I soldati italiani scoprono altri orrori

I soldati italiani scoprono altri orrori Continuano sparatorie e agguati contro i serbi, assassinato un ragazzo di quattordici anni I soldati italiani scoprono altri orrori A Djakovica e Decani i militari trovano 40 cadaveri Ingrld Badurina ZAGABRIA Mentre a Bela Crkva, vicino a Orahovac, si svolgevano i funerali di 64 civili albanesi, di cui sette bambini massacrati dalle milizie serbe all'indomani dell'inizio dei bombardamenti della Nato, i soldati italiani della Kfor hanno ritrovato ieri altri 40 cadaveri, tutti vittime della pulizia etnica di Milosevic. I militari della Brigata Garibaldi hanno trovato i corpi di venti persone in due case albanesi distrutte e bruciate a Djakovica. Ma ci sarebbero altri cadaveri nelle abitazioni vicine, rase al suolo dalle truppe di Belgrado. Nel villaggio di Luka, vicino a Decani, le unità italiane sono impegnate nell'estrazione di altri tredici corpi dal pozzo di una masseria albanese. Ma ancora una volta le informazioni fornite ai carabinieri parlano di altri pozzi in cui sono stati Rettati altri albanesi uccisi dalle forze militari serbe. In uno di questi ci sarebbero sei corpi. E' stato un uomo di 45 anni, Mehmet Mazreku, a indicare ai militari italiani il primo pozzo di Luka. Albanese, professore di geografia, Mazreku ha assistito alla carneficina compiuta dai soldati dell'esercito federale jugoslavo lo scorso 30 marzo. Insieme ad altre decine di persone è stato portato alla casa della masseria. Con lui c'erano i suoi familiari. Sette di loro, dai 12 ai 70 anni di età, sono stati trucidati e gettati nel pozzo. Mehmet deve la sua salvezza al fatto di avere un trattore. I serbi l'hanno cacciato via, intimandogli di trasportare a bordo.) del veicolo le donne e i bambini in Albania. I rit.rovamei)ti di fosse comuni e cadaveri di civili albati osi si moltiplicano negli ultimi giorni, anche perché i profughi rientrati a casa hanno immediatamente cominciato a cercare i loro cari. Quasi sempre è la gente rimasta sul posto a fornire i dettagli, sui massacri dei miliziani i Milosevic. I 64 cadaveri scoperti a Bela Crkva, nel Sud-Ovest del Kosovo, tra cui sette bambini uccisi con un colpo di pistola alla nuca da distanza ravvicinata, sono stati giustiziati per rappresaglia il 25 marzo, il giorno dopo le prime bombe della Nato sulla Serbia. I resti delle vittime, esaminati da esperti di Scotland Yard e dal Tribunale internazionale dell'Aia, sono stati deposti in un hangar dove sono venuti a recuperarli i loro congiunti. Adagiati su tavole di legno, coperti da bandiere albanesi, sono stati caricati a gruppi di tre su piccoli camion e rimorchi trainati da trattori e trasportati al cimitero per la cerimonia funebre. Le violenze del Kosovo sembrano non avere fine. Ieri è stato ucciso un ragazzo serbo di appena 14 anni, e altri due sono rimasti feriti in una sparatoria a Budriga, nel Kosovo sudorientale. Non si sa ancora chi abbia sparato al gruppo. Trovati da alcuni soldati americani della Kfor i tre sono stati subito trasportati all'ospedale da campo america- Ead no «Bondsteel». Ma il quattordicenne è morto poco dopo, in seguito alle ferite riportate. Ci sono state altre vittime serbe nel Kosovo settentrionale, quando è stato aperto il fuoco contro un'automobile. Uno dei passeggeri è rimasto ferito. A detta del portavoce della Kfor Louis Gameaud l'esplosione di un ordigno ha lievemente danneggiato il cortile del monastero serbo-ortodosso di Pristina. Dopo il ritrovamento di cinque cadaveri di serbi a Istok, il capo dei serbi del Kosovo Momcilo Trajkovic e il metropolita della Chiesa ortodossa Artemije hanno chiesto ieri alla Corte dell'Aia di aprire un'indagine sui crimini di guerra compiuti dagli albanesi contro i serbi. «L'autorità che Hashim Thaqi ha sugli albanesi del Kosovo lo rende il primo responsabile» hanno dichiarato i due, accusando il leader dell'esercito di liberazione del Kosovo. E'stato un profugo a portarli sul luogo del massacro, aveva assistito alla morte di sette suoi parenti M La riesumazione delle 64 vìttime del massacro di Bela Crkva, in Kosovo, avvenuto subito dopo i primi attacchi della Nato

Persone citate: Albanese, Brigata Garibaldi, Hashim Thaqi, Louis Gameaud, Mazreku, Mehmet Mazreku, Milosevic, Momcilo Trajkovic