Borse al galoppo nel giorno nero dell'euro

Borse al galoppo nel giorno nero dell'euro La moneta europea ha perso il 12% in sei mesi, i mercati azionari ripartono dopo l'«effetto Fed» Borse al galoppo nel giorno nero dell'euro La Bce non ritocca i tassi ampliando le distanze con il dollaro Vanni Cornerò roma La Fod muove i lassi, la Beo no e lu conseguenza è immediata: iori, giornata in cui compiva i primi sei mesi di vita, per l'euro è stato un giovedì nero, norissimo, visto che le quotazioni non erano mai arrivate tanto in basso rispetto a quelle del biglietto verde Usa: 1,0264 dollari contro gli 1,0364 di mercoledì. Beno, invece le Borse europeo, che, confortato dal moderato ritocco operato dalla Federai resorvo, hanno messo a segno unu raffica di chiusure positive. E gli analisti non hanno dubbi nel fotografare una situazione che, a fronte di un rialzo del 5 per cento dei tassi Usa, con un conseguente aumento di appetibilità per i titoli in dollari, ha visto la Banca centrale europea ancorare il costo del denaro al 2,5 per cento, senza quindi dare nuove chanches alla crescita dogli Undici, dove, l'economia non riesce a trovare la forza sufficiente a decollare. Una posizione, quella della Bce, che origina proteste nell'unione monetaria, la Germania, soprattutto, chiede da tempo una limatura del costo del denaro: «Va bene proteggere la stabilità dei prezzi - ha efetto il ministro dell'economia tedesco Werner Mueller - ma la Bce non deve dimenticarsi che il suo dovere è anche quello di sostenere l'economia». I tecnici doi mercati finanziari non hanno peraltro dubbi nell'individuare il problema dell'euro nelle posizioni contrastanti dell'economia europea e statunitense. L'aumento dei tassi Usa è la dimostrazione della capacità di tenere il costo della vita sotto controllo. Diversa cosa è in Europa, dove non è tanto agendo su leve di politica monetaria che si può accelerare la crescita economica, quanto attraverso la liberalizzazione e la felssibilità del lavoro, ovvero riforme strutturali che inneschino un ciclo virtuoso dell'economia. Il punto è che ieri l'euro aveva perso il 12 per cento del valore che aveva all'inizio dell'anno. Ma, se oggi un dollaro vale oltre 1872 lire, l'euro pesa meno anche nei confronti dello yen , con un cambio passato dai 124,82 di mercoledì ai 124,12 di ieri, per arrivare fino a 123,55 yen su altri mercati del Far Easl, con conseguenti voci di interventi della Bce per sostenere la moneta europea. Almeno due considerazioni sono ancora necessarie: più che di debolezza dell'euro si deve parlare ancora una volta di «superdollaro», tanto che anche il franco svizzero, tradizionale moneta rifugio, nei primi sei mesi dell'anno ha perso più dell'euro, il 12,24 per cento, rispetto alla valuta Usa. Poi il fatto che la Fed pare ben decisa a non mollare un millime- tro sulla sua strategia dei tassi e, se l'economia americana continuerà a correre, in autunno non sarebbe inaspettata un'altra stretta al credito. Infine le Borse: spinte dal moderato rialzo dei tassi americani le piazze europee hanno avuto una giornata di gloria. Zurigo ha chiuso con un progresso del 2,74 per cento, Londra con un +2,70, che costituisce una delle migliori performance dell'anno. Francoforte è migliorata dell'1,89 per cento, Amsterdam dell'1,65 a brevissima distanza dal + 1,60 di Parigi; poi Madrid con + 1,49 e, sotto il punto percentuale di guadagno Stoccolma, a +0,97, e Milano con +0,91 per cento. Performance deludente, quella di Piazza Affari, anello più debole di una catena rialzista che potrebbe trovare nuovi spunti da Wall Street, ieri partita male, ma poi risalita sull'onda dell'ottimismo per gli imminenti risultati trimestrali.

Persone citate: Werner Mueller

Luoghi citati: Europa, Francoforte, Germania, Londra, Madrid, Milano, Parigi, Stoccolma, Usa