Nadia, l'accusa vince il primo round

Nadia, l'accusa vince il primo round Foggia: cominciato il processo per il delitto Roccia, le due imputate non si presentano Nadia, l'accusa vince il primo round Respinta richiesta per il rito abbreviato Anna Langone FOGGIA Non ci sarà rito abbreviato nel processo per l'omicidio di Nadia Roccia, la studentessa di Castelluccio dei Sauri uccisa il 14 marzo del '98 dalle sue amiche Annamaria Botticelli e Mariena Sica. I giudici della Corte d'Assise di Foggia (presidente Filippo Bortone, a latere Salvatore Casiello più otto giudici popolari) hanno respinto la richiesta dei legali delle due ventenni, che puntavano allo sconto di pena per le loro assistite. Per la gravità delle imputazioni (debbono rispondere di omicidio con le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dei futili motivi e di tentata lesioni aggravate per aver provato ad uccidere Nadia con una bibita avvelenata) le due ragazze rischiano l'ergastolo, un'eventualità che prende quota anche alla luce di un'altra decisione assunta ieri dai giudici: mantenere negli atti processuali la perizia dei tre esperti nominati dal gip, che hanno giudicato Botticelli e Sica sane di mente e pertanto imputabili. La giuria, che è rimasta in camera di consiglio per oltre quattro ore, ha anche dichiarato inammissibile l'offerta di risarcimento di 300 milioni fatta dalle imputate alla famiglia Roccia, un'altra delle carte su cui la difesa puntava, insieme all'incensuratezza, alla confessione già resa e alla giovane età delle imputate. Resteranno agli atti del processo invece i risultati dell'esperimento giudiziale (la ricostruzione dell'omicidio fatta nel garage a urrmese dal delitto) e,: come ha'èhiesto il pm Alfredo Viola, la lettera di un anonimo trovata nella cella della Botticelli nel settembre scorso, contenente minacce di ritorsione qualora avesse rivelalo il suo nome. Il processo riprenderà questa mattina. In quindici mesi di indagini* gli inquirenti hanno cercato in varie direzioni: dal satanismo (per via di testi e disegni trovati in casa delle ragazze e per quelle strane frasi intercettate da una microspia durante una pausa del primo interrogatorio in Pro- No ai 30di risarcalla fa 0 milioni imento miglia cura: «Lucifero è bello, sta in mezzo alle mutandine», «Il demonio, non mi dire, sono stata anch'io ieri sera con il demonio»), all'ipotesi della vendetta maturata dopo che Nadia fece sfumare un viaggio con le due amiche in America. Anche questo movente, per quanto più reale di quello fornito da Botticelli e Sica, che hanno sempre detto di aver ucciso per obbedire al fantasma di Urbano Sica, il padre defunto di Mariena apparso in sogno ad Annamaria, sembra debole. Di qui la necessità di fare chiarezza, che solo il confronto fra le due imputate e tra loro e i testimoni (ne sono stati citati più di 100) potrà realizzare. Il presidente della Corte ha disposto per oggi la traduzione delle due imputate in tribunale, ma è improbabile che ci siano, visto che possono rifiutarsi di assistere all'udienza. Ci saranno, come già avvenuto ieri, i familiari di Nadia: il padre, il fratello Gerardo e, nei corridoi, perché testimoni, la mamma Rocchina e la sorella Patrizia. «Vogliamo giustizia e verità - ha detto Patrizia ai giornalisti - quelle due sapevano cos'era per me Nadia: uccidendola mi hanno tolto tutto. Chiedere giustizia non significa volere vendetta. Seguirò ogni udienza, voglio che mi guardino negli occhi e mi spieghino perché l'hanno fatto». «L'ergastolo - aggiunge commossa mamma Rocchina - meritano solo l'ergastolo, non ci sarà mai perdono da parte nostra. Quelle sono duo belve feroci». Come per rispettare un copione consolidato in questa vicenda fatta di misteri e di verità nascoste, per alcune ore ieri mattina il centralino del tribunale è stato subissato'di telefonate di un anonimo, che chiedeva di parlare con i magistrati per raccontare dettagli importanti sull'omicidio. Coincidenza singolare con la prima fase delle indagini, quando proprio un anonimo invitò gli inquirenti a cercare oltre il presunto suicidio di Nadia, come le sue assassine avevano tentato di mascherare, facendo trovare vicino al cadavere una lettera dove la vittima confessava la propria omosessualità. No ai 300 milioni di risarcimento alla famiglia La pista del satanismo dopo rintercettazione:«Lucifero sta nelle mie mutandine» La vittima, Nadia Roccia A sinistra, la madre fuori dall'aula

Luoghi citati: America, Castelluccio Dei Sauri