Marini: io punto su Franceschini di Fabio Martini

Marini: io punto su Franceschini IL SEGRETARIO DEL PPI AFFRONTA IL PROBLEMA DELLA SUCCESSIONE AL CONSIGLIO NAZIONALE DEL PARTITO Marini: io punto su Franceschini «Ma sarà dura, dopo la débàcle alle europee» colloquio Fabio Martini inviato a BARCELLONA IL sigaro spento tra le labbra e la t-shirt aperta sul collo, Franco Marini ascolta senza scomporsi l'annuncio del ritardo del volo per Roma: «E vabbè, arriveremo più tardi...». Verrebbe da dirgli: Roma che si 'allontana" non è un sollievo, visto che li potrebbe svolgersi la sua ultima battaglia da segretario? Ma Marini gioca d'anticipo: «Leggo sui giornali tutta questa agitazione per il Consiglio nazionale di domani, ma sinceramente io sembro una persona preoccupata?». Non si direbbe. Dopo tre giorni di "vacanza" a Marbella per il vertice Ppe e a 24 ore dalla resa dei conti nel Ppi, Franco Marini continua con lo stesso passo vacanziero a passeggiare ne! duty free dell'aeroporto di Barcellona. Il passo del prepensionato o di chi non ha molto da perdere? Dopo molti giorni di silenzio, Marini si sbottona un po': «Se alle Europee avessimo preso il (ì per cento, il passaggio della segreteria dal sottoscritto a Franceschini, sarebbe stato pacifico. Avevo già deciso tutto e chi mi e molto vicino lo sa. Ma ora...». Ora cosa? «Io punto su Franceschini, ma sarà du- ra...». Chissà se e vero che Marini "pareggiate" le Europei; avrebbe davvero passato la mano; chissà se e vero che punta tutte le sue carte, ma proprio tutte, sul suo amico e "allievo" Dario Franceschini; ma una cosa ò vera: far eleggere il delfino di Marini è diventato «più difficile». Nelle ultime 48 ore la minoranza "ulivista" di Pierluigi Castagnetti si e compattata e ha conquistato un drappello di parlamentari che stavano con il segretario, mentre la maggioranza (Marini-Dc Mita-Mattarella-Bindi) non ha una linea univoca. Da questo pillilo di vista e esemplare quel che è accaduto a Marbella nei tre giorni del vertice Ppe: Marini e De Mita sono stali fianco a fianco per ore e ore, hanno fatto persino una gita turistica in quel di Malaga, ma delle questioni interne hanno parlato pochissimo, Si sono scrutati, studiati, ma non si sono mai scoperti del lutto. E tutto questo mentre, sotto i loro occhi, Silvio Berlusconi si accreditava come uno dei leader del Ppe. Con sincerila Marini racconta: «Devo din; che mentre nel passato Berlusconi era guardalo con una certa diffidenza dentro il Ppe, ora è diverso e si capisce che lo apprezzano di più, perché i voti li ha presi...». E dal racconto di Marini sulle giornate di Marbella viene fuori anche qualche dettaglio gustoso: «Nella riunioni; a porle chiuse dei leader, i tedeschi avevano proposto la modifica del nomo del gruppo parlamentare con l'aggiunta della parola "conservatori". Berlusconi aveva dotto che un conto è il Ppe, altro conto ò il gruppo parlamentare, insomma era favorevole alla modifica. Ma dopo la mia sparata, i dubbi degli irlandesi e dei francesi, il tedesco Schauble ha frenato e Berlusconi ha spiegato: io sono d'accordo con Schauble... Insomma prima di qua, poi di là». Ma anche a Marbella si è visto che il peso dei voti è decisivo, che Berlusconi conta e gli altri italiani sono snobbati o infatti il cruccio permanente di Marini e proprio quel 4 per cento preso alle Europee dal suo partito: «Di quel risultalo - dice — non so darmi pace. Che l'Asinelio prendesse i voli che ha preso, io lo sapevo. Prodi ha giocato pesante? Ma no, lui ha fatto il suo gioco... 11 pro¬ blema è che io ero sicuro che anche noi avremmo preso una percentuale tra il 6 e il 7 per cento. E infatti quel risultato l'abbiamo preso, ma alle amministrative. C'è un caso eclatante tra i tanti, quello di Montesilvano nel mio collegio elettorale: alle Europee abbiamo preso l'8 per cento e alle amministrative il 25». Scusi, ma questa non è la conferma di un dato scoraggiante per un segretario e cioè che sul territorio il partito c'è, ma manca un appeal nazionale? Marini annuisce però aggiungo: «Il problema è che molta della nostra gente si è impegnata tantissimo per le amministrative e si è sostanzialmente disinteressata delle Europee. E si è determinato questo paradosso: noi e i Ds, accorpando amministrative e F)uropee, pensavamo all'effetto-traino e invece in qualche caso l'abbinamento si è rivelato un danno...». Ma a 24 ore dal Consiglio nazionale torna il sospetto che Marini punti a restare in solla fino al congresso di ottobre. Lui resta sullo generali («Da parte mia non ci sarà alcun accanimento»), ma la sua fortuna e che a poche ore dalla rosa dei conti, ognuno ha un'idea diversa in testa. E in fondo è vero quel che dice Marini: «Le Europee sono andate malo, ma questo partito io ho contribuito a rimetterlo in piedi». <<Se per Bruxelles avessimo preso il 6% il passaggio sarebbe stato «Di quel risultato non so darmi pace: se fosse andata come alle comunali...» Il segretaio del Ppi Franco Marini: oggi pomeriggio la sua relazione aprirà i lavori del Consiglio nazionale dopo l'Intervento del presidente Gerardo Bianco

Luoghi citati: Barcellona, Bruxelles, Malaga, Montesilvano, Roma