Senza lavoro, il rischio è a 40 aani di Marina Cassi
Senza lavoro, il rischio è a 40 aani Nell'ultimo anno la disoccupazione in questa fascia di età è aumentata del 10 per cento Senza lavoro, il rischio è a 40 aani Dodicimila iscritti al Collocamento dopo essere stati espulsi dalle aziende Marina Cassi Quarant'anni una volta erano la piena maturità, oggi - proprio quando chi li ha si sente, si vesto, si comporta come un ragazzo - sono invece un'età insidiosissima per chi il lavoro lo perde. Trovarne un altro non ò facile, persino per chi ha una elevata professionalità: le imprese preferiscono i giovani. Così una pletora di manovali e impiegati, contabili e dirigenti vivono lo stress dolla perdita del posto, un evento che, oltre a abbattere il reddito familiare, precipita il ncoinoccupato in una drammatica crisi di identità sociale. A Torino al Collocamento sono iscritti quasi 12 mila disoccupati tra i 40 e i 49 anni (il 12% del totale) e oltre 7 mila con più di 49 (l'B%). E di questi l'I 1% lo sono da più di due anni. La percentuale maggiore di disoccupati ha titoli di studio bassi o medio-bassi, sono gli espulsi dalle imprese a seguito di ristrutturazioni - un fenomeno molto forte negli Anni '92-'93-'94 e che ancora oggi fanno sentire i loro effetti - o per crisi aziendale. Nei disoccupati tra i 40 e i 49 anni il 41,7% non ha alcun titolo, il 45,7 la sola licenza media, il 2,4 una qualifica, ma l'R,7 ha un diploma e l'I,6 la laurea. Tra i disoccupati con più di 49 anni le percentuali di quelli con un titolo di studio scendono, ma rimangono pur sempre il 4,4 per i diplomati e1*1,1 per i laureati. Anche tra chi è in mobilità a seguito di crisi aziendale il 30% ha tra i 49 e i 50 anni e il 6% oltre i 50. E negli anni è aumentata la percentuale di chi è in mobilità pur con titoli di studio: era il 4,6% di diplomati e l'l% di maturati nel '92; sono stati il 10,8 e il 2,17 (con l'I,84 di laureati) nel '98. Spiega Mauro Ferrarese dell'Agenzia per l'impiego: «Noi primi Anni Novanta ci sono state decine di ristrutturazioni e allora lo aziende hanno eliminato persone con una certa età. Negli anni più recenti si tratta di crisi e in quel caso dalle imprese escono tutti, giovani e anziani, operai e quadri, impiegati e dirigenti». In sci anni poco meno della metà di chi è stato in mobilità ha trovato un nuovo lavoro. Dice Ferrarese: «In un momento in cui stanno peggiorando le garanzie per tutti, anche per chi è in mobilità le opportunità ci sono per lavori a termino e senza vincoli». I disoccupati oltre i 40 anni sono cresciuti secondo l'assessore comunale al Lavoro, Bruno Torresin, del 10% nell'ultimo anno: «E' l'effetto dell'espulsione dalle aziende e le opportunità di lavoro si sono azzerate per chi non ha professionalità particolari. Uno dei punti più dolenti della disoccupazione sono le persone oltre i quarant'anni espulse dalle imprese: nessuno li vuole e spesso hanno una famiglia da mantenere con il loro solo reddito». E ragiona su alcuni dei tanti paradossi dol mercato del lavoro: «Dopo una certa età non c'è occupazione né per il manovalo né per il laureato. Come dice il sociologo Luciano Gallino il periodo di occupabilità si è accorciato ed è diventato di 20-25 anni; si entra a vent'anni, ma a 45 si è già fuori». . Torresin mette in discussione un caposaldo delle politiche dell'impiego, quello degli incentivi all'assunzione di giovani: «Per le imprese non è conveniente assumere quarantenni: non ci sono incentivi. Se prendono un ingegnere di 25 anni costa meno e ha una formazione più recente. Se prendono un operaio o un impiegato giovane possono tenerlo in contratto di formazione fino a 32 anni. I meccanismi di incentivo alle assunzioni creano disparità sociali. E poi c'è il problema della formazione permanente: si fa ovunque: in funzione di prevenzione del rischio di perdita del lavoro, ma in Italia non esiste». E a Torino ci sono oltre 280 dirigenti senza occupazione (e alcuni sono disoccupati da 4-5 anni) nella banca dati dell'Associazione dirigenti di aziende industriali. Dice il presidente: «Orala situazione è un po' migliorata, ma negli Armi '93'94'-95 c'erano in Italia 5 mila dirigenti l'anno che perdevano il posto; adesso accade a circa mille». E le maggiori difficoltà di reimpiego ci sono per chi ha più di 50 anni. Una manifestazione di lavoratori espulsi dalle fabbriche in crisi e rimasti senza lavoro l'anno scorso
Persone citate: Bruno Torresin, Luciano Gallino, Mauro Ferrarese, Torresin
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