Agnelli racconta i cento anni della Fiat
Agnelli racconta i cento anni della Fiat La storia dell'azienda tra ricordi e vita vissuta: «Abbiamo dato un apporto alla crescita economica, sociale e civile del Paese» Agnelli racconta i cento anni della Fiat «Il gruppo avrà un ruolo importante anche nel nuovo secolo» TORINO. In un'intervista alla Stampa, il presidente d'onore della Fiat, tra ricordi di famiglia e vita vissuta, ricostruisce fa storia del gruppo, a cento anni dalla fondazione, passando per il difficile rapporto con il fascismo, il dopoguerra, gli anni del boom, l'autunno caldo, il terrorismo, la marcia dei 40 mila, fino all'era della globalizzazione. «La Fiat - spiega - ha certamente dato un apporto alla crescita economica, sociale e civile del Paese, oltre che alla sua industrializzazione, contribuendo a tener alto il nome dell'Italia all'estero e il nostro Paese nel nucleo dello sviluppo mondiale». «All'inizio del secolo, in Italia, c'erano già 61 costruttori di automobili - ricorda l'Avvocato Agnelli -. Non mancava l'entusiasmo; mancava il mercato. Mio nonno si propose di costruire il mercato, trapiantando dall'America di Henry Ford in Europa il sistema della produzione di massa. La storia della Fiat è soprattutto storia di questo progetto che punta a espandere produzione e mercato dei mezzi di trasporto». Cento anni di storia, guardando al futuro: «La Fiat, affidata alle solide mani del presidente Fresco, dell'amministratore delegato Cantarella e di un gruppo dirigente di grande professionalità, ha le carte in regola per svolgere un ruolo importante anche nel nuovo secolo». Sorgi A PAG 3
Persone citate: Agnelli, Cantarella, Henry Ford
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