Gavazza, è elettronica la nuova frontiera della musica di Giangiorgio Satragni
Gavazza, è elettronica la nuova frontiera della musica LA CAMERATA CASELLA AL CASTELLO DI RIVOLI Gavazza, è elettronica la nuova frontiera della musica Giangiorgio Satragni Non capita spesso l'occasione, a Torino, di parlare della musica elettronica e di nuove ricerche in questo campo, ma da cjualche tempo esiste un centro che studia espressamente il rapporto fra tecnologia e arti. Si tratta dell'Accademia Intemazionale Arti e Media (tei 011/4365422), presso la quale, la settimana scorsa, ha avuto luogo un atelier incentrato sull'ut iliz/.o di modelli fisici nella sintesi di suoni e immagini. Si è trattato dunque di alta specializzazione informatico-musicale grazie all'ospitalità che l'Accademia Arti e Media ha dato a un centro di ricerca di Grenoble, l'Acroc, che sta per Association pour la Création et la Recherche sur les Outils d'Expression. Difatti Giuseppe Gavazza, musicista torinese e anima musicale di Arti e Media, è compositore in residenza presso l'Acroc, ed egli ha voluto presentare a Torino i sistemi di elaborazione del suono sperimentati in Francia insieme a risultati di lavoro. Prima di una giornata di convegno al Centro Cultural Frantais, si è infatti tenuto un concerto della Camerata Casella in una sala del Castello di Rivoli, collocando così la musica contemporanea nel museo di arte contemporanea. E sulla musica collocata e circolante nello spazio tramite altoparlanti disposti circolarmente ed elaborazione alla consolle si basava il programma di musica elettronica (con regia del suono di Pierre Dutiìlcux), dove l'unico brano non sviluppato con i sistemi dell'Acroe era "Elementa" di Jean-Claude Risset, in cui il nastro magnetico riproduce e rielabora suoni dei quattro elementi naturali. Gavazza è stato l'unico, nella prima assoluta de "La natura delle cose", a prevedere la fìsica presenza di un esecutore insieme all'elaborazione digitale, il percussionista Alain Lafuente, impegnato con vari strumenti nella sovrapposizione di ritmi diversi ai suoni di sintesi emessi in doppia stereofonia. L'altra prima assoluta era "ThriU" del tedesco Ludger BrLmmer, dove i suoni del nastro magnetico, interamente creati attraverso modelli fisici, andavano da lontananze metafisiche a cataclismi apocalittici. Decisamente monotoni, invece, i venti minuti di "Tiefen" dell'ecuadoriano Mesias Maiguashca, specie nell'oscurità da seduta medianica.
Persone citate: Alain Lafuente, Claude Risset, Gavazza, Giuseppe Gavazza
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