D'Alema: nessun tabù per le pensioni

D'Alema: nessun tabù per le pensioni Il premier parla a Montecitorio: «Non ci è consentito rinviare o delegare le nostre responsabilità» D'Alema: nessun tabù per le pensioni «La scelta non è tra Don Abbondio e Don Chisciotte» Guido Ti!)i:ri|;i ROMA «Lu scelta non è tra Don Abbondio o iJon Chisciotte», tra la paura che ti costringe a non fare nulla e l'incoscienza velleitaria che ti porta a inseguire traguardi irraggiungibili. Massimo D'Aleuta parla per un'ora davanti a una sinistra silenziosa e a una destra che non nasconde il proprio scetticismo. Un'ora a Montecitorio per enunciare cifre, elencare successi e lanciare programmi, per din; che «non si poteva far finta di non vedere», nò «galleggiare nella speranza di prolungare l'agonia di una gestione vecchia della politica», né tantomeno «considerare la linea del rigore finanziario come un'eredità di cui ci si può sbarazzare». Un'ora per ricordare con orgoglio le cosi; che sono state fatte ma soprattutto per chiedere ai suoi «un rinnovato mandato di fi¬ ducia» sulle cose da fare. «A noi non è consentito rinviure nel tempo o delegare ad altri responsabilità che ci competono ora», dice il presidente del Consiglio subito dopo i saluti di rito. Ooella del governo è un'agenda piena di impegni: le riforme politiche, «che non sono state liquidate dal referendum», quelle giudiziarie, «che vanno liberate dall'alone ideologico che consolida le differenze reciproche». Quella non più evitabile del welfare, che «non ò facile» ma che va affrontato «senza tabu, spero da parte di nessuno». Specie quando si parla di pensioni. D'Alema, con gli occhiali sul nuso e la mano sinistra che apre e chiude di continuo i bottoni della giacca, non nasconde le ambizioni: «Un secolo e mezzo dopo la legge Cavour del 1053 - dice - queslo Parlamento e questo governo possono gettare le basi per una rifor- ma radicale dello Stato e della pubblica amministrazione che guideranno l'Italia nel nuovo millennio». Sui temi scomodi per l'opposizione, a partire dalla par condicio e dal conflitto d'interessi, il premier ripete la volontà di andare avanti: «Sono norme necessarie a garantire una vera democrazia dell'alternanza» e non certo disegnate con l'intento «di penalizzare qualcuno». D'Alnma conferma ogni traguardo, senza frenare. Ribadisce l'invito alla Turchia a sospendere l'esecuzione di Ocalan. Conferma che «non ci saranno nuove tasse». Disegna scenari favorevoli allo sviluppo economico e alla ripresa dell'occupazione, «in un Mezzogiorno che deve diventare concretamente la grande missione della politica italiana». Presenta il suo governo comi! «garante» sulla strada che dovrà portare al bipolarismo consolidato, «unica prospettiva in grado di offrire un approdo stabile al nostro sistema politico». Ma quando si arriva ai temi caldi, l'accelerazione manca. E i problemi restano quelli di sempre, senza soluzioni che vadano al di là della speranza: «So bene - continua - quanto il solo cenno alla questione della previdenza colpisca e allarmi l'opmione pubblica. Lo so per formazione e per storia personale. Per "militanza" come si sarebbe detto una volta». Ma il tabù va violato, e le critiche dei sindacati sono «ingiuste»: interpretare la manovra «come un attacco all'equità e alla solidarietà sociale è sbagliato e offensivo». Il premier difende ancora una volta la fuga in avanti sulla previdenza: «E' legittimo che il governo avanzi le sue proposte e sviluppi con le forze sociali un confronto aperto e libero da pregiudiziali». «Vogliamo correggere storture e ritardi, abolire ingiustizie e squilibri». «Vogliamo che nessuno possa più essere abbandonato nel momento del bisogno, come un vestito smesso». «Bisogna aggredire, con strumenti e soluzioni nuove, il tema della sicurezza economica e sociale». Bisogna discutere, è la promessa, «ma non ci saranno strappi o rotture: rompere il patto sociale sarebbe sciagurato». «Non ci saranno lacrime e sangue». Infine, «ma solo per un istante», D'Alema si rivolge ai «colleghi della maggioranza» per un monito: «Questa manovra è più vicina a quei valori di equità nei quali tutti noi ci ritroviamo che non, invece, a ima difesa caparbia di vecchie logiche di tutela corporativa». D'Alema tornerà in aula stamani: alle undici replicherà agli interventi, subito dopo affronterà il voto.

Persone citate: D'alema, Don Chisciotte, Ocalan

Luoghi citati: Italia, Roma, Turchia