Ut SCIUPA
Ut SCIUPA Ut SCIUPA Esperto di diritto civile, Andrea Velo da otto anni al vertice della Corte d'appello di Roma. La sua carriera si è svolta quasi tutta in Cassazione, dove è giunto nel 71.; come addetto al Massimario. Nominato nel 73 consigliere, si è occupato della sezione Lavoro, all'entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori; quindi nell'83 il «salto» a presidente di,sezione della Suprema Corte, dove è rimasto fino al 1991. Autore di scritti scientifici, nei '95 ha fatto parte anche delia Commissione del ministero della Giustizia per la revisione dell'ordinamento giudiziario. Non è iscritto a correnti dell'Anni, ma è considerato vicino all'area più moderata della magistratura La nomina al vertice della Suprema Corte favorita dalla rinuncia di La Torre, che andrà in pensione fra 2 mesi Ciampi: «Ho apprezzato il senso istituzionale dimostrato da La Torre» Le felicitazioni di Luciano Violante posto importante come quello di pg della Suprema Corte. In particolare il Capo dello Stato, che come di consuetudine non ha votato, ha espresso a La Torre «apprezzamento per il senso istituzionale dimostrato», indicando il suo comportamento come «esempio sul modo di esercitare le proprie responsabilità nei confronti delle istituzioni e della propria coscienza». Poco dopo la nomina, il presi¬ tonio La Torre. La scelta di La Torre di ritirarsi, per la quale il Pg ha ricevuto anche i ringraziamenti di Ciampi e del Plenum, è stata motivata da due ragioni. Innanzitutto, il fatto che andrà in pensione a breve, il che gli avrebbe impedito di assicurare un adeguato periodo di permanenza nel nuovo incarico. Ma anche il fatto che la sua eventuale nomina a primo presidente avrebbe lasciato vacante un i Il procuratore di Palermo, Gian Carlo Caselli «No. Anzi, proprio noi avevamo segnalato per tempo che la lotta alla mafia è un problema aperto, di importanza nazionale, che Cosa nostra è tutt'altro che sconfitta. Il ritorno alle armi, purtroppo, ha confermato le nostre preoccupazioni», [d.c.d.l nomi che si fanno per il nuovo capo della Procura sono validi. Ma il vero punto di forza è la squadra, la sua coesione, la sua professionalità». Forse la mafia era stata data per sconfitta troppo presto. In tutto i candidati per sostituire II nuovo direttore degli istituti di pena italiani sono tredici, compreso anche Rosario Priore, il magistrato che si è occupato della strage di Ustica mafia. Nella corsa alla poltrona di procuratore concorrono tredici magistrati. Si tratta, in ordine di anzianità, di Giovanni Puglisi, capo dei gip di Palermo, Rosario Priore, giudice istruttore che si occupa di Ustica, Leonardo Guarnotta, presidente della seconda sezione del tribunale di Palermo, in cui si svolgono i processi all'onorevole Marcello Dell'uni e all'ex ministro Calogero Marmino; Giancarlo Tarquini, procuratore di Brescia, Maurizio Rossi, ispettore al ministero, Bruno Ferrara, presidente del tribunale di Cassino, Rocco Lombardo, procuratore di Locri, Pietro Grasso, procuratore aggiunto della Dna, Francesco Messineo, procuratore a Termini Imerese, Rosario Minna, sostituto procuratore generale a Firenze, Sebastiano Sorbello, procuratore di Asti, Guido Lo Forte, procuratore aggiunto e Carlo Mastelloni, giudice a Venezia. II. a
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