Principe del piemonte De Gregori a Collegno
Principe del piemonte De Gregori a Collegno Principe del piemonte De Gregori a Collegno L'UOMO che cammina sui pezzi di vetro toma in Piemonte, terra di tre componenti della band (Guido Guglielminetti, Elio Rivagli e il nuovo acquisto bluesy Siepi e terra anche degli Yo Yo Mundi, con i quali forse chissà... Francesco De Gregori è, insieme a Ivano Fossati, il più quotato cantautore nostrano vivente, ogni suo disco vende scontatamente tanto e i suoi concerti sono scontatamente affollati. Per un qualunque ragazzo di 18 anni, De Gregori è un monumento della musica italiana, un pezzo di storia, è sempre esistito. Una sua presenza al Festivalbar non è niente di speciale, perché è pur sempre un cantante di successo, imo che si tira fuori alle feste per far scappare la lacrimuccia sulla «Donna cannone» o su «Rimmel». Pensarla, questa cosa, fa un po' impressione a chi ricorda i tempi in cui c'era la musica italiana commerciale da una parte e i cantautori dall'altra. De Gregori, poi, con i suoi testi allora definiti «ermetici» infastidiva perché aveva l'aria da giovane intellettuale saputello e poi, si diceva, «sull'oscurità dei suoi versi ci costruisce un castello di niente». Come è potuta avvenire la trasformazione di un tale snob in uno che fa cantare in coro le sue canzoni d'amore (alcune perfino sdolcinate) a migliaia di ragazzine tutte casa e catechismo? Non c'è mai nessuno che l'abbia chiesto al nostro poeta-songwriter. Di trasformazione di De Gregori è avvenuta senza che lui ne abbia potuto controllare le fasi. Tutto merito delle sue canzoni, sempre sue, sempre irregolari, sempre orecchiabili: alla fine se ne sono accorte anche le fans di Baglioni, Vasco e Renato Zero e De Gregori è diventato quello che è adesso. Meglio così. Ma andiamo al punto: il vero mistero che circonda quest'uomo è un mistero che nessuno, nella stampa specializzata, ha mai davvero alirontatocomesideve: ma è De Gregori che si traveste da Bob Dylan o è Bob Dylan che, grazie ad alcune spie ingaggiate appositamente, controlla De Gregori e lo imita in tutto quello che fa? Già ventanni fa disse: «Non scriverei più una canzone come "Cercando un altro Egitto" perché ricordi) troppo smaccatamente Bob Dylaa». L'ha detto vent'anni fa ma poi, nei fatti, non ha mai potuto dissimulare la sua passione originaria: sentite come canta nel disco «Bootleg», osservate le sue mises da concerto, il movimento delle spalle e delle ginocchia mentre dà delle pennate alla chitarra e poi, soprattutto, fissatevi sulla sua bocca mento' canta e poi fate lo stesso se vi capita un video di Bob Dylan: io stesso tic (le labbra che schizzano via nervose e scoprono i denti). Sulla dylanità di De Gregori è lui il primo a non dire di no. La sua, tuttavia, è una piccola mania senza tornaconto: non è che ci si guadagni molto, oggi, a citare l'ex menestrello pacifista. Alt reti .into plausibile è l'ipotesi che il suo sia uno sfizio d'autore, un citazionismo colto e per iniziali, che si estende anche a qualche inconsapevole fan. Infatti, a Torino, il Nostro avrà a disposizione un repertorio sterminato e le domande di tutti saranno: che scaletta farà? come canterà? la suonerà l'armonica? non farà mica le solite canzoni famose? dici che la farà «Disastro aereo sul canale di Sicilia»? Como dire: il figlioccio è tale e tinaie il padrino. Marco Drago Principe del piemonte De Gregori a Collegno L'Arena Spettacoli della Certosa Reale del Parco Generale Dalla Chiesa di Collegno ospita martedì 13 luglio alle 21,30 il concerto di Francesco De Gregori. I biglietti costano 30 mila lire e sono in prevendita nei punti abituali di Torino e provincia. Organizza l'associazione Radar per « Giorni d'Estate»
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