«Così Bilancia uccise mia moglie»

«Così Bilancia uccise mia moglie» Genova, al processo contro il pluriomicida parla il marito di una delle vittime «Così Bilancia uccise mia moglie» «La cKcompagnai sul treno, poi sentii un urlo» Attilio Lugli GENOVA E' un uomo mite e gentile Giulio Pesce, il marito di Elisabetta Zoppetti, la giovane infermiera uccisa in treno il giorno di Pasqua dello scorso anno dal serial killer Donato Bilancia. Racconta ai giudici gli ultimi istanti in cui vide ancora in vita sua moglie, quando l'accompagnò alla stazione di Chiavari con la figlioletta. La sua voce non s'incrina, ma è poco più di un sussurro amplificato dal microfono nell'aula della corte d'assise. Risponde con calma alle domande del pubblico ministero Enrico Zucca e non nomina mai Bilancia. Il suo racconto, fatto delle picole cose di ogni giorno (e proprio per questo) dà la misura del dolore che è in lui. Ieri, dunque, i giudici del processo all'omicida seriale che ha confessato 17 delitti hanno ascoltato le numerose testimonianze sui delitti di Elisabetta Zoppetti e dell'altra giovane donna uccisa in treno da Bilancia: Maria Angela Rubino, assassinata la sera del 18 aprile aprile, sei giorni dopo la prima vittima, sul diretto Genova-Ventimiglia delle 19. Dapprima, però, davanti ai giurati presieduti da Loris Pirozzi, ha deposto il maggiore dei carabinieri Filippo Ricciarelli, artefice dell'arresto del serial killer, che ha ricostruito, momento per momento, i giorni precedenti la sua cattura. «Cercavamo una persona che avesse delle devianze sessuali, ma al contempo che si presentasse come l'uomo più tranquillo di questo mondo» ha ricordato il maggiore. E' stata, poi,la volta di Giuseppe Monello, il proprietario della Mercedes blu scuro utilizzata da Bilancia per tanti delitti. Monello deve rifarsi delle spese che gli ha causato il serial killer quando andava e veniva sull'autostrada senza pagare il pedaggio e del mancato conguaglio sul prezzo pattuito: in tutto deve rientrare di 4 milioni. Così ha pensato a una soluzione che farà felice gli amanti dell'horror. Quando, a ottobre, gli verrà restituita l'auto, la metterrà all'asta. L'acquirente si comprerà anche, a pieno titolo, un capitolo nella storia dell'antropologia criminale. «Donato Bilancia era un tipo divertente, aveva sempre la battuta pronta. Era molto rispettoso nei miei confronti e conosceva anche mio marito» ha spiegato in una successiva testimonianza una sua amica, Maria Carta. La donna ha anche raccontato che, quando parlò a Bilancia dell'omicidio di Maria Angela Rubino, lui rispose con un'alzata di spaile e disse: «E a me che me ne frega». Il serial killer, in uno dei tanti interrogatori con il pubblico ministero Enrico Zucca, aveva detto di aver scelto le vittime sui treni a caso. Di Maria Angela Rubino uccisa sul diretto per Ventimiglia aveva raccontato al pm: «L'ho seguita mentre andava alla toilette, ho forzato la porta che era difettosa, l'ho fatta inginocchiare e le ho sparato alla testa. Non so perché l'ho fatto, non so spiegare ciò che accadeva nella mia mente in quei momenti». E di Elisabetta Zoppetti, assassinata nella toilette della carroza «10» di prima classe dell'intercity La Spezia-Venezia aveva soltanto detto: «L'ho ammazzata tra Serravalle e Tortona». Suo marito, Giulio Pesce, ha spiegato ieri in aula che dopo avere trascorso alcuni giorni di vacanza assieme nella casa del padre a Lavagna, sua moglie doveva rientrare a lavorare a Milano per il turno di notte all'Ist. «Slava andando a lavorare proprio il giorno di Pasqua - ha soggiunto - e mi sembrava giusto farle un piccolo regalo. Cosi ho deciso di offrirle la prima classe. Siamo arrivati in anticipo alla stazione di Chiavari con la nostra macchina. Ho fatto io il biglietto con tutta calma. Poi siamo andati al bar a prendere un caffè.» In stazione non c'era nessuno, ha spiegato Pesce. Hanno atteso l'arrivo del treno previsto per le 14 e 20 e poi Elisabetta è salita. Nel vagone sembrava non ci fossero altri passeggeri. «Ci siamo salutati attraverso il finestrino che aveva il vetro sigillato. Sorrideva alla bambina. Quando il convoglio è partito, pochi secondi dopo, ho sentito un grido di donna. Ma ancora adesso non so dire se proveniva dal treno o al di là della stazione». Prima di uscire dall'aula ha detto, con semplicità, ai giudici: «Grazie. Buon lavoro a tutti». A ottobre sarà messa all'asta la Mercedes usata dall'assassino Sopra: Donato Bilancia ed Elisabetta Zoppetti. A destra l'auto utilizzata dal serial killer