La chiave del mondo egizio

La chiave del mondo egizio ARCHEOLOGIA La chiave del mondo egizio Due secoli fa si trovò la Stele di Rosetta LA napoleonica campagna d'Egil Io non Iii soltanto una spedizione militare, ma ebbe anche una importante ricalili la culturale. Kvidenlemeiit.e Napoleone era convinto che Tini pero che avrebbe voluto costruire non potesse essere basato esclusivamente sulla forza, ma anche su solide basi culturali. E portali lo spedì le sue truppe in Egitto non soltanto per combattere, ina anche per condurre ricerche archeologiche che avrebbero notevolmente allargato le conoscenze sugli ani ii In egiziani. M proprio durante questa campagna militare, due secoli la, noll'agosto del 1700, nei pressi del forte di Rosetta alle foci del Nilo fu rinvenuta una grossa piet la di basalto nero, la lamosis sima «Stole di Hosetta», che avrebbe consentito finalmente di (Incili are l'impenetrabile Im glia geroglifica egizia. Sulla stele, infatti, era inciso il testo di un decreto emanato dal Concilio generale doi sacerdoti egiziani per celebrare l'anniversario del re gno ili Tolomeo V Kpilanc, che era stato incoronato solamente otto anni dopo la sua investitura e l'aspottO più import ante del rinvenimento fu lo scoprili! che il decreto eia .scritto in t re lingue diverse: greco (54 rigllO, parte inferiore), demotico (32 righe, parto centrale) e geroglifico 114 righe, parte superiore). La pietra (alta un metro, larga 0,70 e spessa 30 centimetri) fu trovata dinante i lavori intorno al folte.Jullion dal capuano Pier re Francois Xavier Boucard, che provvide immediai amento a in viaria al genorale Monou il quale per molto tempo la ritenne suo possedimento personale, fino a quando Napoleone non lo oblili gò a consegnarla all'Istituto Na zinnale che aveva appena crealo al Cairo. Della pietra furono fatte alcune copie col metodo della litografia e queste furono inviate agli st odiosi. Nel 1801 il prezioso reperto venni' consegnato all'Inghilterra dove approdo materialmente nel IH02 e dopo una temporanea sistemazione in una sala della Società degli antiquari, passo alla «sezione egiziana» del Hritish Museum, dove ancora oggi si può annuii are. Della pietra furono eseguiti numerosi calchi in gesso per essere a disposizione degli studiosi e da quésto momento inizio la sua decifrazioni!. Nel 1814 cominciò a interessarsi dell'argomento anche l'eclettico fisico Thomas Young, il (piale basandosi su studi precedenti scoprì che certe parole erano scritte foneticamente e che i nomi dei re erano inseriti all'interno di un ovale. In questo modo identificò il nome «Tolomeo» anche se non riuscì a definire i valori ilei senni. La decifrazio¬ ne compiei a fu pori ala a termine dal giovane studioso francese Jean-Francois Champollion il quale dedicandosi allo studio del le parole all'interno degli ovali scopri che il nome «Tolomeo» era scritto in maniera quasi idem ica sia nella «stele di Rosetta» sia in un obelisco rinvenuto a File. Da questo confronto furono individuati cinque segni fonetici e applicando il sistema ad altri «ovali» si giunse alla identificazione (li nuovi segni. La decifrazione, pero, non e cosi semplice come potrebbe sembrare, perché si scopre che la grafia di Tolomeo non è sempre la stessa e che in certi casi all'interno dell'ovale vengono inseriti altri segni che complicano la lettura. Inizia allora il confronto con altre iscrizioni e alla line Champollion giunge alla importantissi¬ ma scoperta che le scritture rinvenute sui monumenti egizi anteriori all'epoca greco-romana non sono né del tutto alfabetiche né simboliche, ma composte da entrambe le forme di scrittura. Champollion fu un genio precocissimo: a 14 anni conosceva il greco, il latino, l'ebreo, l'arabo, il caldeo e il siriano. Al Louvre di Parigi fondò il «Museo di Egittologia». Per lui fu istituita al Collegio ili Francia la prima cattedra di «Antichità egiziane», ma mori poco dopo, il 4 marzo 1832 a soli quarantadue anni. Alla famosissima stele è stata intitolata una straordinaria missione spaziale che partirà il prossimo 2003 con l'obbiettivo di far scendere, nel 201 1, un «modulo» sulla cometa Wirtanen. E il nome i! azzeccatissimo, perché la missione tenterà di «decifrare» i materiali della cometa al fine di arricchire le nostre conoscenze sull'origine del sistema solare. Franco Gàbici Planetario di Ravenna A Champollion si deve la scoperta della scrittura a geroglifici ROSETTA Mar Mediterraneo Alessandria l Tantó Porto Said •Al A'* MansOra GERUSALEMME^» El Giza*?CAIRO -*Suez Gaza Al Fayyùm* Al Minyà< Mar Rosso Li famosa Stele di Rosetta. contenendo un testo in tre lingue nel quale compare il nome proprio Tolomeo. ha reso possibile l'interpretazione dei geroglifici egizi La pieti a incisa fu trovata nel 1799 da ricercatori al seguito di Napoleone

Persone citate: Franco Gàbici Planetario, Francois, Francois Xavier Boucard, Thomas Young, Tini