Per l'uomo del Novecento il traguardo è il fallimento
Per l'uomo del Novecento il traguardo è il fallimento Per l'uomo del Novecento il traguardo è il fallimento Il libro di Houellebecq «Le particelle elementari» è di quelli che si cominciano a leggere con ampi pregiudizi positivi: ne hanno parlato tanto in Francia, e poi fin dalle prime pagine si capisce che è finalmente un romanzo che sfugge alla futilità delle tante «belle scritture» che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni; che ci hanno colpito per la loro novità, per la maestria stilistica, e di cui ci siamo stancati dopo le prime cinquanta pagine, dato quella che Lukacs avrebbe chiamato l'inessenziali tà dei loro contenuti. Qui no, Houellebecq colloca immediatamente la vicenda del suo personaggio, Michel Dzjerzinski, nel quadro della «mutazione metafisica» che ha coinvolto l'umanità della fine del Ventesimo secolo. 11 libro si presenta anzi, addirittura, come la storia di questo Michel e di colui che, nel Ventunesimo secolo, ne ricostruisce la vita e l'eredità "Scientifica, in un'epoca in cui ormai le sue intuizioni hanno portato a compimento la mutazione, conducendo né più riè meno alla scomparsa dell'uomo che com'era stato finora (del «bisherìger Mensch», come avrebbe detto Nietzsche) e all'inizio di una nuova storia. Il contenuto del libro, dunque, ci coinvolge: tanto che uno dei recensori citati nella quarta di copertina ne parla senz'altro come del «grande romanzo di fine millennio». Michel è un biologo molecolare - e così si spiega il felice titolo del libro - la cui storia viene narrata in contrappunto con quella del suo fratellastro Bruno, che, sempre in termini nietzschiani (che stranamente non sono quelli di Houellebecq, tuttavia) si chiamerebbe l'ultimo uomo. Quest'ultimo è un patetico professore di lettere, ossessionato dal sesso e vittima di una quantità di fallimenti erotico-sentimentali (del resto piuttosto banali) che, nella prospettiva dell'autore, sono strettamente legati (ma sarà poi davvero così?) al clima della crisi dei valori, di permissività, di falsa liberazione sessuale tipico della seconda metà del Novecento. Per superare le difficoltà che proprio la liberazione sessuale gli ha creato, Bruno percorre tutte le vie del riscatto previste dalla cultura nata dal Sessantotto (e che Houellebeck evidentemente aborre, cóme gran parte della nuova intellighenzia francese): campi naturisti, locali per lo scambio di coppie, ammucchiate di ogni tipo ispirate alle più varie mistiche orientali. Il risultato sono sempre nuovi fallimenti, e l'intensificazione di un sentimento di morte che RtCENGiV.m«LE PARTICELLE ELEMENTARI»CHE HA SCANDALIZZATO LA FMETAFISICA DI FINE SECOLO, .jwpercorre gran parte del libro, nonostante certe pagine esplicitamente umoristiche. 3on va meglio, del resto, al Ilo scienziato, Michel. Quanto Bruno è ossessionato dal sesso, tanto Michel è freddo e indifferente verso ogni aspetto del desiderio, compreso il bisogno elementare di mangiare. E', si potrebbe dire, un ultimo uomo già sulla via della guarigione, che però consiste nel vero e proprio annientamento del desiderio. L'esito della sua vicenda è infatti l'invenzione di un sistema di riproduzione umana che mette definitivamente da parte la sessualità, e dunque tutto quell'insieme di storie, e di Storia, che ad essa si lega. E' questa la vera grande trasformazione, la mutazione metafisica che il libro annuncia, e che il «biografo» di Michel enuncia nel 2013 con il motto: «La mutazione non sarà mentale bensì genetica». Raccontata così - lo diciamo senza presunzione, e anzi pensando che succede lo stesso per molti romanzi «epocali» del Novecento la storia del libro di Houellebecq appare più bella di quanto non sia S'IONE ni mo in sé stessa. Capiamo cioè abbastanza bene il proposito dell'autore, l'interesse del suo schema teorico, soprattutto la giustezza dell'idea di provare finalmente a cogliere il significato della mutazione metafisica di fine secolo (forse: l'avvento della post-modernità?) vedendola nella concretezza della vita individuale dei suoi personaggi. Ma