«Fui l'ultimo a camminare lassù» di Antonio Lo Campo

«Fui l'ultimo a camminare lassù» INTERVISTA CON EUGENE CERNAN «Fui l'ultimo a camminare lassù» Ricordi, rimpianti e previsioni dell'astronauta di Apollo 17 EUGENE Andrew Cernan, 65 anni, puntualizza: «Nella cronologia dei dodici uomini che hanno camminato sulla Luna sono l'undicesimo. Jack Schmitt vi dirà che l'ultimo è lui perché è scese dopo di me, ma io fui l'ultimo a rientrare nel modulo lunare al termine della nostra terza e ultima escursione. Quindi l'ultimo uomo ad aver lasciato la proprie orme sulla Luna sono io. Ma ormai la gente non mi ferma più per strada, non mi riconoscono neppure al ristorante...». «Quando lasciammo la Luna per l'ultima volta» - ricorda Cernan, che fu il comandante dell'ultima spedizione, quella dell'Apollo 17 - «pensavamo che entro il 2000 sarebbe stato lanciato un progetto concreto per farvi ritorno. Ma sapevamo che diffìcilmente l'uomo sarebbe ridisceso sulla Luna entro fine millennio: già ai tempi della nostra missione, nel dicembre 1972, la Nasa aveva subito forti tagli al bilancio e il futuro appariva alquanto incerto». Cernan ebbe l'opportunità di andare sulla Luna come "secondo" di John Young con l'Apollo 16. Ma pur di avere una missione tutta sua rifiutò. «Chiesi in modo specifico di scendere sulla Luna come comandante. Pensavo di avere ormai la giusta esperienza. Come pilota del modulo lunare avevo già partecipato al volo dell'Apollo 10 nel maggio del 1969. Poi fui la riserva di Alan Shepard, comandante dell'Apollo 14, e per me fu un grande onore: seguendo in tv l'impresa di Shepard del 1961, quando divenne il primo americano nello spazio, mi ero innamorato del volo spaziale. Due anni dopo ebbi la fortuna di diventare astronauta della Nasa». La discesa nella vallata di Littrows, e le esplorazioni di Cernan e del geologo Jack Sch¬ mitt sul «Limar Rover», furono alcuni tra i momenti più spettacolari del programma Apollo. «Jack sembrava un bambino in un mondo pieno di giocattoli. Era eccitatissimo, non sapeva da che parte guardare tanto era impegnato ad osservare le rocce e il suolo. Ed era giusto cosi: l'avevano mandato lì apposta. Io invece guardavo molto più spesso la Terra, una visione incomparabile. Riflettevo molto sul perché di quel viaggio così straordinario nel tempo, nello spazio e nella realtà. Vedere la Terra lì sospesa come una boccia azzurra e luminosa, nel buio più buio che si possa immaginare, era stupendo. Non mi saziavo mai di vederla. E poi era divertente sapere che in Italia era notte e a Houston ora di pranzo, solo con un'occhiata. Una fantastica macchina del tempo». Cernan continua a occuparsi di astronautica. Da quasi vent'anni dirige una società pri¬ vata a Houston, la «Cernan Corporation», che fa consulenza ingegneristica per la Nasa e in particolare per il programma dello shuttle e della stazione spaziale. «Non so quando torneremo sulla Luna» - dice ancora mostrandoci il suo libro "The last man on the Moon" - ma «penso che ci torneremo presto, poiché la Luna è una straordinaria base per ricerche scientifiche e astronomiche. Anche la recente scoperta di ghiaccio va incontro a chi pensa di installare sulla Luna basi scientifiche e un piccolo poligono di partenza per lancia- re navicelle verso Marte a costi e peso contenuti, data la gravita ridotta a un sesto». «In fondo io stesso mi sento un pioniere dei futuri colonizzatori lunari. Si parla di basi e colonie. Beh, io sono stato sulla Luna per ben tre giorni. Lasso avevo una casa, che era il Lem, avevo un lavoro e persino l'automobile. Tutto questo per dire che già avevamo iniziato. Purtroppo non si è colto in pieno il significato delle ultime, e più evolute, missioni del programma Apollo». Antonio Lo Campo ,:.;.v,:v:','.%-T' L'orma di lui astronauta sul suolo lunare. 1121 luglio Eugene Cernan. comandante della missione Apollo I 7. sarà a Tonno per una celebrazione del pruno sbarco dell'uomo sulla Luna

Luoghi citati: Houston, Italia