Fortini in punta di penna giocava con il pc di Maurizio Maggiani

Fortini in punta di penna giocava con il pc Maurizio Maggiani Fortini in punta di penna giocava con il pc SCRIVIMI, o Maurizio, per air mail, / carta tua dai carnosi ozi di Cuba. / Consuoni al LiticiMaximo la tuba / Di un comunista dcll'italian style. Ma al modesto Tirreno invece ruba 11 dono tuo, negando oscuro il file, anche una volta, che mi offristi; e, hai! / il disco trema corrotto e in sé tituba. Mai mio computer ebbe dai tuoi dischi / Se non guai. Rabbia, forse, fu di stelle: / dove più generoso più maldestro. Quanti intesi da te per fiaschi fischi, o cervantino spirito, o tu nelle elettroniche improvvido maestro. Questa poesia è un sonetto. Un sonetto all'antica, e nel suo genere classico si può dire perfetto: di metro e sillabe e rime. L'ha scritto un grande poeta e lo ha spedito per riferirmi nella nobile tradizione poetale che a causa mia, in virtù della mia cervantesca sventatezza e dei miei schifosi dischetti, il computer con cui lavorava si era disfatto. Il poeta si chiamava Franco Fortini; il sonetto me lo ha scritto con una penna di quelle che bisogna intingere nell'inchiostro. In realtà era lui, lo giuro, che pasticciava con il suo computer e mi telefonava nella notte o mi mandava sonetti air mail, perché salvassi il salvabile. Non sempre era possibile; ora che lui se n'è andato e il suo hard disk è studialo da un'equipe di una rinomata università, finalmente si saprà di che casini informatici era capace. Dava la colpa a mo, il Fortini, di una cosa che faceva lui. Lui pasticciava. O/meglio, giocava. Severo, inflessibile e ieratico com'era, invece di lavorare, giocava con queH'«affare», come schuiltosamente lo chiamava. Lo so, l'ho visto. 11 suo gioco prediletto era «Chi è il più furbo?». Vinceva quasi sempre 1 «affare». L'ho fatto anch'io di giocare, si parva licet, continuo a farlo. E il gioco grande è lì neir«affare», ancora prima di tutti i giochi che uno poi ci metterà dentro. E' meraviglia, stupore, incertezza; l'ebbrezza del virtuale; il virtuale che è un poker con il sensato. Sapere - è la tremenda bellezza del gioco - di non essere padrone di niente, ma di dipendere dalla congruenza di ignoti processi, dal benvolere della Scheda Madre, Segreta entità. Ho comperato il mio primo computer quindici anni fa, per scriverci dentro. Il nome del mio «affare», oggi, è «Amori folli 9». Vuol dire che è u nono. Mi tengo aggiornato nel dispendioso, pazzo modo del collezionista. E, certo, c'è follia nel mio giocarci a tutto quello che ci è possibile giocare. Mi sembra di avere un sacco di cose da dire in proposito, «Mai mio computer ebbe dai tuoi dischi / Se non guai »: un sonetto inedito per il suo improvvido maestro «in elettroniche» "VIDEOGAME

Persone citate: Franco Fortini, Rabbia, Scheda Madre

Luoghi citati: Cuba