I trionfi del Baroco

I trionfi del Baroco CELEBRA i «Trionfi del Barocco» e, più in generale, 1'«Architettura in Europa tra il 1600 e il 1750» la grande mostra, organizzata da Palazzo Grassi, che si apre al pubblico domenica 4 luglio nella Palazzina di Caccia di Stupinigi (foto in alto), recentemente restaurata per iniziativa di Fiat, Cassa di Risparmio di Torino e Ordine Mauriziano. La rassegna, in programma fino al 7 novembre, costituisce l'evento clou tra le molte iniziative promosse dalla Fiat per il suo centenario, tanto da giustificare la decisione di trasferire temporaneamente da Venezia a Torino l'attività espositiva di Palazzo Grassi, che della Fiat è la più importante emanazione culturale. Di fatto la mostra può essere considerata la seconda puntata di un vasto progetto di valorizzazione dei «modelli architettonici», avviato nel 1994 da Palazzo Grassi di Venezia con una prima rassegna dedicata all'«Architettura italiana del Rinascimento». Adesso è la volta del Barocco. Il comitato scientifico ha portato a Stupinigi 400 opere, tra cui un'ottantina di modelli architettonici, provenienti da 150 tra musei e collezioni private di 16 nazioni d'ogni parte del mondo. Merito soprattutto del curatore, lo statunitense Henry A. Millon, uno dei maggiori esperti mondiali di architettura rinascimentale e barocca, dal 1979 direttore del Centro Studi per le arti visive della National Gallery di Washington. Millon, con la collaborazione di Giuseppe Dardanello e Andreina Griseri, ha ideato un percorso espositivo attraverso una trentina di sale della Palazzina, non tanto seguendo una rigida successione cronologica, ma accorpando i modelli per tipologie edilizie. Dopo le prime due sezioni introduttive dedicate ai «Grandi architetti» dell'età barocca - Bernini (nella foto a centro pagina: bozzetto di statua equestre), Bor- ramini, Pietro da Cortona, Guarini, Juvarra, de Brosse, Mansart la mostra affronta nella terza parte «Il tema della Residenza». In dieci sale ecco le gigantesche maquette dei maggiori palazzi reali settecenteschi, dal Cremlino alla Reggia di Caserta al Castello di Rivoli, incompiuta Versailles di Casa Savoia, mentre il Nymphenburg di Monaco di Baviera è documentato da una veduta di Bellotto. Gli «Interni rococò» di queste residenze aristocratiche sono ricostruiti scenograficamente nella quarta sezione. E' un mondo sontuoso e gioioso, appassionato di «Feste memorabili», documentate dai modelli del Teatro di Bologna della quinta sezione. Risulterà chiaro, a questo punto, come il Barocco, affermatosi a Roma come stile della Controriforma cattolica, sia progressivamente diventato anche un linguaggio laico ed europeo, prova ne sia la sua «applicazione» all'edilizia civile: il Municipio di Amsterdam, la Biblioteca Marucelliana di Firenze, l'osservatorio astronomico di Kremsmunster in Austria, il mulino a vento di Edam e quello ad acqua di Regensburg, il faro di Kronstadt in Russia, i porti di Livorno, Messina e Bordeaux, l'ospedale della Royal Navy a Greenwich, la fortezza di Candia, i cui modelli sono riuniti nella sesta parte dedicata alle «Fortezze e pubblici edifici». La specificità religiosa resta comunque preminente, come dimostra la sezione successiva che raccoglie modelli di «Chiese ed altari» stranieri e italiani, tra cui quello in scala 1:1 realizzato per la chiesa di Sant'Uberto alla Vena ria Reale, alto ben 11 metri. Chiude il percorso espositivo una trionfale galleria di «Fantasie architettoniche» quasi a ribadire il carattere emotivo e innovativo del Barocco. Guido Curio

Persone citate: Andreina Griseri, Bellotto, Bernini, Brosse, Giuseppe Dardanello, Guarini, Henry A. Millon, Juvarra, Millon, Ordine Mauriziano