littore di Giuseppe Cricchia tU^li^arlare

littore di Giuseppe Cricchia tU^li^arlare littore di Giuseppe Cricchia tU^li^arlare CARO scrittore ti voglio parlare, ti voglio raccontare di un fatto all'apparenza banale, ma dai risvolti inquietanti: io posseggo due bei cagnoni tontoloni; ogni giorno li porto a scorrazzare in qualche verde prato nei paraggi della mia abitazione, e questo sarebbe per me un momento di gran sollazzo, sennonché non faccio in tempo a liberare i miei protetti dall'innaturale giogo a cui sono costretti, ed eccomi assalita da svariate categorie umane, tra cui: a) la mamma di un tenero pargoletto, che mentre mi accusa di incoscienza per aver liberato tali belve feroci, non si avvede del suo giovane virgulto che se ne sta appeso per le orecchie alle suddette fiere; le quali lungi dal reagire, mi guardano con aria disperata aspettando che gli stacchi quel fastidioso parassita primaverile dalle estremità (tra l'altro la mamma non capisce come mai i cani rispondano ringhiando alla gioia del piccolo, felice di strizzare le «parti nobili» dei quadrupedi come fossero bucato); b) l'anziano - nota bene: non ho nulla contro la categorìa in sé - che «ligio alle ordinanze del sindaco» pretende di controllare - non so con quale autorità - se sono in possesso di paletta igienica, se è di formato standard, ecc. ecc. Per farla breve, queste persone (protette dal loro status di appartenenti a cate- gorie «deboli») si divertono a insultarmi e perseguitarmi ogni qual volta io esca di casa con i miei cani (per me è diventato un evento ansiogeno), o io, che per buona educazione non rispondo come vorrei, devo limitarmi ad andarmene inviperita. Inizialmente, avevo pensato di chiedere l'obbligo di guinzaglio anche per i bambini: ma ultimamente mi capita di- sognare ad occhi aperti di avere due feroci pitbull nutriti fin dalla più tenera età con grassocce carni infantili. E, quando vedo i cari nonnetti, sento i pollici che prudono. Ah, mamme, ancora una cosa: niente paura, io ai miei cani dò da mangiare! Con affetto, Stefanska. Cara Stefanska, come certo saprai, il cane è il migliore amico dell'uomo: però farebbe bene a frequentare qualcun altro, a giudicare da come assai spesso l'uomo ricambia. Per quanto concerne l'uomo urbano, uno dei suoi peagiori torti nei confronti del fedele animale consiste proprio nel portarlo a spasso per i parchi e le strade cittadine sprovvisto della «regolamentare paletta». Dò per scontato che tu di tale utilissimo e civilissimo strumento sia provvista: purtroppo nellamaggior parte dei casi non è così. Ora, ti faccio volentieri un esempio: io amavo i cani quasi quanto i gatti, prima di abitare in città. Poiperò mi sono trasferito qui. E alla milionesima (scusa la parola, ma quando ci vuole ci vuole) merda pestata ho deciso che: a) pestare merde non porta affatto fortuna altrimenti ad un certo punto dovresti smettere di pestarle - e che b) il gatto è un animale forse meno amico dell'uomo (i gatti sono furbi, si sai ma senz'altro più pulito (ti giuro che ne conosco uno che oltre a fare i suoi bisogni in bagno ha anche imparato a tirare l'acqua aggrappandosi alla catenella). Che il cane debba in qualche modo liberarsi è fuori discussione. Ma che il genere umano abbia il diritto di liberarsi di certi padroni di cani lo è altrettanto. Perciò mi vedo costretto a comprendere perfettamente il comportamento del vecchietto, mentre capisco la tua rabbia nei confronti della mamma: prova a strizzare le «partì nobili» del suo pargolo e a vedere se ringhia anche lui oppure se si mette a fare ripetuti salti di gioia. Detto questp, ne approfit¬ to per salutare Boris (il mio cane preferito). Ciao. Caro scrittore ti voglio parlare, avrai notato anche tu la recente entrata in servizio dei nuovissimi autobus dell'ATM. Io prendo tutte le mattine il 64, e mi sono presa una cotta per l'autista. E' un ragazzo così gentile: siccome i nuovi sistemi dispongono di impianto per l'aria condizionata, lui una fermata sì e una no esce dal suo posto guida e corre a chiudere i finestrini lasciati aperti dai viaggiatori. Da una parte mi fa tenerezza, con tutto quel correre su e giù in mezzo ai passeggeri. Dall'altra apro sempre anche il mio finestrino, giusto per vedermelo arrivare addosso con quel suo sorrìso gentile. Secondo te che cosa devo fare fare? Ciao, Danielina. Cara Danielina, credo che prima o poi dovrai deciderti a confessare il tuo amore all'oggetto dei tuoi desideri: anche perché se le cose continueranno così per tutta l'estate al tuo bello verrà presto un attacco omicida (vedo già i titoli dei giornali: MASSACRA I PASSEGGERI DEL SUO BUS PERCHE" CONTINUAVANO A ROVINARGLI L'ARIA CONDIZIONATA), oppure un esaurimento nervoso. Perciò smetti di aprire quel finestrino e fai circolare la voce tra i tuoi compagni di viaggio. Ciao. di Giuseppe Cricchia

Persone citate: Giuseppe Cricchia

Luoghi citati: Aria