Usa-Russia, sul Kosovo rissa continua di Giulietto Chiesa

Usa-Russia, sul Kosovo rissa continua Lo rivela Interfax dopo che tre Paesi avevano impedito il sorvolo agli aerei con i para di Mosca Usa-Russia, sul Kosovo rissa continua Delegazione Nato al Cremlino per trovare un accordo Giulietto Chiesa corrispondente da MOSCA Una delegazione della Nate sarebbe giunta ieri, di sorpresa, a Mosca, per cercare ur chiarimento diretto sulla spinosa questione del contingente russo del Kfor. Se la notizia riferita ieri dalla agenzia interfax - risultasse confermata, segnalerebbe la presa d'atto di una situazione potenzialmente pericolosa. Nonostante la domenica dunque, niente riposo al ministero della difesa russo. Dove hanno dovuto ingoiare la nuova offesa infetta loro dal Pentagono. Sabato sera tardi un portavoce dello stato maggiore russo, citato da Interfax, aveva confermato che i piani di inviare altri sei aerei da trasporto a Pristina erano stati annullati. Per «cause di forza maggiore». La forza maggiore essendo quella, insindacabile, degli americani, che avevano ingiunto a ungheresi, bulgari e rumeni di negare il corridoio aereo di passaggio agli aerei russi. Così i 200 para, che erano già ai piedi delle scalette dei primi due voli, nell'aeroporto militare di Ivanovo, previsti per sabato, hanno dovuto tornare nelle caserme provvisorie. Gli Iliushin-76 hanno spento i motori e si aspetta di vedere quale sarà l'esito di un nuovo braccio di ferro tra Russia e America. L'umore dei militari russi si può immaginare pessimo. E inclino alla rivincita. Ieri ò giunta notizia, sempre da fonte Interfax, che i russi hanno accelerato all'improvviso le procedure di partenza delle navi dai porti del Mar Nero. Dovevano partirne tre in corso di settimana, dopo quella che era uscita sabato dal porto di Sebastopoli, in Crimea. Invece sono state fatte salpare subito. Come per far sapere alla Nato che, se ostacopla i voli, non potrà chiudere 1 mari. Le quattro navi-trasporto russe erano dunque ieri già in rotta vero il porto di Tuapse, dove ciascuna dovrà caricare un numero imprecisato di soldati, insieme a equipaggiamento e mezzi di trasporto. La rotta successiva è verso un porto della Grecia, dal quale le trup- fie del Cremlino prenderanno e mosse, via terra, verso la Macedonia, per entrare finalmente in Kosovo. E' del tutto probabile che sarà una marcia trionfale attraverso le terre ortodosse di Grecia, ma il brutto verrà dopo, quando i russi dovranno entrare in Kosovo proprio passando attraverso la zona occupata dagli americani. Almeno quella è la via più breve. E, lungo quella via, i blindati russi non saranno benvenuti. Né è possibile prevedere cosa accadrebbe se gli americani cercassero di portare avanti la loro interpretazione degli accordi. Cioè: prima stabiliamo chi comanda e dove vi si temerete e poi vi facciamo entrare. I russi - l'ha confermato ieri una fonte anonima del ministero della Difesa - sono dell'avvi¬ so che il negoziato di Helsinki e di Bruxelles ha già chiarito tutto. E questa diversità di interpretazioni non lascia presagire uno sviluppo lineare di questo trasferimento di truppe. E l'irritazione di Mosca è accentuata da indiscrezioni, emerse da Washington, forse non casualmente, secondo cui l'episodio del mancato corridoio aereo sarebbe una specie di vendetta americana per l'insistenza dello Stato Maggiore russo nel voler confermare il generale-colonnello Viktor Zavarzin come «ufficiale di collegamento» tra contingente russo e comando Nato della Kfor. Si tratta di indiscrezioni non confermate, ma, se fossero vere, potrebbero gettare benzina sul fuoco. Zavarzin era già stato respinto una volta dal comandante generale della Nato, Wesley Clark, come ufficiale di collegamento tra Russia e Nato. La ragione ufficiosa fu che Clark era stato informato che Zavarzin era un agente del servizio segreto militare, il Gru. Zavarzin aveva lasciato Bruxelles alla volta della Bosnia. E, da lì, come si ricorderà, aveva guidato il contingente russo, attraverso la Jugoslavia, in Kosovo, fino all'occupazione a sorpresa dell'aeroporto di Pristina. Se i jet non potessero partire, le truppe di Eltsin potrebbero arrivare via mare con il rischio di un confronto coi marine I para russi pronti a partire all'aeroporto di Ivanovo

Persone citate: Eltsin, Iliushin, Viktor Zavarzin, Wesley Clark