Cipollini re e gentiluomo di Gianni Romeo

Cipollini re e gentiluomo Bis dell'italiano, che ha ancora due tappe per far razzia, poi lascerà il Tour prima della crono e delle salite Cipollini re e gentiluomo label fora, Supermario lo aspetta e lo batte Gianni Romeo invialo ad AMIENS Uno sprint regale. Avanti allo scoperto, padrone del grande rettilineo di Amiens. E che gli altri ammirassero la sua schiena rossa piegata sul manubrio, le gambe poderose che martellavano i pedali. Cipollini ha vinto così la seconda tappa consecutiva al Tour, decima da sempre, due successi in meno di Bartali, recordman italiano in materia. Aveva un conto aperto dal '93, con la città della grande cattedrale. Ua quando lece sullo stesso rettilineo la stessa volata battendo un rinoceronte come Abdujaparov, e alzò ben alte le mani come ieri ma gli dissero, dopo: giù le mani, sei soltanto secondo. Né lui né Abdu si erano accorti che davanti a loro c'era un fuggitivo, certo Bruyneel. La sorpresa e il dispiacere furono ben ripagati dalla conquista della maglia gialla. Ma su quel traguardo aveva voglia di ritornare. C'è tornato alla grande con un gesto da signore che non va taciuto, fra l'altro. Perché a una dozzina di chilometri dal traguardo aveva forato Zabel, considerato più adatto a quell'ampio rettilineo in leggera ma continua salita. Il fair play qualche volta esiste ancora. Alla foratura, il treno rosso Saeco che si stava scatenando in testa spegneva il turbo. Lo imitavano i Mapei che stavano lavorando per Steels. Zabel aveva il tempo di tornare sui primi, di giocarsi il successo ad armi pari, di essere sconfitto da Re Leone. Il re dei velocisti, 2-2 con Steels qui al Tour '99, ma 10 successi in totale, come nessun degli sprinter in attività. Però... Però Cipollini presto se ne andrà dal Tour. Probabilmente già sabato sera. Ha ancora due tappe per far razzia, poi alla vigilia della cronometro di Metz prenderà la sua valigia e tornerà a casa, a Lucca. Fa bene? Fa male? C[ sono due scuòle di pensiero, al proposito. Fa bene perché, comi! dice lui stesso, «da domenica ci sono tappe dove occorrerà fare sforzi terribili soltanto per portare la bici al tra¬ guardo». La crono, poi le Alpi, il Massiccio Centrale, i Pirenei. Val la pena sbriciolare i muscoli per avere poi soltanto due piccole possibilità finali per vincere ancora? Val la pena, soprattutto alla luce dei programmi futuri, che prevedono la partecipazione ai campionati del mondo della pista in ottobre, specialità inseguimento, con un apprendistato che deve partire prestissimo? Ma c'è chi non approva. C'è chi dice che un grande velocista deve onorare la grande corsa cui partecipa cercando di arrivare in fondo. E lui, al sesto Tour della carriera, in fondo finora non è mai arrivato. I francesi che tanto lo applaudono non gli perdonerebbero un'altra valigia chiusa troppo presto, gli dicono. E lui risponde: «I francesi devono rispettare il mio lavoro». Ne è così convinto, che la prospettiva di conquistare la maglia gialla, fatta balenare da qualcuno (è a soli 32" da Kirsipuu) quasi lo infastidisce: «Ne ho già avute di queste maglie, non sarebbe un'emozione particolare». E soprattutto lo costringerebbe ad andare avanti, perché l'uomo in giallo non si ritira mai. A proposito di maglie, va ricordato che quella a pois rossi curiosa e vivace, la maglia dello scalatore, è ben salda sulla schiena di Mariano Piccoli. Oddio, finora i punti necessari li ha raccolti su cavalcavia o giù di lì, traguardi di quarta categoria, ma è andato a cercarseli, come ieri, coraggiosamente, con una fuga durata più di 200 chilometri, tutta la tappa. Prima in dieci (anche Secchiari), poi in tre. Piccoli piace, perché osa. Ci sono molti cartelli per lui. Così ha deciso che a fine Tour regalerà quella maglia che sembra la reclame del morbillo a chi ha scritto la frase più bella. L'addetto stampa della Lampre passa, scrive, chiede gli indirizzi. C'è stato anche un caso di «non negatività» per doping, uso di corticoidi, derivati dal cortisone. Si sussurravano nomi grossi, antenne dritte, ma tutto si è sgonfiato presto. LIn regolare certificato medico permetteva a quel corridore (niente nome, per la privacy) di usare il medicamento. Il doping per ora dorme. Speriamo che non si svegli. Caso-doping per un big ma si sgonfia subito: aveva regolare ricetta ""— La gioia di Cipollini che in 24 ore ha vinto due tappe al Tour de France

Luoghi citati: Amiens, Lucca