Il computer è il motore di una nuova comunità di Gianni Riotta
Il computer è il motore di una nuova comunità PARLIAMONE Gianni Riotta Il computer è il motore di una nuova comunità ■ N America e in Europa, il I Novecento ha partorito tre I generazioni. Una è formata da chi ricorda il momento in cui ha visto un'automobile. La seconda dagli uomini e donne che hanno una distinta memoria della prima televisione intravista, in un bar o nel tinello di casa. Infine chi ricorda il primo computer: vuoi un gigantesco terminale nel centro calcolo di una banca, o i tozzi Ibm 1980, goffi e solidi come Volkswagen. L'auto è tecnologia per trasportare persone. Tv e computer tecnologia per trasportare informazione. Quando - lo ricordano gli studiosi Ceri' e Navasky - spiegarono al presidente della Ibm che cosa era un computer, quel manager illustre osservò «Buona idea: peccato che non abbia mercato». Aveva ragione. Il mercato per i vecchi computer, quelli esposti ora a Boston al Museo dell'Informatica, grandi come un campo da tennis, era limitato. Ingoiavano schede e nastri ed erano destinati a ruminare cifre per le grandi aziende. Nessuno pensava che sarebbero diventati piccoli come il palmo di una mano e che avrebbero macinato parole ed immagini. Così per Internet, la rete che lega i computer via telefono. Fu creata per difendere il sistema nervoso strategico americano in caso di attacco nucleare, e serve ora ai pacifisti per diffondere i propri dispacci in cerca di pace perfetta, mentre le massaie inseguono «online» la perfetta ricetta per la salsa pomodoro e basilico. Chi ricorda le vetuste televisioni, con Lascia o raddoppia?, Tognazzi, Campanile sera, ha la memoria di famiglie che si raccoglievano insieme. Le poche automobili facevano la spola di casa in casa a radunare anziani e bambini, qualcuno cucinava e la tv era funzione di una comunità. Stessa funzione svolgono oggi i computer. Mettono insieme gente che non si sarebbe mai incontrata e non parlo di comunità virtuale. Parlo di contatto fisico, gomito a gomito, persone, incontri, calore. Ieri le mamme dicevano «Cosa fai lì a leggere tutto il giorno? Vai fuori a giocare». Ora dicono «Basta Playstation, fuori a giocare». Ma chi ha guardato un bambino intento ai videogiochi con un amico sa che non è solo. Spesso il bambino più esperto «supera i livelli», cioè batte il gioco nelle mosse preliminari, aprendo così la strada all'inesperto verso i giochi più sofisticati. Le trappole che Mario, l'Ulisse del Nintendo 64, deve affrontare si discutono in classe con i prò e contro delle contromosse. Chi e il più cattivo di Pokemon? Qual è la vettura -spaziale più stabile nell'affascinante rodeo di Guerre Stellari? E come si tirano i rigori nel videogioco Uefa '99? (Avviso ai padri che non ci stanno a perdere sempre con i figli: puntare la levetta dritto in alto e sperare in bene). Al sito www.bluemountain.com trovate delle cartoline elettroniche per auguri in ogni occasione. Matrimoni, compleanni, fidanzamenti, lauree. Auguri a nipoti e nonni, zii e cugini. Per atei, buddisti, shintoisti e cristiani. Gratis. La nipote ne manda una alla nonna, sul computer della zia. La zia apre la cartolina animata, la nonna, che nulla sa di computer, guarda beata la farfalla augurale svolazzare per lo schermo. Come la tv ai tempi del primo Mike: davanti al video del computer le persone si ritrovano: in carne ed ossa. gianni.riotta@lastampa.it
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