Veleni su Berlusconi e Ciampi

Veleni su Berlusconi e Ciampi Veleni su Berlusconi e Ciampi Brusca: conoscevano la strategia diRiina CALTANISETTA «Il governo precedente a quello Berlusconi aveva avuto modo di sapere, attraverso i servizi segreti, che era in corso una strategia stragista, ma non si era attivato per impedirla. Lo ha detto Giovanni Brusca deponendo al processo d'appello per la strage di Capaci, a Caltanissetta. «Lo feci sapere a Berlusconi ha aggiunto - perchè utilizzasse la circostanza politicamente». Brusca ha ripercorso le tappo dei disegni stragisti di Cosa Nostra dal '91 al '93, accompagnati dalle due presunte trattative con lo Stato: il papello, che faceva capo ad Antonino Cina e a Ciancimino, e i contatti con Paolo Bellini. L'ha definito un «progetto criminale aperto», che prevedeva numerose altre vittime, dai ministri Martelli, Mannino e Andò, al presidente del maxiprocesso Giordano e al vice Grasso. Obbiettivo: il cambio di referenti politici parallelo a un'analoga modifica di quelli economico- imprenditoriali. Brusca ha aggiunto che nel '91 Riina voleva sostituire l'Impresem di Filippo Salamone con l'impresa Reale nei rapporti tra Cosa nostra e i politici. In questo contesto il pentito ha riferito che il boss Antonino Buscemi aveva un rapporto privilegiato con il gruppo Ferruzzi - Gardini e aveva «nello mani un magistrato: il nome l'ho fatto nel corso delle indagini preliminari, ma adesso non lo voglio dire», ha aggiunto Brusca. Poi però fatto il nome di un funzionario della Regione siciliana, «tale Pignatone», che avrebbe avuto un «ruolo di filtraggio» in un appalto. «E ha lasciato intendere, anello se non lo ha detto - ha dichiarato il pm Tescaroli - che questo magistrato era figlio di questo funzionario». Giuseppe Pignatone, procuratore aggiunto di Palermo, ha dichiarato: «Sono affermazioni fuori della realtà». [La.]

Luoghi citati: Caltanissetta, Capaci