«Sentenza a lui sfavorevole »

«Sentenza a lui sfavorevole » «Sentenza a lui sfavorevole » // criminologo: rischia di non uscire più» Ivano Barbiero ROMA Francesco Bruno, criminologo milanese, analizza pacatamente la sentenza che per certi versi rappresenta una sorta di deja-vu. «Si può anche capire lo sconcerto e lo stupore tra la gente dopo che ha appreso che Gianfranco Stevanin è stato giudicato incapace di intendere e volere e quindi non punibile per i reati di omicidio nei confronti di sei donne. D'altronde per tutti i serial killer si ripropone sempre lo stesso problema... Però deve essere ben chiaro che una struttura psichiatrica non va intesa come ùn luogo di possibile diminuzione, della pena, anzi». Perché dice che per tutti i serial-killer si ripropone sempre lo stesso problema? «Vengono giudicati in un primo grado totalmente capaci di intendere e di volere. Perché ir. quella fase c'è un'opinione pubblica più attenta che vuole in un certo senso vendetta e quindi non accetta che uno possa dire: "in l'ho fatto perché sono malato". Al contrario in appello queste sentenze vengo¬ no ribaltate». Così è stato per Piatti, così è stato per Maso, così è stato per Stevanin... «Appunto, in appello c'è una maggiore serenità di giudizio. I dati obiettivi vengono poi valutati per quello che sono. L'epilessia Stevanin ce l'aveva anche prima, però prima nessuno ne ha voluto tenere conto» Tuttavia lei sostiene che non si tratta di una sentenza favorevole a Stevanin? «Certamente no: Stevanin viene praticamente prosciolto dai reati commessi ma viene dichiarato fortemente pericoloso e conte tale viene internato in un ospedale psichiatrico giudiziario». Qual è la differenza tra la cosiddetta misura di sicurezza, cioè l'internamento in un ospedale psichiatrico giudiziario, e la pena? «La pena prima o poi finisce: il soggetto esce libero. La misura di sicurezza può non finire mai. 11 fatto che sinno dieci anni non significa assolutamente nulla, finché non trova chi lo dichiara non pericoloso lui non può uscire dal posto dov'è. Oltretutto se è malato si deve curare». Professor Bruno, si può considerare «fragile» uno che stupra, ammazza, evira e squarta sei persone? «Fragile certamente no. Anzi, è una belva. E' una belva che esprimi: tutta la sua violenza, senza nessuna mediazione, Però questo non vuol dire che perda i diritti umani o non debba essere curato». Perciò si tratta di un serialkiller malato, si può dire cosi. «Beh, la sentenza dice questo».

Persone citate: Francesco Bruno, Gianfranco Stevanin, Ivano Barbiero, Stevanin

Luoghi citati: Roma