DAL NUOVO MONDO di Leonardo Osella

DAL NUOVO MONDO IL 30 AL REGIO DAL NUOVO MONDO Dvorak e Shostakovic con Gyòrìvany-Rath eDindo UN accostamento inconsueto ma invitante dà il contrassegno al concerto che il Teatro Regio offre per la sera di \ mercoledì 30, con inizio alle 20,30. Si ascolteranno due autori di ampia popolarità come Shostakovic e Dvorak, e forse 0 legame più stimolante è da vedersi in controluce, o addirittura come in un negativo. Infatti il compositore russo sarà rappresentato dal primo dei suoi due Concerti per violoncello e orchestra, un genere nel quale ha raggiunto una maggiore, e anzi incrollabile, notorietà proprio Dvorak con il suo. Qui Shostakovic ha scritto musica accattivante, dedicandola a Mstislav Rostropovic. Se si aggiunge che, accanto al direttore Gyòrgy Gyòrivaniy Rath, chiamato a sostituire1 indisposto Claus Peter Fior, ci sarà il violoncellista Enrico Dindo, il successo è assicurato. Dindo, torinese, è balzato a notorietà internazionale dopo avere vinto il primo premio assoluto al Concorso Rosi ropo vie di Parigi; e lo stesso Rostropovic ha voluto dirigerlo alcuni mesi fa, per la stagione sinfonica della Rai, nel «Concerto n. 1» di Saint-Saens. il primo tempo è giocato soprattutto su un ritmo secco e puntuto, da parte sia del solista sia dell'orchestra. Il Moderato che segue vede il violoncello alternarsi talora con il primo corno e con la celesta nella veste di solista. Di seguito arriva, come terzo movimento, una cadenza lunga e complessa, con difficoltà tecniche di ogni sorta, la quale sfocia a sua volta nel conclusivo Allegro con moto. Come ha osservato Franco Pulcini la dedica a Rostropovic, nativo di Baku nel- l'Azerbaigian, non è dì certo estranea al carattere orientaleggiante della composizione: ((Naturalmente • aggiunge il musicologo torinese - l'uso di scale e intervalli che ricordano il folclore asiatico s'inserisce in una modernità di scrittura piuttosto asciutta; per così dire, le cromatiche nenie orientali vengono tese e inquadrate dal ritmo inesorabile e dalla scattante geometria della strumentazione». Claus Peter Fior affronterà poi, nella seconda parte della serata, la «Sinfonia n. 9 in mi minore» di Dvorak nota universalmente come «Dal Nuovo Mondo». In effetti questo magnifico lavoro nacque durante il soggiorno del compositore boemo negli Stati Uniti, dove diresse dal 1892 al 1895 il Conservatorio di New York. La permanenza in Americana offrì a Dvorak l'opportunità di avvicinarsi alla musica popolare locale e di studiarla: il che rispondeva a una curiosità originaria verso la ricerca delle radici nazionali e nazionalistiche delle melodie. In verità questa «Nona Sinfonia» è americana più nelle intenzioni che nei fatti, poiché nessun canto amerindo vi viene citato letteralmente né è elaborato secondo stilemi o timbri etnici. Un'eco più evidente di «americanità» si coglie di fatto nel Largo. Se di spirito americano si può comunque a buon diritto parlare, è nel carattere più libero, meno formalmente osservante, di questa sinfonia rispetto alle altre, richiamanti sempre il modello europeo. Leonardo Osella Qui a fianco ildirettore Gyòrivany Rath. In alto Enrico Dindo nellafoto in basso Tapperò Merlo

Luoghi citati: Azerbaigian, Baku, New York, Parigi, Stati Uniti