Killer tentano agguato ma cadono in trappola

Killer tentano agguato ma cadono in trappola Sparatoria ieri per le strade di Napoli Killer tentano agguato ma cadono in trappola I sicari sono avvistati dalle «sentinelle» che aprono il fuoco: 4 feriti e un morto Fulvio Milane NAPOLI Erano andati li per uccidere, armati di tutto punto, decisi a compiere una strage. Ma le sentinelle del clan che dovevano colpire sono state più veloci, e hanno dato l'allarme per tempo. E cosi gli assassini si sono trasformati in vittime, e le vittime designate in carnefici che hanno sparato fra la folla nel rione Sanità, il vecchio cuore di Napoli un tempo caro a Eduardo De Filippo ma da anni trasformato in un campo di battaglia nella guerra di camorra. Gli assassini hanno lasciato sul selciato cinque persone: una è morta durante il tragitto verso l'ospedale, le altre versano condizioni gravi. Gli uomini caduti sotto una pioggia di proiettili erano tutti legati ai Misso, la «famiglia» che nel rione controllava un tempo quasi tutte le attività illecite, dal traffico di droga al racket delle estorsioni, ma che è stata poi spodestata dal clan Tolomelli. La vittima, Salvatore Barbuto, di 31 anni, che da cacciatore ò diventato preda, è caduto in un'imboscata con i suoi quattro complici rimasti feriti: Pasquale Cappuccio, Salvatore Savarese, Salvatore Sequino e Gennaro Galeota. Con ogni probabilità il commando entrato in azione alle cinque della sera in via Fontanelle, una strada lunga e stretta e a quell'ora molto affollata, aveva l'ordine di colpire gli uomini della famiglia Tolomelli. Ma qualcosa non ha funzionato nel piano dei sicari: sono stati avvistati per tempo, oppure qualcuno della banda ha tradito. Sta di fatto che Salvatore Barbuto e i suoi complici, convinti di avere dalla loro il fattore sorpresa, hanno trovato ad attenderli un gruppo di uomini armati. C'è stata una sparatoria, breve ma violenta, a colpi di kalashnikov e pistole. In strada è successo il finimondo: decine di passanti sono schizzati via terrorizzati in cerca di riparo. Gli uomini del clan Misso. colti alla sprovvista dalla reazione delle vittime designate, hanno avuto la peggio; sono caduti uno dopo l'altro, centrati da una gragnuola di pallottole. Subito dopo l'agguato, in via Fontanelle è calato un silenzio di morte rotto a tratti solo dai flebili lamenti dei feriti. Salvatore Barbuto, soccorso da un automobilista, è morto durante la corsa in ospedale. Gli altri quatt ro sono in condizioni piuttosto gravi, ma i medici non hanno perso la speranza di salvarli. Il lavoro degli inquirenti è reso estremamente difficile dalla mancanza di collaborazione degli abitanti di via Fontanelle. Le decine di persone che sicuramente hanno assistito all'agguato e visto in faccia gli assassini si sono volatilizzate. Ma non c'è bisogno dei testimoni per capire che la sparatoria di ieri è l'ennesimo regolamento di conti fra clan rivali. Sullo sfondo ci sono gli antichi e splendidi palazzi in rovina del rione Sanità, dove ormai regna la paura. Un anno la, in via Cristallini, a poche decine di metri dal luogo dell'agguato, un artificiere della camorra fece esplodere una macchina imbottita di tritolo. Nelle intenzioni dei mandanti, l'autobomba avrebbe dovuto uccidere anche Salvatore Savarese, uno degli uomini feriti ieri.

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