Centrosinistra, verso il simbolo unico di Guido Tiberga

Centrosinistra, verso il simbolo unico Ieri a Palazzo Chigi rincóntro fra i partiti della maggioranza per rilanciare Fazione del governo Centrosinistra, verso il simbolo unico Un nuovo vertice il 16, ma i Democratici frenano Guido Tiberga ROMA A vederli sfilare uno dopo l'altro all'uscita da Palazzo Chigi, i leader della maggioranza non sembrano figli di un'alleanza che negli ultimi tempi ha scricchiolato spesso. «Un incontro positivo», riassume Marini. «Siamo tutti d'accordo per rilanciare la coalizione, la maggioranza e l'azione di governo», spiega Dini. «La coalizione si è rafforzata», aggiunge Cossutta. «E* andata bene», sorride La Malfa. «E' andata molto bene», precisa Veltroni. «E' andata meglio di quanto ci si potesse aspettare», aggiunge Mastella. Oltre quattro ore di «proficuo scambio d'opinioni» al primo piano di Palazzo Chigi per trovarsi d'accordo sulla necessità di ripartire dopo la frenata elettorale, per restare discordi sui punti di divergenza, e per rimandare i possibili punti di rottura, dallo scontro sulla parità scolastica all'assetto da far assumere alla coalizione. «E' stato un incontro utile - dirà D'Alema nel pomeriggio - dal quale è emersa la forte volontà di lavorare insieme. Gli obiettivi sono quelli di sempre: completare le grandi riforme dello Stato, della pubblica amministrazione, della scuola, degli apparati di cui il Paese ha bisogno e spingere per la ripresa economica e dell'occupa zione :i. Per D'Alema, ieri ò stato firmato un patto di legislatura. «La maggio¬ ranza - spiega - intende svolgere questa sua funzione: la cosa che mi è parsa più importante è che, nello stesso tempo, si è deciso di attivare un processo politico per dare al centro-sinistra una configurazione più unitaria, per arrivare alle elezioni regionali e poi alle politiche con candidati e simboli unici». Per questo obiettivo sarà convocato un nuovo vertice, lontano da Palazzo Chigi, aperto ai soli leader di partito. «Io devo pensare a governare», replica D'Alema a chi gli chiede se e come parteciperà al vertice bis, programmato per il 16 luglio. «E' giusto che questa riunione si faccia - avrebbe detto D'Alema all'inizio del vertice - E che si faccia in una sede che non sia questa. Poi fatemi sapere come si fa a candidarsi alla leadership. Fate un regolamento e, primarie o non primarie, ditemi se serve un concorso, un esame o se devo portare dei titoli. Ma sappiate che io sarò in corsa...». Sull'assenza del premier al vertice-bis, da tenersi «rigorosamente in campo neutro», pare abbiamo insistito soprattutto i Democratici. «Non spetta a me fare gli inviti spiega il capogruppo Rino Piscitello - Ma D'Alema è il capo del governo ma non il capo della coalizione. Non è nelle stesse condizioni di Prodi: il Professore era stato mandato a Palazzo Chigi dai cittadini, lui no...». Il 16 luglio, come dice il leader socialista Enrico Boselli, «si tratterà di vedere se i partiti che sostentilo la maggioranza sono tanti o sono troppi. Il problema non è quello di stabilire un simbolo unico, ma di stabilire quale sarà questo simbolo, quale il nome dell'alleanza, quali saranno le forze che faranno parte della coalizione». Un Ulivo-2, magari allargato a Mastella e Buttiglione? Veltroni non ha dubbi sul simbolo da utilizzare: «L'unico che può permetterci di vincere lo abbiamo già: ed è l'Ulivo». Anche qui, però, sorgono le perplessità dell'Asinelio. Parisi, che nel pomeriggio esultava perché il governo aveva «condiviso le posizioni dei democratici», in serata preme sul freno: «C'è qualcuno che corre troppo - dice iLvicepresidente dell'Asinelio -. E sopratutto sta correndo dalla parte sbagliata. Le costruzioni si fanno dalle fondamenta, non dal tetto. Il simbolo? Posso assicurare che noi ci rifiuteremo di cominciare dal tetto...». Rinviato di una settimana il dibattito sul futuro politico, il vertice di maggioranza ha poi fissato le linee per le prossime scadenze parlamentari, a partire dal Dpef, dalla legge elettorale e dal conflitto d'interessi. Sulle pensioni le posizioni sono rimaste quelle note, con una vasta parte della maggioranza decisa a non inasprire il contrasto con il sindacato, di fronte ai frutti relativamente limitati che si potrebbero ottenere da un intervento immediato sulle pensioni di anzianità. «Su queste cose l'effetto annuncio è fondamentale - avrebbe aggiunto Mastella -, E D'Alema l'annuncio lo ha fatto addirittura prima dei ballottaggi...». Il premier avrebbe ribadito la sua intenzione di non rompere il rapporto con le parti sociali: «Possono esserci stati errori sui tempi, ma non abbiamo intenti punitivi. Dico solo che prima ci liberiamo di questo problema e meglio è...». Anche perché, aggiunge Rocco Buttiglione, «più tempo si attende e maggiori saranno i sacrifici. Se si taglia oggi a rimetterci saranno gli italiani che hanno tra i 45 e i 60 anni di età. Ma se si aspetta, i più anziani tra questi andranno in pensione. E gli altri dovranno pagare di più». Proprio Buttiglione è stato protagonista dell'unico alterco della riunione. «Tu non puoi venire qui a imporci dei diktat», sbotta Boselli dopo che il leader del Cdu ha posto l'approvazione della parità scolastica «entro luglio» come condizione per restare al governo. Sulla questione, tamponata da Veltroni con la proposta di far marciare di pari passo parità e riforma dei cicli, si terrà una riunione ad hoc la settimana prossima. «La parità era nei programmi - commenta Buttiglione in serata -. Se hanno cambiato idea non hanno che da dircelo: e noi ce ne andiamo. Un ricatto? Siamo quattro gatti, D'Alema non cadrà per così poco. Certo, dopo le Europee, senza di noi non avrebbe più la maggioranza nel Paese...».

Luoghi citati: Roma