proprio questo proposito ci sembra dar luogo ad un fallimento, o almeno a una riuscita troppo parziale, che talvolta dà francamente nel grottesco. Grottesche sono infatti le pagine che raccontano il destino di uno dei DI HOUELLEBECQ, IL ROMANZO ANCIA: LA MUTAZIONE NIZIO DI UNA NUOVA STORIA maaBfflBHr ' Hnttrfr'""m^' ■ ■~rrpersonaggi di contorno della storia, un giovane David figlio bellissimo e dannato del guru di una setta mistico-naturista che finisce per diventare un satanista a Los Angeles e si abbandona a riti crudeli imitando Charles Manson. Anche a parte queste indubbie cadute, la lunga narrazione dei problemi sessuali di Bruno, la descrizione dei vari ambienti pseudoliberati in cui si trascina cercando una felicità che gli sfugge, non riescono a non apparire tremendamente banali rispetto al dichiarato proposito epocale del romanzo. hi una recente intervista, Houellebecq ha detto di ispirarsi a Thomas Mann - bisogna sempre avere davanti agli occhi un grande esempio, giusto. Ma se pensiamo appunto a quelli che, per la generazione cresciuta intorno alla metà di questo secolo, sono stati i romanzi che hanno fatto, espresso, creato la coscienza dell'epoca, ci rendiamo conto di una distanza abissale. Sarà che anche in questi casi nessuno è profeta in patria? E cioè: nessuno riesce a rendere lo spirito della propria epoca quando c'è ancora totalmente immerso e se lo propone esplicitamente. Le avventure di Bruno che visita i paradisi-inferni della cultura «liberata» somigliano troppo a cronache del giorno prima per essere vere espressioni d'epoca. Non per caso, forse, l'autore è costretto a ricorrere all'artificio fantascientifico di parlare anche del biografo di Michel, di quel Frédéric Huhczejak che nel 2009, a ventisette anno, scoprirà i suoi lavori scientifici e si farà promotore della realizzazione del suo programma, spazzando via ogni residuo di credenze obsolete come quella nel valore della dignità umana, della libertà individuale, del progresso. Ma questa presa di distanza non basta, ci pare, a sostituire il filtro che sentiamo all'opera negli esempi letterari a cui Houellebecq dichiara di ispirarsi. Sarà anche che l'opocalità dei romanzi di Mann, di Musil, di Joyce, è stata sempre riconosciuta après coup - la coscienza ha forse una sua essenziale retrpspettività che non può essere superata se non aH-ostc? di fare delia «semplice» fantascienza. Quanto poi allo scandalo che ha accompagnato il libro nella sua fortunata edizione francese (270 mila copie vendute), può darsi che si riveli uno scandalo salutare anche per noi. Anzitutto perché può almeno porre, sia pure senza risolverlo, il problema di quella che appare la futilità della nostra narrativa recente, l'assoluta inessenzialità dei suoi contenuti. In secondo luogo, è certo - e almeno questo ha un senso epocale - che noi viviamo un'epoca in cui tutto ciò che costituisce la nostra storicità, a cominciare dal desiderio - e dunque da quell'area di esperienza, il sesso e l'eros, in cui si incontrano e si scontrano più radicalmente natura e storia - sembra messo in discussione da una naturalizzazione che non è affatto un ritorno alla natura primitiva, bensì alla natura come è costruita e ricostruita dalle scienze. Proprio in questa natura così poco immediata e naturale, la storia scacciata dalla porta, si direbbe, rientra dalla finestra, e con essa la responsabilità, il progetto, forse persino la lineria. «LE PARTICELLE ELEMENTARI» DI HOUELLEBECQ, IL ROMANZO CHE HA SCANDALIZZATO LA FRANCIA: LA MUTAZIONE METAFISICA DI FINE SECOLO, L'INIZIO DI UNA NUOVA STORIA RtCENS'IONE Gianni V.mimo Un biologo molecolare e il fratellastro, le vie del riscatto previste dalla cultura sessantottina, un profondo sentimento di morte e un tocco di comicità f Una manifestazione del Maggio francese: il romanzo di Michel Houellebecq è anche una sonda critica calata nella cui tu ra sessantottina, nei suoi paradisi-inferni Michel Houellebecq Le particelle elementari Bompiani, pp. 316. L. 30.000 ROMANZO
Luoghi citati: Bruno, Francia, Los Angeles
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