Stupinigi, l'orgoglio del barocco

Stupinigi, l'orgoglio del barocco L'avvocato Agnelli ha inauguralo ieri sera la grande mostra organizzata da Palazzo Grassi per il Centenario Fiat Stupinigi, l'orgoglio del barocco Quattrocento capolavori di architettura TORINO E' stupefacente, il primo colpo d'occhio, entrando nel ventre nero del balenottera della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Perchè sin dai primi passi, nel buio scenografico suscitato intorno a questi luminosi fantasmi di architettura lignea, si ha come l'impressione di esser penetrati in uno di cruei fantastici film-documentari di scienza in cui l'occhio s'infiltra tra ghiandole e muscoli ingranditi come cattedrali e pattina felice tra corpi cavernosi e riserve lipidiche, scoprendo il volto inedito dell'anatomia. Qui, con questa spettacolare mostra sui Trionfi del Barocco, organizzata da Palazzo Grassi e curata da Henry A. Millon, fotografatissimo catalogo Bompiani, siamo entrati davvero entro le viscere fascinose del Barocco: e pancreas e circolazione sanguigna e ghiandole di Bartolini, trasformati in chiese svettanti e padiglioni cinesi e santuari grandiosi, hanno profili di design illustri, e nomi prestigiosi. Dai bozzetti in terracotta delle esuberanti fontane di Bernini ai modellini lignei del Faro di Kronstadt, dalla voluminosa maquette del Monastero di Smol'ny ai lambiccati capitelli disegnati da Guurini, con la croce di spine che s'insinua tra volute d'acanto. E spesso, quando riesci a penetrare dentro lo spaccato del Cremlino concepito da Bazenov e ti senti come convertito in uno spettatore privilegiato ed unico di un gran ballo di corte. E poiché, come spiega il designer Mario Bellini «1 architettura è difficilissima da mettere in mostra perchè le opere stanno al loro posto nelle città e non si possono appendere alle pareti, con modellini e giochi di luce, anche cangianti, abbiamo disegnato un percorso di sequenze emozionali, special guest un'ottimo scenografo come Pier Luigi Pizzi» è giusto incominciare con questa galleria di calchi e di città virtuale in gesso, thè avvicina i grandi artefici del Barocco, in una sorta di Gardaland sofisticata e miracolata. Permettendoti poi di saltare dal Duomo di Bressanone alla londinese Chiesa di St. Martin-in-the -Fields, dagli osservatori astronomici svedesi ai padiglioni olandesi per fuo¬ chi d'artificio. E spesso con «fotografi» d'eccezione, che raccontano i cantieri o le reverenti visite dei Papi ai nuovi spettacoli architettonici: e si chiamano Panini, o Canaletto o Bellotto. E che cosa di più barocco di una grande tela che evoca l'inaugurazione di un Castello di Rivoli che non fu mai costruito così? Giusto incominciare con la sinfonia inaugurale della facciata in gesso di San Carlo alle Quattro Fontane del Borromini, con quel grande sciupio di gesti teatrali e di sfarzo dell'invenzione, che pare affacciarsi vertiginosamente e avida sullo spettacolo della città che cambia, divenuta malleabile come creta sotto le mani rivali e leste di Berni- ni, di Pietra da Cortona, di Carlo Maderno. Si direbbe quasi un palchetto dell'opera: con i santi scolpiti che ostentano vezzosi le loro mani giunte quasi dame che applaudano una musica celestiale e le ali frullanti degli angeli che improvvisano a capriccio pagodine di piume gentili. Con quella spinta ascensionale ed ostensoria che è tipica del Barocco: perchè quegli stessi cherubini paiono trascinare in alto, verso il vuoto, quell'altissima pasticceria di volute, quasi fosse pietra leggera, spuma. Del resto, si legge in una delle illuminanti scritte, elegantemente impaginate dalla grafica di Italo Lupi, parlando di una chiesa di Mansart, un testimone d'epoca assicurava aver egli «costruito con così tanta arte che non essendoci a terra abbastanza spazio ha cercato nell'aria». Non potrebbe esserci definizione più illuminante. Il Ba- rocco cerca la propria via di fuga nell'aria soffice e contagiosa dell'invenzione e del «bizzarro», spesso in una gara di virtuosismo che conduce alla follia: Longhena che concepisce una Chiesa con la forma di corona della Vergine, Bernini che ondula via via il progetto del Louvre come se fosse già una capigliatura cedevole di Fuessli, arricciata dal ferro dell'ambizione. Oppure un'odalisca di pietra. Spesso una «bizzaria» cercata nell'antico, come testimonia Piranesi in visita a Villa Adriana, che ha già sbizzarrito secoli d'immaginario, con Peruzzi, Ghezzi, Palladio. Sarà proprio quella libertà appesa agli eccessi, queir «assurdo spinto al paradosso» che i professori noiosi del Neoclassicismo (molto presto, già intorno al 1770) tratteranno come una malattia infettiva, una perversione: «banditi da noi gli obelischi, le rotonde, le pagode». Tutto finiva in «giardino» secondo questi pedanti che avevano Winckelmann come Nume. «L'arte dei giardini è pittura di paesaggio» intuiva il raffinato poeta Pope: e altri si stupivano che grandi strateghi inesorabili potessero hàlJBr^éna1?