Manovra leggera e senza pensioni
Manovra leggera e senza pensioni Il governo vara il Dpef da 15 mila miliardi. Sindacati soddisfatti, il Polo: è un dietrofront Manovra leggera e senza pensioni D'Akma: masut welfare tratteremo con le parti sociali VOTO FREDDO EAUTUNNO CALDO Massimo Luciani LA riforma delle pensioni esce dal Dpef e, forse, slitta alla prossima stagione. Una volta di piìi, grava sulle decisioni di un governo democratico il problema formidabile del consenso. L'ipotesi di procedere subito sulla strada della riforma è stata affondata proprio dall'incertezza sui margini di accettabilità sociale e politica dei provvedimenti: ii «no» dei sindacati e quello del maggior partito della coalizione hanno fatto intuire che la battaglia sulle pensioni sarebbe stata troppo dura per il governo in carica, e Palazzo Chigi ha rapidamente accantonato l'obiettivo che, solo poco prima, sembrava aver fissato. Nulla ili nuovo sotto il sole: in una democrazia parlamentare, la fiducia delle Camere i governi non debbono solo conquistarsela ma anche conservarla, ed è ovvio che è bene allottare provvedimenti delicati solo quando si può contare sull'accordo tra le principali parti sociali. Senza consenso parlamentare tra le parti sociali, insomma, non si fii molta strada. Il l'atto è, però, che di strada se lieta poca anche se i governanti vengono eletti in competizioni disertate dagli elettori. Una partecipazione elettorale troppo bassa li rende inevitabilmente poco sicuri dalla legittimazione e dell'effettiva accettazione delle loro politiche, e la fermezza della loro azione non può non risentirne. In questa chiave, il segnale che viene dalle elezioni europee e soprattutto dalle amministrative è inquietante, se visto nella prospettiva delle politiche. Nelle democrazie pluralistiche si auspica spesso una partecipazione elettorale bassa, perché altrimenti lo scontro politico si fa troppo acceso e le scelte di governo diventano piii difficili. Si pensa poco, però, chese la partecipazione scende sotto un certo livello quelle scelte restano egualmente difficili, anche se per ragioni opposte. La politica deve avere una temperatura giusta, e non è affatto semplice capire quale sia e come si possa fare per mantenerla.
Persone citate: Massimo Luciani
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