Bossi commissaria il Piemonte di Paolo Colonnello

Bossi commissaria il Piemonte jsfi&,.«^ Bossi commissaria il Piemonte Via Cornino. Espulsi Gnutti, Ceccato e Bampo retroscena Paolo Colonnello MILANO SIGNORI, il repulisti della Lega e iniziato. 1.0 nostra base è fortissimo mu spesso ò mal rappresentata da chi preferisce architetture tattiche, che poi non vengono gradite dai militanti (ì dogli elettori, per questo occorre andare ol congrosso per decidere lo linea politico in vista dello grandi battaglie che attendono il Nord nello sua lotta di liberazione dol centralismo di Roma». Parola di Umberto Bossi che dopo gli strali di Pontida contro i dirigenti del partito, seguiti alla batoste elettorale, ieri ho dato corso ai fatti. Iniziando a commissariare il Piemonte, ottenendo le dimissioni di Domenico Cornino e abattendo fuori dallo Lego tre esponenti di spicco: il sonatore e ex ministro Vito Gnutti (che già avevu deciso di iscriversi ol gruppo misto), il senatore e prosidonto della Liga Veneta, Giuseppe Ceccato (elio pure ieri mattina aveva manifestato identiche intenzioni), o il deputato Paolo Bampo, che ultimamente non aveva perso occasione per marcaro lo differenze con la linea ufficiale dei vortici del partito. Il terremoto leghista ho avuto il suo epicentro ieri sera in via Bellerio, durante il consiglio fe- dcralc, l'organismo dirigente dol partito. Prima è toccato a Domenico Cornino, segretario del Piemonte, salire sul banco degli imputati per il pessimo risultato ottenuto nel capoluogo piemontese. L'accusa? «Apparentamento con il Polo» e quindi tradimento della linea politica che si vuole in contrapposizione con entrambi gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra. E' stato, a quanto pare, Bossi in persona a chiedere al suo dirìgente di dimettersi, «per coerenza», dalla carica di presidente dei deputati leghisti. E Cornino ha risposto rilanciando con le dimis¬ sioni anche da «segretario nazionale» dol Piemonte. Così la ragiono del Nord Ovest è stata immediatamente commissariata con la nomina a plenipotenziario di Bernardino Bosio, sindaco di Acqui Terme e il conseguente decadimento di tutte le cariche della segreteria regionale piemontese. Ma perché questa linea dura contro Cornino che aveva deciso, forzando un po' il partito, di schierarsi con il Polo e non ad esempio con l'ex sindaco di Milano, Marco Formentini che pure aveva espresso precise indicazioni di voto per la sinistra? «Formentini - taglia corto il senatore Mario Borghezio - è stato più lungimirante: aveva espresso in realtà una preferenza solo a livello personale ma non aveva stretto alleanze decisive e non aveva compromesso la Lega. Invece Cornino - prosegue Borghezio - aveva forzato gli "apparentamenti" con i partiti del Polo minacciando rotture all'interno del partito. Una decisione che si è rivelata un boomerang: non solo in Piemonte abbiamo perso, ma la base non ha minimamente risposto». Secondo Borghezio infatti l'elevata astensione leghista è stata determinata propno dalla confusione ingenerata da queste scelte di schieramento. All'interno del consiglio federale, per rimarcare il «tradimento alla linea» di Cornino si sottolineano particolari, come la decisione della Lega a Vercelli di presentarsi in lista «con la Fiamma Tricolore di Hauti», senza alcuna unità d'intenti e soprattutto senza accettazione del programma leghista. Borghezio ci aggiunge anche un tocco velenoso: «Tra l'altro poco prima del ballottaggio io stesso avevo depositato alla procura antimafia un esposto sul voto mafioso nei Comuni ad alta densità mafiosa nella provincia di Torino che sombra essere indirizzato ai par-' titi del Polo». Comunque sia, è stata una débàcle che adesso nel Carroccio si tenta di ribaltare con una rinfrescata della vecchia linea politica: né con Berlusconi, né con D'Alema. In attesa del congresso federale deciso sempre ieri dal consiglio per il 24 e il 25 luglio. «La strada scelta da Cornino spiega ancora Borghezio - era in contrasto con l'indirizzo strategico della Lega, ovvero contrapposizione frontale con i partiti romani, sia di destra che di sinistra. Le suo dimissioni e l'espulsione degli altri tre sono stati un atto di chiarezza». L'accusa? L'apparentamento con il Polo nei ballottaggi Il senatur: iniziate le grandi pulizie all'interno del Carroccio Il leader: «La nostra base è fortissima, ma spesso male rappresentata da chi preferisce architetture tattiche alle battaglie di liberazione» L'ex _ capogruppo della Lega della Lega isiord alla Camera Domenico Cornino con il leader del movimento Umberto Bossi In alto Silvio Berlusconi con l'ex Cancelliere tedesco Helmut Kohl