Nuove scintille tra Roma e Ankara di Maurizio Molinari

Nuove scintille tra Roma e Ankara Per il dibattito alla Camera sulla sentenza e l'irruzione di autonomi in un ufficio turco Nuove scintille tra Roma e Ankara Ecevit attacca su Ocalan, dura replica di D'Alema Maurizio Molinari ROMA Toni roventi fra Italia e Turchia sul caso di Abdullah Ocalan. La discussione in aula alici Camera dei Deputali sulla condanna a morie del leader del Pkk • con l'intervento del presidente del Consiglio, Massimo IVAlema e l'irruzione di un gruppo di appartententi ai centri sociali nell'ufficio del commercio turco hanno provocalo una risentila protesta del premier di Ankara, Bulcnt Ecovii. «E' molto degradante pei l'Italia un Parlamento che si riunisce pei sostenere un'organizzazione terroristica come il l'kk» ha affermato Ecevit, rivelando di aver «messo in aliar me la comunità internazionale su questo argomento» e lanciando il sospetto che «forse» proprio «l'altoggiamcnto tollerante del governo verso il l'kk» abbia «incoraggiato» il blitz nella sede tinca a Roma. Immediata e sterzante la replica congiunta affidata da Palazzo Chigi e Farnesina a un comunicato ufficiale: «Il Parlamento e sovrano ed ha impegnato il noverilo ad adoperarsi allinche l'inaccettabile senten za di morte contro Ocalan non venga eseguita», il governo respinge al mittente lo critiche di Bulcnt Ecevit sei za Iroppi complimenti: «Alla so vranilà del Parlamento nei regimi democratici e dovuto rispetlo ed è inaccettabile che i capi di governo stranieri la mettano in discussione-». Per rafforzare il significato della protesta l'ambasciatore turco a Roma, Necali lltkan, e stato convocato questa mattina alla l'arnosina. In realtà ieri a Montecitorio il caso Ocalan ha occupato solo una minima parte della seduta, ma tanto ò bastato per irritare Ankara, dove si rimprovera apertamente a Roma di esseri; diventata «la capitalo ufficiosa del l'kk in Euro,- pa», come dice l'ex ambasciatore in Italia, Inai Halli. Nell'in lervento in aula il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, aveva rilanciato «con fermezza» la richiesta di non esoguire la condanna morti! contro Ocalan «per il rispetto dovuto alla vita umana o per le prospettive di paco». «Ci sentiamo un Paese amico della Turchia o condanniamo gli atti di terrorismo che in questi giorni l'hanno insanguinata ha detto D'Alema ma una soluzione giusta e pacifica del¬ la questione curda ó essenziale por l'avvicinamento all'Unione Europea». Proprio mentre D'Alenia terminava a Montecitorio il suo passaggio su Ocalan, la Farnesina trasmetteva all'ambasciatore turco le scuse por quanto era avvenuto in mattinata, quando una cinquantina di manifestanti italiani erano riusciti a entrare nella sodo commerciale turca e in alcuni alcuni uffici del ministero del Commercio listerò por protestare in favore di Abdullah Ocalan, chiedere la .sospensione dei rapporti economici con Ankara e in particolare l'interruzione delle forniture di armamenti «macie in Italy». 'l'ali richieste sono poi stale riprese; da una mozione parlamentare di Rifondazione Comunista, che ha riproposto anche «il diritto di Ocalan a ricevere asilo politico nel nostro Paese». Proprio oggi il Tribunale civile di Roma inizierà ad ascoltare- i testimoni nella causa pendente por la concessione dell'asilo. Dietro i toni particolarmente duri della protesta turca c'è anche - secondo fonti diploma tiche - l'irritazioni! per il previsto arrivo a Cipro di una fornitura di missili italiani «Aspide» considerati da Ankara «una minaccia alla sicurezza nazionale». In questi giorni è in visita a Roma l'uomo che firmò l'acquisto degli «Aspide», l'ex presidente cipriota George Vassiliou. «Sono dei buoni missili difensivi, la Turchia non ha ragione di temere e sono sicuro che l'Italia, nonostanti! le pressioni, rispetterà i termini della consegna», affer'nia Vassiliou, che ha avuto numerosi incontri politici. L'attacco di una cinquantina di appartenenti ai centri sociali all'ufficio commerciale della Turchia a Roma