« Il delitto D'Antona? Già scordato » di Giovanni Bianconi

« Il delitto D'Antona? Già scordato » L'AMAREZZA DEI FAMIGLIARI A 50 GIORNI DALL'AGGUATO « Il delitto D'Antona? Già scordato » La vedova: «Così vincono gli assassini» retroscena Giovanni Bianconi ROMA E RA una giornata di studio dedicata al marito ammazzato dalle nuove Br, un convegno su «Il rapporto di lavoro con le pubbliche amministrazioni e le sue vicende». Ma Olga D'Antona ha voluto aprirlo lanciando l'allarme su un altro terreno, un invito a non dimenticare troppo in fretta un omicidio di nemmeno due mesi fa. «Noto una pericolosa tendenza alla rimozione - dice la vedova del professor Massimo D'Antona, il consigliere dell'exministro Bassolino assassinato il 20 maggio scorso -; credo che sia nostro dovere ricordare che Massimo è stato ucciso, che la sua vita è stata volontariamente spezzata, che ci sono spettri che si aggirano e minano la democrazia». Poche ore più tardi, a Napoli, il segretario della Cgil Cofferati inette in piazza i suoi timori: chi ha ucciso D'Antona cercherà di uccidere ancora. E dal resto del mondo sindacale arrivano inviti al governo e alle forze di polizia perché i nuovi terroristi vengano individuati e bloccati al più presto: «Ci vogliono segnali concreti, devono porre fine a questo stillicidio alla svelta, sennò rischiamo di dare uno spazio propagandistico spropositato a questi criminali». C'è fermento e inquietudine, nei sindacati, per quel che sta accadendo SU giorni dopo l'omicidio che ha segnato la ricomparsa della stella a cinque punte. Gli spettri vaganti di cui parla la signora Olga D'Antona mostrano di rivolgerei proprio a quel mondo, nelle rappresentanze sindacali e nelle fabbriche, per diffondere i loro proclami e tentare di aprire un dibattito sulla ricomparsa della lotta annata. Una settimana fa, a Milano e a Roma, hanno fatto ritrovare 33 copie del documento di rivendicazione dell'omicidio D'Antona, quattordici fogli stampati sulle due facciate come l'originale. Quel giorno li depositarono a una fermata della metropolitana e in una cabina telefonica, poi - il S luglio - hanno deciso di utilizzare le poste statali per far circolare quella sorta di «risoluzione stra¬ tegica).. A Napoli una mano brigatista ha imbucato un numero imprecisato di buste intestate alla fantomatica casa editrice «La prospettiva», contenente ciascuna una copia dello stesso documento. Quelle buste stanno ancora arrivando alle sedi delle Rappresentanze sindacali unitario di fabbriche sparse in tutta Italia: il G luglio all'Ansaldo di Legnano, alla Nuovo Pignone di Firenze, alla Zanussi di Treviso, alla Fiat di Torino; il 7 all'Uva di Taranto, alla Fiat di Termini Imerese, all'Aci di Roma; ieri ancora a Milano, all'Atti) e all'Alcatel, alla Broda e alla Fiat-Iveco di Brescia, al mini¬ stero del Tosoni, Bilancio e Programmazione. Tra oggi e domani potrebbe arrivare ancora qualcosa. E' lo «stillicidio», di cui parlano i sindacalisti, ma per gli investigatori doU'antiterrorismo - quelli che da (piasi vent'anni stanno dietro all'eversione rossa e nera non c'è niente di nuovo sotto il sole brigatista. «F' una mossa prevedibile e prevista - spiega uno dei più esporti -, L'attentato si fa per annunciare che un'organizzazione esisto, dopodiché lo tesi che l'accompagnano vengono illustrate al "referente di classo", l'ipotetica baso di riferimento e poten¬ ziale reclutamento». Una volta, quando il terrorismo potevii contare su organizzazioni più stinti unito e su qualche copertura anche nelle fabbriche, i pacchi coi volantini venivano lasciati all'interno degli stabilimenti. Oggi che sono più deboli, non hanno i referenti di un tempo e sono costretti a muoverei con maggiori cautelo, i nuovi brigatisti ricorrono allo posto. «Ma l'obiettivo - prosegue l'investigatore -. e sempre lo stesso: far conoscere i programmi, cercare di capire la reazione politica all'azione negli "ambienti di riferimento", vedere che cosa si agita per valutare gli effetti e decidere come muoverei m futuro». Il fatto che i plichi siano stati spediti da Napoli può non .significare nulla, ma potrebbe anche essere una scolta simbolica: per via del sindaco Bassolino, del quale D'Antona era consigliere giuridico quando faceva anello il ministro del Lavoro, e per i problemi occupazionali che da sempre affliggono il capoluogo campano. Ma l'exbrigatisla barbara Balzerani nota un'altra particolarità della spedizione postale: «Cortamente non e una diffusione di massa conio quelle che tentavamo di fare noi. Inviare i volantini alle sedi sindacali e una scelta che noi non avremmo mai fatto, perche ne negavamo la rappresentatività Quello che invoce richiama i tempi andati è il referente della fabbrica». A proposito di vecchie Br, ieri un terrorista romano, Franco Menni, 43 anni, membro negli anni Ho del gruppo di fuoco delle Unita comuniste combattenti della Capitale, e stato arrestato a Lodi dagli agenti dolla questura, dopo 17 anni di latitanza La cattura è avvenuta in un hotel alla periferia della cittadina dove Manin, proveniente da Parigi, aveva preso alloggio, L'ex Br deve scontare 11 anni di carcere A Parigi si era sposato ed era divenuto padre di due figli Due anni fa aveva ottenuto la cittadinanza francese. LE RIVENDICAZIONI DELL'OMICIDIO D'ANTONA 30 GIUGNO 1999 A Roma, alla stazione Ostiense e poi nella linea A dd metrò, il primo ritrovamento: 12 copie di un comunicato di 14 pagine firmato «Br-Pcc». A Milano, in una cabina telefonica, altre 20 copie dello stesso documento 6 LUGLIO 1999 Documenti arrivano al consiglio di fabbnca della Fiat Auto di Torino, Aci Informatica di Roma, Zanussi di Porcia (Pordenone) e Susegana (Treviso) Aleni» di Tivoli (Remai. Nuova Pignone di Firenze, Ansaldo Energia di Legnano (Milano); mittente è la Casa editrice La Prospettiva, di Napoli iapoli ìndica: Otri volantini di rivendicazione spediti da Napoli arrivano ai consigli di fabbrica dell'Atm e dell'ospedale Niguarda di Milano, alla Fiat di Termini imerese, all'Uva di Taranto 8 LUGLIO 199? Altre buste da Napoli per l'Alcatel di Milano, la Breda Meccanica Bresciana l'Iveco Fiat di Brescia Arrestato a Lodi un ex brigatista della colonna romana Era latitante da 17 anni La moglie e la figlia di D'Antona