La Quercia in conclave: «Il partito è da rifare» di Antonella Rampino

La Quercia in conclave: «Il partito è da rifare» La Quercia in conclave: «Il partito è da rifare» Antonella Rampino inviala a FRASCATI Papa Montini a Villa Tuscolana, albergo secentesco allo su (pud che l'està dei querceti della Roma antica, ci venne, eccome, a benedire i nunzi apostolici riuniti in un incontro di pie ghiera e studio Massimo D'Alema, invece, litolare del governo e dell'ufficio del presidente al secondo piano di Botteghe Oscure, nonostante l'invilo inoltrato da Veltroni, ha declinato, K cosi, alla fine ci sarà pu re «la rivoluzione», come la chiama franco Passuello, a por lare i Democratici di sinistra a farsi davvero nuovi, a guardare finalmente come argonauti il sole della politica che, per ora, sembra declinare al loro ori/, •/.onte. Ma intanto fuori infuria la bufera, da Roma arrivano vo ci, fioccano lettere e telefonale Ira Prodi, Veltroni, D'Alema. Un complotto s'aggira nel Palazzo, e gli alleati di ieri poi rei) boro diventare i veti nemici di domani, se davvero fosse vero che gli Asinelii vogliono spacca re la coalizione, disarcionare D'Alema da Palazzo Chigi, approntando un'operazione in tempi talmente lunghi che con sentano a Prodi, a mandalo europeo esaurito, di reinsediarsi là dove era stato scacciato... E, allora, ecco che il seminario sul partito] seminario che inaugura il tempo lungo del ripensamento precongressuale, fissato da tempo, casca in un momento tremendo: elezioni perse, Bologna trasformata in Guazzacity, Berlusconi in trionfo, il partito di governo che litiga col sindacato, e Prodi, soprattutto Prodi, che detta le sue condizioni per continuare la fase costituente del nuovo Ulivo... Qualcuno, la «solita» sinistra di Mele, Fumagalli e Buffo, dentro lo dice: non dimentichiamoci, visto che siamo qui per discutere di politica, che cosa succede fuori. Ma niente da fare: Veltroni e Polena sono sicuri che la strada per invertire la tendenza che vede scivolare il Bottogone come il sasso lungo un declino e «ripensare il partito». Polena, poi, non ha dubbi: bisogna costruirlo a rete, tessere una struttura «orizzontale», non più sezioni e federazioni, ma, sul territorio, raggruppamenti tematici, volontariato, terzo settore. . Subilo Lanfranco Turei, da alcuni catalogato come chili: minilo, sia pure in un partilo in cui non si sa più nemmeno chi sta con chi (e forse non é un ma le), se n'esce e dice: già, ma un partilo cosi, alla fine non sani anche più leadoristico di quello che abbiamo oggi? Dubbi, perplessità Sopra! tulio Ira quelli die ricordano, anno I'.iiìz, il passaggio di responsabilità in Fgci tra Marco Fumagalli e lo stesso Polena, con Polena che proponeva, allora come Oggi, «la rete», l'insieme delle leghe, e modelli erano l'Arci e il sindacato. Insomma, la domanda sorge spontanea: quest'idea nuovissima, non sarà un po' vecchia? E la risposta dogli uomini di Veltroni, alla line, e anche semplici: e molto up-to-date, invece: no, il modello potrebbe essere invece quello delle conferenze tematiche del Labour inglese. Nell'albergo secentesco, tra segretari di federazioni rosse, membri di direttivo nazionale, parlamentari e volli da dichiarazioni ai Uggì di prima serata, s'aggiravano coppiette spaesate. Il loro smarrimento e nulla in confronto a quel che si legge sui volti dei convenuti. Perché cosa fa la sinistra quando non sa (liti che fare? Si riunisce, e si inette a discutere. Il dibbbutti to, a porle sigillate, i: slato introdotto da Giorgio Ruffolo, titolare dell'ufficio di progettazione e studio del partito, già autore, in precedente riunione della direzione nazionale, della teoria dei «polipoli», o delle coalizioni che si atomizzano al proprio interno, con dotta prolusione sulle «pre-identità delle sinistre». Poi si è passati a Franco Passuello, capo del reparto strategico, l'organizzazione, che ha illustralo il modello del futuro, ricalcato dalle Acli. A un certo punto, è passato il ncoministro del Lavoro, Cesare Salvi: è entrato e uscito dalla sala senza proferir motto, una cosa mai vista. Poi, prima di riunirsi in commissioni, tutti a pranzo. La liturgia della convivialila da sempre illustra platealmente (piale sia la posizione che gli uomini assumono in una società, e cosi anche un partito: e ieri, Veltroni era al tavolo coi suoi, Polena e Mussi, gli ulivisti (Petruccioli e Salvati) da un'altra parte, e da un'altra ancora la sinistra di Fumagalli e Mele, e ancora 'l'urei e i cosiddetti dalemiani... A pranzo, è andato in scena un partito di inrwr circlc, di cerchi concentrici, chiusi su loro stessi. Per prepararsi al Duemila, la Quercia ha discusso e discute. Ma speriamo che ricompattarsi e ritrovare l'unità necessaria a «sciogliersi» nella coalizione, che è poi la parola d'ordine di Veltroni, non significhi anche chiudersi su se stessi. Dopo Bologna seminario a Frascati per lanciare l'idea di un'organizzazione «orizzontale» senza più sezioni Nella foto in alto il segretario dei Ds Walter Veltroni Qui sopra il presidente Ciampi durante la visita a Vicenza

Luoghi citati: Bologna, Frascati, Roma, Vicenza