LIPPI dopo l'era Juventus il 2000dell'Inter

LIPPI dopo l'era Juventus il 2000dell'Inter Il tecnico prenderà in mano i nerazzurri il 19 luglio: ecco i suoi piani per il rilancio LIPPI dopo l'era Juventus il 2000dell'Inter Roberto Beccantlni B! ILANCI, analisi, progetti. La sera del 7 febbraio Marcello Lippi lasciava la Juve. Il 19 luglio, prenderà per mano l'Inter. Il suo calcio è questo. Luglio, mese di ricorrenze: che cosa ha insegnato il Mondiale della Francia? «Di rivoluzionario, nulla. Sul piano tattico, viceversa, ha rivalutato la figura del fantasista e accentuato l'importanza dell'organizzazione di squadra, questa propedeutica a quella». In parole povere? «Se copri bene il campo, trasformando il gruppo in un blocco, puoi permetterti un rifinitore a supporto delle punte». Per Boban, lei è stato il primo, in Italia, ad avviare il processo, complice, e interprete, Zidane. «E un rilievo che mi onora». Luglio fu il mese di Zeman. «L'abuso di farmaci, già. Non ho cambiato idea. A livello amatoriale, resta una piaga: e proprio per questo, sono convinto che le sparate di Zeman abbiano contribuito a sollevare il velo delle ipocrisie. In ambito professionistico nel calcio, almeno - il discorso è diverso. Non esiste un doping di regime, come nel ciclismo. Non ci si droga per migliorare la prestazione e, dunque, con l'intento, palese, di barare. Se mai, si ricorre a integratori, comunque leciti, per agevolare i recuperi: dopo un infortunio, o da un impegno all'altro. Facciano pure tutti i controlli che vogliono: non ho paura». Sarà, ma la Juve è crollata. «E' una domanda che non accetto. Presuppone una malvagità che esula dai miei metodi di giudizio». Dall'operazione-Vieri al contratto Del Piero: non sarebbe ora di fissare dei paletti? «Sono cifre che non mi spaventano e, tanto meno, mi scandalizzano. I diritti-tv hanno trasformato il mercato». Trasformato o stravolto? «Io dico trasformato. Scoppierebbe, il calcio, se dovesse vivere, esclusivamente, di quello che produce. Le sue fortune sono legate alle grandi famiglie e ai grandi personaggi: gli Agnelli, Berlusconi, Ceccni Gori, i Tanzi. E' un'azienda anomala: più la si dà per morta, più resuscita, e si espande». Secondo lei, che senso ha sbarazzarsi di Vieri per arrivare ad Anelka? «In effetti, ha poco senso. Ma io non sono Cragnotti: è a lui che dovrebbe rivolgersi». Galliani vede un campionato sempre più spaccato: sette contro undici. Non sarei così drastico. Ogni anno, ci scappano sempre due o tre sorprese: in positivo e in negativo. Prenda l'ultima stagione: Udi¬ nese e Bologna in Uefa, Juve in Intertoto, Inter fuori dall'Europa. Le apparenze continuano a ingannare: soprattutto in un torneo duro e selettivo come il nostro». A che punto è la rifondazione dell'Inter? «Se arriva un esterno sinistro Candela, per esempio - siamo a cavallo». Peruzzi, Paulo Sousa, Jugovic, Baggio hanno muscoli cagionevoli: auguri «Se permette, sull'argomento ho la presunzione di saperne più io di lei. E allora, tranquillo: Sousa, mi ha garantito il fisioterapista che lo ha in cura, sta meglio, addirittura, di quando si presentò a Torino, nell'estate del 1994». Perché Blanc: i suoi centrali - da Kohler a Correrà, da Ferrara a Iuliano e a Monterò sono sempre stati spiccatamente difensivi. «Non Monterò. Monterò sa impostare, e partecipare. Con Blanc, ma anche con l'anneri e Jugovic, voglio inviare un messaggio chiaro e forte. L'Inter che ho in testa sarà profondamente diversa da quella che ho affrontato. Come schemi, come spirito, come tutto. Faccia mente locale: sono giocatori che sanno a memoria che cosa bisogna fare per vincere. E poi, e non guasta, Blanc e Domoraud sono stati insieme a Marsiglia. Nella ricostruzione, ho seguito due direttrici: una, di gioco; l'altra, di tempi. Diventare competitivi subito: il nostro problema combacia con il nostro obiettivo». La sua Inter avrà un n. 10? «Penso proprio di sì». Baggio o Recoba? «Un passo alla volta. Precedenza alla compattezza difesa-centrocampo. E' lì che intendo metter mano sin dall'inizio per poi dedicarmi al resto». Ronaldo? «Un nostro uomo lo sta marcando in Paraguay. Io lo controllo in tv: l'ho trovato asciutto, dimagrito, intraprendente. Ronaldo e Vieri sono le ciliegine: manca la torta». Vampata? «E' un centrocampista completo, che sa leggere la partita». Lippi, Capello: ritornano i signori degli scudetti. «C'è una bella differenza, fra me c Fabio. Fabio è stato fermo un anno, profumatamente pagato dal Milan. Io, per essermi dimesso cinque mesi fa, ho rinunciato a un bel po' di soldi». Ci parli di Moratti. «E', per natura, un generoso e un entusiasta. Non solo: sa di aver commesso degli errori». E' il primo mercato che ha lasciato al suo allenatore. «Concordo in pieno, c me ne assumo la responsabilità». Niente coppe europee. «Potrebbe essere un vantaggio: la fresca esperienza del Milan mi rincuora. La coppa Italia ci tocca marginalmente. Scudetto, e basta: per (mesto, ho preteso una rosa circoscritta a non più di 2223 elementi». Peruzzi, Sousa, Jugovic, Baggio, Vieri: sono costole della sua Juve. «Mi creda: non è un caso». I suoi rapporti con Giraudo e Moggi? «Buon campionato a tutti. Anche a loro». fi £ la squadra che ho in testa sarà assai differente da quella che ho affrontato con i bianconeri e deve essere subito competitiva; Ronaldo e Vieri sono le nostre ciliegine: manca la torta BJ p co i ntus suoi piani MaIme B8I m ; Mm Marcello Lippi si prepara a «ricostruire» l'Inter Il tecnico crede nel blocco ma punta su Ronaldo (a sin ) e su Christian Vieri (sotto)

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