PAROLAIO di Pierluigi Battista

PAROLAIO PAROLAIO Pierluigi Battista LA VITA È (QUASI) BELLA. Un complimento o una stroncatura? Un elogio o una manifestazione d'antipatia? Intervistato da Repubblica, Roman Polanski dedica considerazioni zigzaganti, sussultorie, intermittenti all'indirizzo di La vita è bella di Roberto Benigni. Complimento: «il film è estremamente emozionante». Stroncatura: «esteticamente è brutto». Sì: «straordinariamente comico». No: «fotografato male». Su: «l'attore è un fenomeno». Giù: «gli attori non sono eccezionali». Promosso: «un grande film». Bocciato: «non è girato bene». Ok: «uno dei film più interessanti dell'ultimo anno». Ko: «la fotografia qui è piatta come in un racconto per la televisione». Se si chiedesse a Polanski se è d'accordo con gli Oscar a Benigni la sua risposta sarebbe: forse che sì forse che no, eccome ma neanche per sogno, positivo e negativo, certamente sì e certamente no. Chiaro? Forse. LA MISURA È STOCCOLMA. Come dare una rasoiata con eleganza, screditare una blasonata istituzone con una battuta sarcastica, sgonfiare un pallone pieno d'aria con l'ironia acuminata? Semplice: rispondere come Alberto Arbasino alla domanda di Sette su quale sia, a suo giudizio, «un libro noiosissimo, a sconsigliare anche al peggior nemico». La risposta sferzante di Arbasino suona così: «La lista dei premi Nobel può dare i suggerimenti più efficaci». Il Nobel per la letteratura? Una boiata pazzesca. Finalmente. LA PROVA DEI NOVE. La Repubblica riporta alcuni passaggi dell'introduzione di Nanni Balestrini e Aldo Nove al testo che accompagna l'ultimo disco di Assalti Frontali, celebratissimo gruppo rap. Il duo Balestrini-Nove scrive, a proposito dei «buoni testi di canzone», che colpisce «l'indifferenza o il pressapochismo, tipicamente italiano, nei confronti della parte musicale». Esempi di «pressapochismo»? «Guccini o De André» o comunque «tutto il cantautorato italiano». Però. Senza considerare che, sempre secondo il citato duo, «una volta arrivato in Italia il modulo dylaniano», questo «pressapochismo» si sarebbe «imposto come canone unico, paranoico, nel veicolare testi di valore». Suggestiva l'ipotesi del duo. Ma perché il «veicolare» dovrebbe essere stato «paranoico»? Mistero fitto (colpa del «cantautorato italiano», certamente). LA FAMA DELLA FAME. In una oltremodo vivace tenzone polemica tra Carlo Freccerò e Marco Bellocchio riportata .''ai giornali italiani, si apprende che il direttore di Raidue interpreta come una parabola discendente l'itinerario creativo del regista: «Pei stato grande, soprattutto nella prima parte della tua carriera artistica. L'incontro con lo psicanalista Fagioli ha appesantito il tuo talento. Perdinci. Ma Freccerò, da (ex) trasgressivo a (ex) trasgressivo dedica a Bellocchio un'altra, enigmatica freccerata polemica: «Se i registi italiani fossero più erotici e meno anoressici, sarebbe tutto più facile». D'accordo? Ma chi sono i registi troppo «anoressici» e poco «erotici»? Boh. Intanto, buon appetito. DI TUTTO, DI MENO. Il consiglio di amministrazione della Rai ha inviato un decalogo ai «direttori di rete e di testata» dove si dettano le regole per recensire il libro di un dipendente. Si raccomanda «sobrietà. Non bisognerà caricare di particolare enfasi, attraverso servizi e interviste, la notizia». Ottima e meritoria iniziativa. A quando un decalogo per la presentazione sui giornali dei libri scritti da collaboratori della testata? Lo scrittore Aldo Nove. Nella foto in alto il regista Roman Polanski

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