ATTENTI AL SOLE

ATTENTI AL SOLE ATTENTI AL SOLE Dagli Usa alt Antartide 66 strumenti misurano i raggi ultravioletti non più fermati doli ozono 9 L flusso di raggi ultravioletti 1 (UV) che colpisce costanteI mente la superficie terrestre esposta al sole, ha importanti effetti per la vita umana, gli animali e le piante. Tra gli effetti negativi delle alte dosi, basta ricordare i tumori della pelle per capire quanto sia utile conoscere eventuali variazioni di radiazione UV collegate agli attuali e futuri cambiamenti climatici. Un grande sforzo internazionale in questo senso è appena stato portato a tennine con l'installazione di una rete di monitoraggio delle variazioni del flusso di raggi UV al suolo. Vari enti per la protezione dell'ambiente degli Usa, appoggiati da istituti canadesi e dalla Nuova Zelanda, sotto l'egida del Programma di ricerca sui cambiamenti globali, hanno installato 66 sofisticati strumenti in 55 località, che vanno da zone urbane densamente abitate all'Alaska, all'Argentina, all'Antartide, alle Isole Marshall, Hawaii e Bermude. Questi strumenti hanno iniziato a misurare in continuo il flusso UV, nonché numerosi parametri collegati quali la quantità di ozono, la distribuzione e densità delle polveri in sospensione nell'atmosfera, la sua composizione chimica, e la copertura nuvolosa. Tutti questi parametri saranno monitorati per sempre, in modo da tenere sotto controllo la loro evoluzione che, secondo moltissimi scienziati, è fortemente collegata ai cambiamenti climatici in atto. L'assottigliamento dello strato di ozono, più marcato ai poli terrestri e nell'Europa settentrionale, indotto dall'attività umana, può portare a breve termine ad un aumento del pericoloso flusso di raggi UV. Le osservazioni atmosferiche globali hanno ormai dimostrato in modo conclusivo che la quantità totale di ozono sta diminuendo in risposta all'aumento delle concentrazioni atmosferiche di inquinanti e gas provenienti dalle attività industriali e dagli incendi boschivi. Le apparec- chiature finora a disposizione hanno documentato con assoluta sicurezza la diminuzione dell'ozono, mentre il flusso UV, più difficile da misurare, ha richiesto la posa in opera di questi nuovi sofisticati strumenti, conosciuti tecnicamente come radiometri a larga e piccola banda e spettrofotometri ad alta risoluzione spettrale. I dati registrati da questi strumenti vengono elaborati con speciali algoritmi tra i quali è degno di nota quello che simula con ottima approssimazione l'intero rango di reazioni della cute umana in risposta alle radiazioni di un'ampia parte dello spettro elettromagnetico che comprende anche i raggi UV. L'Australia, per esempio, ha già manifestato l'intenzione di estendere questa iniziativa ai propri territori, in quanto il forte assottigliamento dell'ozono al di sopra di questo continente è stato accompagnato negli Anni 90 da un incremento dei tumori cutanei. L'Australia in effetti è caratterizzata da una forte insolazione in conseguenza anche della scarsità di giornate nuvolose. La sua popolazione inoltre si espone moltissimo ai raggi solari sia per motivi ludici, in quanto ama molto le «attività di spiaggia» (e tra queste purtroppo l'esposizione prolungata al sole per abbronzarsi), e sia comunque per le alte temperature che portano ad indossare indumenti leggeri e limitati. Per ora il governo australiano ha lanciato appelli tramite i mass media che consigliano alla gente di coprirsi di più e limitare la tintarella. E in .Europa? Noi abbiamo un diverso tipo di intraprendenza: numerose case produttrici di abbigliamento hanno messo da poco in vendita indumenti che proteggono dai raggi UV. I dati continuamente aggiornati sulla radiazione UV possono essere trovati per esempio al sito Internet http://www.biospherical. com/nsf/index.html. Alessandro Tibaldi Università di Milano LA STAMPA ■<? Numero 88fc JVjtercoledì 30 Giugno 1999 nNSalQtoBsoinmztemcgbfrstepbdgM"accbapodcrnncnbgtdncsspgvsdcCt

Persone citate: Alessandro Tibaldi Università