Masso dal cavalcavìa, terrore sul treno di Lodovico Poletto

Masso dal cavalcavìa, terrore sul treno Colpito alla periferia di Torino l'espresso per Siracusa: i 400 passeggeri trasbordati su un altro convoglio Masso dal cavalcavìa, terrore sul treno Ferito il macchinista, fermati quattro adolescenti Lodovico Poletto TORINO li masso e piovuto dalla passe iella pedonale sulla ferrovia e il macchinista nemmeno si e accorto di cosa stava accadendo: ha colpito il vetro della cabina cirri locomotore del treno dell'Ivi na, l'espresso 805, partito da Torino e diretto a Siracusa, poi è rimbalzato sulla massicciata, accanto ai binari. Il lungo serpentone di vagoni ha rallentato la corsa fino a fermarsi sul ponte sul Po, a pochi metri dalla stazione di Moncalieri. darlo Bozzarelli, il macchinista, si è strofinato gli occhi Ha capito che non si era fatto cosi male come aveva temuto e, lentamente, ha condotto il convoglio 0 il suo carico di ((nasi 100 passeggeri sani o salvi in stazione. Poteva essere una tragedia, un'altra sciagura ferroviaria, dicono adesso alle Fs: il gesto di quattro ragazzi poco più che adolcsceni i avrebbe potuto costare la vita a decine di persone. Ma e andata bene, anzi benissimo. I responsabili di quel folle gioco di morte sono già stati formati dai carabinieri. Sono ragazzini, studenti in vacanza. Hanno sedici anni, decisamente più giovani di quelli della banda dei sassi di Tortona, il gruppcl lo di amici che la Corte d'assise di Alessandria, pochi giorni fa, ha condannato a 27 anni per l'assassinio di Maria Letizia Merlimi, uccisa da un masso lancialo dal cavalcavia della Cavallo sa, sull'autostrada Torino-Piacenza, nel dicembri: del 'Oli. LO CHIAMANO TIGRONL II locomotore 652 è una macchina per treni a lunga percorrenza. Un bestione che pesa pili di 100 tonnellate, in grado di trascinare decine di vagoni, Ma contro lo piotre lanciate dall'alto ha poche difese, se non un vetro antisfondamento dal quale i macchinisti tengono d'occhio i Sognali, Dalla stazione Porta Nuova il «Tignine» e partito puntuale alle 1)1,05. Il fischio di via del capostazione, poi la coi' sa, senza fermate, lino ad Asti. Appena passata la stazione Lingotto, Carlo Bozzarelli ha spinto i motori (piasi al massimo: 100 all'ora. Quei binari che-corrono tra le cast;, in quella fetta di città che non ò più Torino ma non ancora Moncalieri, li ha percorsi decine di volte. li fanno paura. Perchè tutti sanno che dalla passerella pedonali! di via Kobaldo ogni tanto ci sono gli sfaccendati che fanno il tiro a segno. Pietre e lattine. Sette minuti dopo la partenza Carlo Bozzarelli e il suo collega si sono visti arrivare addosso il masso. Il vetro del «Tigrone» ha retto all'urto. Si è frani innato, scheggiato, ma il masso non è entrato in cabina. Poi la frenata, le scaglie di cristallo negli occhi, e l'ingresso piano piano nella stazione di Moncalieri. UN 0I0C0 PERICOLOSO. Li hanno visti scappare a piedi i quatto lanciatori. Marisa G. era a casa della cognata Li avevagià nota¬ ti mezzora prima, mentre raccoglievano le pietre accanto ai binari e, ridendo, salivano sulla passerella pedonale: «Abbiamo gridato, ma quelli hanno continuato a tirare. Poi è passato quel treno e ne hanno gettato giù uno grosso. Dio che botta. Ci siamo spaventate». Lei ha chiamato i carabinieri, ha descritto la scena e giovanotti: «Hanno jeans e magliette...». Mezz'ora dopo erano già tutti e quattro in caserma. Prima due, bloccali ancora in strada. Poi gli altri: i militari sono andati a prenderli a casa. Hanno confessato subilo. UN BERRETTINO MILITARE. «Ma si può sapere che volete da me? Il treno, le pietre? Ma è una enzz...». Quello con il berrettino e maglietta nera ha provato per qualche istanti; a fare lo sbruffoni;. Ma (piando gli hanno detto che stavolta rischiavano di brutto è crollato anche lui. Nella stanza accanto il suo amico aveva già confessato, in lacrime. Poi, entrambi, hanno fatto i nomi degli altri due, arrivati in caserma poco dopo. Uno addirittura accompagnato con il papà. Il capitano Pitoni ha voluto interrogarli di persona. Poi li ha denunciati per danneggiamento. I danni causati alle Fs, ai passeggeri e li; lesioni, seppur leggère, al macchinista sono un capitolo a parte che che rischia di costare loro molto caro. UNA PAUSA AL BAR. Un ora e mezza dopo il lancio, dal primo binario della stazione di Moncalieri è ripartito il «Trenodell'Etna». «Tigrone» nuovo, ma stesso macchinista: «Non mi sono fatto male. Un po' di prurito agli occhi, niente ili più». Esasperati, invece, i passeggeri, che al richiamo dei ferrovieri sciamano fuori dal bar della stazione: «Macché pausa e pausa. Onesto ritardo ò una iattura, rischia adesso di farci perdere le coincidenze». L'interno della cabina dell'espresso 80S Tonno-Siracusa danneggiato dal lancio del masso

Persone citate: Carlo Bozzarelli, Maria Letizia Merlimi, Masso, Pitoni