L'emozionante «carica» dei carabinieri a cavallo
L'emozionante «carica» dei carabinieri a cavallo Dopo nove anni, per il centenario Fiat L'emozionante «carica» dei carabinieri a cavallo Ottomila persone ieri al parco Raffini per assistere allo storico carosello Ci voleva il centenario della fondazione della Fiat per riportare a Torino il carosello equestre del reggimento carabinieri a cavallo, nove anni dopo la rievocazione organizzata al vecchio stadio comunale in occasione dei campionati mondiali di calcio, 22 giugno 1990. Ieri sera, i due squadroni di 84 cavalieri che celebrano la carica del 1848 a Pastrengo, quando i militari dell'Arma respinsero l'esercito austriaco salvando la vita a re Carlo Alberto, sono scesi sul suggestivo campo di parco Ruffini, su un terreno illuminato a giorno dai potenti riflettori dell'impianto e appesantito dall'acquazzone del tardo pomeriggio. Un'ora di esercizi ed evoluzioni, sotto lo sguardo rapito di 8 mila persone che hanno applaudito tutte le figure e soprattutto quella dei cinque cerchi, omaggio alla recente assegnazione delle Olimpiadi invernali e alla presidente del comitato Torino 2006, Evelina Christillin, presente ieri sera al Ruffini insieme con il marito, Gabriele Calatori di Genola. Affollato il palco delle personalità. C'erano il presidente onorario del Fiat, avvocato Giovanni Agnelli, e l'amministratore delegato del gruppo, Paolo Cantarella; il vice comandante dell'Arma del carabinieri, generale Giorgio Cancellieri; il comandante militare regionale, generale Silvio Mazzaroli; il comandante regionale dei carabinieri, generale Domenico Di Napoli. E poi il prefetto Mario Moscatelli, il sindaco Valentino Castellani, il presidente della Regione Enzo Ghigo. E ancora: i militari che hanno reso possibile l'evento, dal colonnello Adrio Petraccini, comandante del reggimento dei carabinieri a cavallo, al colonnello Tullio Del Sette, comandante provinciale. Difficile definire che cos'è il carosello equestre: spettacolo, sì, ma anche, anzi soprattutto, la testimonianza palpabile di che cos'è una carica, e quanto contino in un campo di battaglia la disciplina militare e l'affiatamento tra l'uomo e il cavallo. Ecco dunque le due fanfare, quella a piedi dei militari della scuola allievi carabinieri di Roma e quella a cavallo. Ed ecco i due squadroni: i grigi da un lato, i sauri dall'altro. Fanno il loro ingresso sul terreno intorno alle 22,30, dopo la sfilata delle auto storiche Fiat. Precedute dalla loro mascotte, un cangnolino addestrato a lavorare con i cavalli, si schierano al centro per i saluti alle autorità e danno inizio alla manifestazione. Gli altoparlanti diffondono la voce del tenente colonnello Galvaligi, che commenta per il pubblico gli esercizi di cavalli e cavalieri. Dopo una serie di figure di maneggio, si arriva al culmine con il giro di carica attorno al campo, preludio alla battaglia finale. Gli ottomila del Ruffini sono tutti in piedi. Fuori, i molti che non sono riusciti a entrare (l'ingresso era rigorosamente a inviti) sbirciano fra le grate, cercando di cogliere almeno un passaggio della storica rievocazione del gruppo squadroni Pastrengo. «Un momento significativo non solo per l'Arma - dice lo speaker - ma per la patria». Il corteo dei carabinieri a cavallo mentre entrano ne campo di parco Ruffinl attrezzato per la manifestazione e l'emozionante carica finale Sotto il generale Domenico Enrico Di Napoli
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