^ une pianta piaghe alle strategie d un'atmatal' esemmò'alia^orr^^o^u^rla, che di feste e di apparati effimeri, «come che poco si curi degli altri andamenti del mondo». Ma se si guarda alle variazioni dei progetti di Juvarra per Superga, si capisce che l'architettura era considerata davvero ostensione di potere, e che ogni cosa dovesse crescere più ampia e grandiosa, per simulare il lievitare barocco del Potere. Forse il simbolo più evidente di questa mostra (dal taglio spettacolare, a prescindere dalla soluzione di ingresso, con quelle due pareti in muratura posticcia, un po' troppo in stile aeroportuale, con su scritto Barocco/Baroque, che introducono ai book-shop, ma chiudono un poco la leggiadra prospettiva juvarriana delle due ali, librate sul verde) è il magnifico altare di Juvarra ritrovato ad Agliè: modello cosi perfetto, a scala reale, se pure finto, di quello progettato in marmo per Venaria, che nessuno si era reso conto che veniva usato altrove come un'altare vero. Quando l'illusione diventa realtà. I TRIONFI IN CIFRE Sede: Palanina di coccio A Stupinigi Curatore: HettrfH. Milton Orgoninoiiona: Palano Grassi Periodo: 4 lugllo-7 novembre Orario: tutti I giorni 9-19 Opere esposte: 400 Costo del biglietto: 14.000 lire Inlormotioni tel. fatoloofc Sito Internet: 199.122.122 Bompiani ww«Lpalauogn»si.il Fontane romane cattedrali spagnole efortezze francesi nei modelli di legno dell'epoca L'esposizione curata da Henry Millon approderà l'annpprossimo a Washington Gesti teatrali sfarzo d'invenzioni e spettacolarità per le feste dei sovrani •• ^^^^^^^ Inaugurata ieri sera dall'avvocato Giovanni Agnelli, si apre oggi al pubblico, alla Palazzina di caccia di Stupinigi. la mostra «I trionfi dei barocco. Architettura in Europa 1600 -1750... Fino al 7 novembre l'esposizione curata da Henry Milton, direttore del Centro Studi per le Arti Visive della National Gallery of Art di Washington, e organizzata da Palazzo Grassi in occasione del Centenario Fiat, permetterà di ammirare 400 opere provenienti da 150 fra musei e collezioni pubbliche e private di 16 Paesi. dall'Austria, al Vaticano, dagli Stati Uniti alla Russia. La mostra documenta la produzione barocca di circa 200 artisti, tra le opere selezionate anche un'ottantina di modelli lignei firmati dai più importanti architetti dell'epoca. Il percorso espositivo si snoda nel padiglioni della Palazzina progettata da Juvarrà, essa stessa un capolavoro dell'architettura barocca. . Dopo Torino I gioielli barocchi saranno esposti a Montreal, a Washington e a Marsiglia. Usato por (lesionare quella fase della storio dell'arte che va dal manierismo al rococò e copre quindi il secolo XVII e l'inizio del [ XVIII, il termine Barocco ha un'origine controversa. La critica italiana, con Croce, to fa risalirò al sostantivo boroco che nella logica scolastica ero utilizzato per designare un'affermazione o sillogismo viziato dalla debolezza logica del suo contenuto. Per I critici stranieri, come Weisbach. deriverebbe dal termine portoglielo barroco, che indicava una perla dalle forme irregolari. Il senso figurato che si dava al termine ero di «irregolare, bizzarro, ineguale» e in pittura definiva un dipinto o una figura dove le regole dello proporzioni non erano rispettato e tutto ero rappresentato secondo il capriccio dell'artista. Ossia più in generale in campo artistico il termine barocco fini per indicare tutto ciò che appariva abnorme e quindi usciva dai canoni del «classico». A sinistra il dipinto «Papa Benedetto XIV visrtetaFontana di-Trevi» ci Giovanni Paol o Pani ni, a destra la medaglia celebrativa dell» costruzione del Louvre « Da Bernini a Mansart il gusto dell'eccesso e della provocazione Qui accanto la Palazzina di Caccia di Stupinigi, progettata dallo Juvarra