Ppe, ultimatum al Professore

Ppe, ultimatum al Professore Ma Schroeder insiste con due candidati di sinistra. Oggi Berlusconi al vertice Ppe, ultimatum al Professore «Guerra se non metterà un Cdu in squadra» inviato a MARBELLA Per Romano Prodi tira una brutta aria in quel di Marbella. Nella Rimini spagnola, dove da due giorni è in corso il conclave del Ppe, i primi colloqui informali tra i leader del partito popolare europeo vanno tutti nella stessa direzione: se Prodi (per ora capo designato ma non effettivo del governo europeo) non inserirà nella sua squadra un rappresentante della de tedesca, i popolari faranno l'impossibile per sbarrare la strada al Professore. E quella del Ppe non è una pistola scarica: dopo le elezioni del 13 giugno i popolari (con 232 europarlamentari) sono diventati il gruppo di maggioranza relativa e assieme ai gruppi più conservatori potrebbero essere in grado di bloccare la nomi¬ na di Prodi e della sua commissione. Il presidente del Ppe Wilfred Martens è stato esplicito: «Romano Prodi si trova tra l'incudine e il martello e le cose si fanno difficili...». Si fanno difficili perché nel gruppo Ppe si considera come pregiudiziale la presenza nella commissione europea di un rappresentante dei democristiani tedeschi, che con i loro 53 europarlamentari vantano la delegazione nazionale più forte del Parlamento di Strasburgo. Il guaio (quanto meno per Prodi) è che il cancelliere Schroeder, per tenere unita la propria maggioranza, ha indicato a Prodi due commissari entrambi di area governativa (un spd e un verdi.;, ignorando le pressioni dell'opposizione democristiana. La Cdu è imbufalita, deci- sa a bocciare la commissione fino a quando non sarà nominato un commissario di proprio gradimento. Ancora più netti i conservatori inglesi, che ieri hanno proposto di attendere fino al gennaio 2000, puntando ad una nuova Commissione. Lo spagnolo Gii Robles, ex presidente dell'Europarlamento, ha proposto invece di congelare 1 esecutivo Prodi, facendo restare in carica quel che resta della commissione uscente e dimissionaria. E intanto oggi arriva a Marbella Silvio Berlusconi, che farà qui il suo ingresso ufficiale nel salotto buono del Ppe, di fatto avrà la sua consacrazione a leader europeo. E uno scenario migliore per il suo arrivo, Berlusconi non poteva immaginarlo: lui leader del primo partito italiano e Prodi in grande difficoltà. E con uno scenario di questo tipo, il Cavaliere si concede il lusso (per lui abbastanza raro) di fare il magnanimo con un personaggio che non ama: «Ho sempre presente il fatto che Prodi rappresenta l'Italia e da parte mia ci sarà una considerazione particolare. Ma è pur vero che in Europa c'è un vento di centro-destra che vuole fare pesare i propri numeri...». E Pierferdinando Casini, che in privato vanta un ottimo rapporto personale con Proai, lo soccorre cosi: «Prodi rischia di pagare gli errori di Schroeder e l'arroganza dei socialisti, lo personalmente farò il pompiere all'interno del gruppo del Ppe, ma mi rendo conto che il partito popolare europeo non può accettare pedissequamente le decisioni prese dal cancelliere di Germania». Ma se sulla difesa di Prodi gli italiani sembrano uniti (ma bisognerà vedere come si muoverà oggi Berlusconi), la proverbiale divisione tra italiani sarà confermata anche nel prossimo Europarlamento: dentro il Ppe ci saranno due delegazioni, una di centro-destra con i 22 di Forza Italia e i due Ccd e una di centro-sinistra con i quattro popolari, Mastella, i due Cdu, Rinnovamento italiano e il rappresentante della Svp. lf. mar.) «La difficoltà che veniva dal mondo di Romano, non da lui, era l'idea bipartitica ancor più che bipolare: un'idea quasi folle» A sinistra il presidente incaricato dell'Ue Romano Prodi A destra l'ex presidente della De Ciriaco De Mita

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