado di garantirmi una vita dignitosa, vacanze comprese. Quale è la ragione allora che mi ha indotto a stringere un patto a delinquere contro me stesso? Vigliaccheria, semplicemente. L'antica abiettitudine del servo. Il proprietario è un signore che mi concede la grazia di un favore; allo stesso modo di un cardiologo, un idraulico o un avvocato tra i signori dell'oggi. L'ho pagata milioni questa grazia, ma che vuol dire? Partecipare del suo privilegio è impagabile. E io mi perpetuo servo. Mi vergogno dei due finanzieri, due ragazzi seri e un po' timidi. Mi facevano domande guardando fisso i loro fogli. Io mi guardavo le mani. Sapevano che mentivo. Ci sono parecchi ospiti qui sulla costa, nessuno paga uno straccio d'affitto. Alla fine dell'intervista uno dei due ha alzato lo sguardo e 10 l'ho incontrato. Era affranto, avvilito, forse disgustalo, non so. Mi ha chiesto: «Ma perché le conviene, a lei?» Non ho risposto. Gli toccherà subire questa indegna tiritera per tutta l'estate. Sono i cittadini che loro servono a sbeffeggiarli. Per quanto tempo ancora riusciranno a tornarsene a casa la sera pensando che il loro lavoro di m... sia eroismo - sì, in ogni lavoro di m... c'è eroismo - e non stupida illusione? Mi vergogno perché so che ho dei doveri non solo civici, ma anche morali, io uomo fatto, nei confronti di quei ragazzi. Proprio pochi giorni prima di partire per le vacanze, ho incontrato la signora Iside, la mia vicina di casa. La signora Iside è una pensionata vedova e ha notato con rossore il dilungarsi del mio sguardo sul di lei prospetto anteriore. In effetti la signora Iside faceva mostra di un inaspettato, straordinario, prosperoso seno. «Oh, vede... Sto andando dal dentista a pagare 11 lavoro che mi ha fatto... e, sa come sono quelli li, vuole essere pagato in contanti... - con un ditino mi indica il seno -. Ho dieci milioni, pensi, dentro il reggiseno!» Io e la signora Iside siamo uguali e molto diversi. Siamo tutti e due attori di una solidarietà perversa e autodistruttiva vereo chi truffa la comunità. Ma mentre per lei, lo spero, la comunità vorrà benignamente considerare minore il reato compiuto, con me è giusto che sia inflessibile. Non sono vecchio, non sono solo, non sono innocente.

Persone citate: Iside, Maurizio Maggiani

Luoghi citati: Viareggio