Il misterioso Pincio gioca con la parodia di Pynchon di Dario Voltolini

Il misterioso Pincio gioca con la parodia di Pynchon ROMANZO Il misterioso Pincio gioca con la parodia di Pynchon IAMO (saremo? saremo stati?) al 22 giugno 1969, giorno in cui Ricard De Kaard dovrà prendere una decisione. De Kaard (è stato? era stato?) un cacciatore di stendi, cioè di copie di esseri umani. Adesso se ne sta (starebbe?) a guardare la cupola trasparente che copre Neu-Berlin. Pioverà (è piovuto?). De Kaard ha anche un prestencil da eliminare, e questo prestencil si chiama Tommaso _U2 Pincio. Il caso (la probabilità? la necessità?) sta producendo un'immagine composta di puntini: piano piano emerge l'informazione visiva: è il ritratto del volto di Thomas Pynchon. I nomi scivolano negli omofoni, Philip K. Dick m Feelin'K. Deep, Ricard De Kaard in Rick Deckard.Omofonie, ucronie, utopie: il romanzo di Pincio (soprannome!) è un bel frullato di tempi cronologici, narrativi e verbali nel quale affogano citazioni di ogni tipo e parodie al cubo. E' infatti l'anima parodistica della letteratura cosiddetta postmoderna quella che Pincio ha deciso di portare a ebollizione, al punto che leggendo Al il gioco non è più quello di individuare quali siano le citazioni presenti nel testo, ma quali non lo sono. Gioco difficile. De Kaard annichilirà (ha annichilito? potrebbe annichilire?) Infrarot? Dario Voltolini M. Tommaso Pincio Cronopia pp.233 L 28.000