La Bnl si muove, l'Ina la segue e Fossa è in pista per la Sea di Valeria Sacchi

La Bnl si muove, l'Ina la segue e Fossa è in pista per la Sea I NOMI E OLI AFFARI La Bnl si muove, l'Ina la segue e Fossa è in pista per la Sea Valeria Sacchi A Milano per il convegno modiale dei cambisti, i I governatore Antonio Fazio fa sfoggio di insolito ottimismo sia sulla ripresa dell'economia italiana sia sul riassetto del sistema bancario di casa nostra, che «grazie all'impulso della Vigilanza attraversa, già da alcuni anni, una fase di profonda evoluzione». Detto da un signore che negli ultimi mesi ha fatto naufragare due Ops sul nascere, la dichiarazione è importante. Il primo segnale del nuovo corso è già arrivato: il via libera a Giovanni Bazoli per l'offerta di scambio di Intesa su Comit. Forse, a ben guardare, le due operazioni bocciate erano troppo «nazionali», potremmo azzardare «provinciali», rispetto al con- Cesare Geronzi lesto europeo. E difatti, nel frattempo, con la benedizione di Bankitalia gli olandesi di Abn Amro sono divenuti importanti partner della Banca di Roma guidata da Cesare Geronzi, ilpresidente della Deutsche Rolf Breuer ò sulla strada per portare al 5% la sua partecipazione nell'Unicredito Italiano presieduto da Lucio Rondelli. Mentre, in Intesa, il Crédit Agricole è primo azionista e ben intenzionato a restar tale, come dimostra il fatto che un suo alto dirigente: Christian Merle ha da pochi mesi assunto nel polo lombardo-veneto il ruolo operativo di direttore generale. Dal che se ne deduce che i critici di Fazio erano in errore. Non per ambizione di dominio egli ha detto «no» alle aggrega¬ zioni tra l'istituto di Luigi Arcuti e Bancaroma o tra Unicredito e Commerciale, ma perchè mancavano delle indispensabili proiezioni internazionali. Accasata (così pare) Comit con Intesa, ecco tornare sotto i riflettori l'Ina presieduta da Sergio Siglienti. Un gruppo di bancassurance che ha nel portafoglio due partecipazioni ambite: Bnl e «anconapoli. Ed ecco riaffiorare nelle cronache vecchi progetti. Come quello che riassumeva le mire delle Generali e del vicepresidente Gianfranco Gutty sulla compagnia guidata da Lino Bonassi. Anche se, con il rafforzamento del nocciolo di riferimento, l'Ina appare oggi in grado di difendere, se vuole, la propria autonomia. Contempora- Lucio neamente ri- Rondelli Luigi Arcuti parte forte al listino la Bnl presieduta da Luigi Abete, mentre si avvicina la riapertura del dossier sulla fusione con il Banco di Napoli guidato da Federico Pepe. Il golden boy Gerardo Braggiotti è sempre più golden. In diciotto mesi esatti dal suo addio alla Madiobanca dove era entrato in rotta di collisione con l'amministratore delegato Vincenzo Maranghi, eccolo entrare nel comitato esecutivo della nuova holding Lazard, frutto della riorganizzazione della banca d'affari decisa dal patron Michel DavidWeill. Dove siederà accanto a David Verey che guida la Lazard londinese, Bruno Roger partner a Parigi e a tre capi della Lazard di New York: William I.oomis, Norman Eig e Kenneth Jacobs. Uscito dal consiglio Comit dopo l'assemblea del ribaltone, il re della scarpa italiano Diego Della Valle ha messo a segno un'operazione targata Inghilterra, comprando il 6% del capitale della «Church». Forse nella prospettiva di arrivare per tappe al controllo dell'azienda famosa per le sue scarpe fatte a mano, dove è ancora alla guida la famiglia fondatrice: i Church. Alla presidenza della Sea, la società che gestisce gli aeroporti cittadini, il sindaco di Milano Gabriele Albertini vuole chiamare Giorgio Fossa. Lo ritiene uomo adatto a succedere a Giuseppe Bonomi e ad affiancare il neo amministratore delegato Tomaso Quattrin nel compito di portare la società alla privatizzazione. Tuttavia, sul- Sergio la designazio- Siglienti ne del presidente di Confindustria pesa un conflitto di interessi che potrebbe contrastarne la nomina in Sea. Insieme al presidente di Rcs Cesare Romiti, Fossa fa parte infatti di una cordata che si era dichiarata interessata alla privatizzazione della stessa Sea, in competizione con altri gruppi come quello che vede la Cir di Carlo De Benedetti alleata agli inglesi di Baa, o Gilberto Benetton alleato al presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera. Tra i molti meriti del riconfermato commissario Cee Mario Monti, c'è la battaglia vinta per la abolizione dei duty free. Una guerra guerreggiata dalla lobby dei duty aeroportuali con spreco di uomini e mezzi. Lungamente e inutilmente. Mercoledì scorso, vigilia della fine del regime che consentiva vendite di prodotti esentasse, all'ingresso del duty free di Zaventem, scalo di Bruxelles, campeggiava una grande scritta: «Domani i nostri prezzi saranno uguali». A dimostrazione che i duty erano vere e proprie miniere di diamanti. Il padrone di Bertelsmann Reinhard Mohn, quinta generazione di editori, sulla soglia dei 79 anni ha deciso di assicurare continuità e indipendenza al suo gruppo, uno dei maggiori del mondo e primo in Europa. Trasferendo il 90% dei diritti di voto a una nuova società di gestione della quale faranno parte sei azionisti, tra cui Mark Wossner e Thomas Middelhoff, presidente e amministratore delegato di Ber- TronchèttT telsmann. Provera L Lii Si ThèT Cesare Geronzi Lucio Rondelli Luigi Arcuti Sergio Siglienti TronchèttT Provera Luigi Abete

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