Il «ciclone dollaro» travolge l'euro

Il «ciclone dollaro» travolge l'euro Nuovo scivolone per i timori di una crisi in Germania. Le due divise sono ormai vicine alla parità Il «ciclone dollaro» travolge l'euro // biglietto verde è ritornato sopra «quota 1900» MILANO Duro sempre più giù, a quota 1,0182 sul dollaro (secondo le rilevazioni Banca d'Italia) contro 1' 1,0222 di mercoledì, e ormai vicino alla parità con il biglietto verde. Non si arresta la discesa della moneta europea svalutata del 15% dall'inizio di gennaio, giorno del debutto ufficiale, e mentre il mercato obbligazionario segue la caduta (col Btp che ha toccato 106,31 per poi risalire a 107,03 le autorevoli analisti si interrogano sull'indifferenza totale della Banca centrale europea, non passa giorno senza che qualcuno dichiari qualcosa che sui mercati ha l'effetto di accelerare anziché frenare il ribasso. Ieri è stata la volta di un ministro tedesco, Hans Eichel, responsabile delle finanze, che da Copenhagen dove si trovava per un incontro con i colleghi delle Finanze e dell'Economia danesi, ha tranquillamente snobbato l'ennesimo scivolone std dollaro. «Non è un problema - ha spiegato - anzi, è un bene per le nostre esportazioni». Aggiungendo: «In un anno i rapporti tra euro e dollaro saranno abbastanza diversi da oggi perchè lo sviluppo economico sarà migliore in Eurolandia rispetto agli Stati Uniti». Sarà anche vero lo scenario abbozzato da Eichel per altro confermato da Eurostat che ha rivisto in alto i dati di crescita del Pil europeo nel primo trimestre dell'anno - ma certo le parole del ministro tedesco hanno avuto effetto immediato sui mercati dei cambi con un ulteriore cedimento, attorno alle cincpie del pomeriggio, che ha visto l'euro toccare il minimo dei minimi a quota 1,0140 che, tradotto in lire, significa un cambio lira-dollaro a 1.907, mai toccato da metà degli Anni Ottanta. Insomma, in barba ai numeri che segnalano mi'inequivocabile debolezza della moneta europea su quella americana, l'Europa politica (ed economica) apparentemente sembra non preoccuparsene più di tanto. Anzi. Un euro debole, questo il leit-motiv, favorisce le esportazioni europee e può quindi far bene a una ripresa dell'economia iliade in Europe. Come il tedesco Eichel, infatti, la pensano il francese Jean Claude Trichet, governatore della Banca di Francia («L'euro ha un potenziale di crescita non trascurabile») e l'italiano Giorgio Fossa, presidente di Confindustria («Non è una fase drammatica e non mi fascerei la testa»), che pure ha il merito di ricordare che la debo¬ lezza dell'euro può essere positiva in una prima fase ma non troppo a lungo: «Ricordiamoci spiega - che siamo importatori di materie prime». E le materie prime, petrolio in testa, si pagano in dollari.Scontiamo un'economia americana che continua ad andare a gonfie vele: così ripetono analisti ed economisti per spiegare la forza del dollaro. E' di ieri, per esempio, il dato sulla disoccupazione negli Usa che gli esperti temevano in aumento di 3 mila imita e che, invece, si è confermato in diminuzione di 6 mila. E così, mentre le Borse europee, dopo i mercati obbligazionari, restano incerte, c'è chi comincia a temere che il dollaro sfondi anche la parità uno a uno portandosi entro qualche mese a un cambio 0,90. |a. z.l LA LUNGA DISCESA Combi Euro - Dollaro del gennaio 99 •%*f«,-^%JM** 4 gennaio 8 luglio

Persone citate: Combi, Eichel, Giorgio Fossa, Hans Eichel, Jean Claude Trichet

Luoghi citati: Europa, Germania, Milano, Stati Uniti, Usa