Traffico di reni, ci sono altri casi sospetti

Traffico di reni, ci sono altri casi sospetti Traffico di reni, ci sono altri casi sospetti Si allarga lo scandalo, una decina le persone coinvolte Lodovico Paletto TORINO Reni venduti per sfuggire alla disperazione e alla miseria. Oppure adoperati per saldare un debito. Pezzi di corpo come merce da dare al miglior offerente: al gran bazar del rene nessuno faceva caso alle motivazioni, contavano solo i soldi. Nei cinque casi di «compravendita» che la procura di Torino ha scoperto spulciando tra i documenti delle quasi 30 cartelle mediche, relative ad altrettanti trapianti tra persone non consanguinee, sequestrate al policlinico Umberto I di Roma, ci sono le storie più strane che si possa immaginare. Vicende ai limiti dell'inverosimile. Come quella di un disoccupato barese che ha dato un rene all'uomo cui doveva 70 milioni: un commerciante, uno in vista nel paese. Gliel'ha ceduto perché ormai quella era l'unica strada possibile per saldare un conto che altrimenti sarebbe lievitato ancora, a causa degli interessi. Il nome del donatore è ovviamente tenuto segreto dagli investigatori. Si sa, però, che durante gli interrogatori quest'uomo si è arreso all'insistenza delle domande e ha raccontato la sua verità. «Avevate visto giusto: mi sono venduto per pochi milioni», ha detto ai magistrati e ai carabinieri di Torino. Se ci sia stato, o meno, un ricatto nessuno lo sa. Chi ha venduto il rene non lo ha detto; chi lo ha ricevuto ha negato ogni cosa. Angosciante è anche la storia di un muratore romano costretto a a vivere facendo lavori saltuari. Si è fatto espiantare un rene e l'ha dato - per 100 milioni - ad .un imprenditore che, di tanto in tanto, gli affidava piccole riparazioni. Ha ricevuto pressioni per entrare in sala operatoria da sano ed uscirne con la salute compro¬ messa? Ha negato: «Ero disperato, l'ho fatto solo per quello». In quella montagna di documenti ci sono, però, anche storie di grande dignità. Era napoletano quel donatore che aveva accettato di farsi togliere una parte di corpo per garantire alla famiglia un futuro migliore. Alla moglie e ai fratelli non aveva avuto il coraggio di dire la verità. Si era inventato una menzogna per giustificare il ricovero nell'ospedale romano dove avrebbe ceduto un rene. Ma nel suo paese le voci hanno girato veloci. I parenti lo hanno saputo e, in forze, si sono presentati in ospedale. Meglio poveri che accettare una tale violenza, meglio stare senza soldi piuttosto che vendersi anche la dignità. Alla fine ha rinunciato. E se cinque casi sono già stati scoperti, altri, lasciano intendere gli inquirenti, potrebbero emergere dalla montagna di carte portate via dagli archivi del Policlinico. Almeno altrettanti, se non di più, sono i trapianti sospetti, sui quali l'attenzione di magistrati e carabi- nieri si è posata da tempo. Donatori e riceventi saranno interrogati nelle prossime settimane. Ed è probabile l'arrivo in procura a Torino del professor Raffaello Cortesini, il primario del policlinico romano dove sono stati eseguiti i trapianti. I magistrati, intanto, ribadiscono che fulcro delle indagini rima- ne il caso di Vito Di Cosmo. «Indaghiamo solo su quel caso di trapianto tra non consanguinei, in quanto dietro alla donazione si possono nascondere cessioni di denaro». Lo afferma il proci:nitore aggiunto Maurizio Laudi, titolare - con i sostituti Enrica Gabetta e Giuseppe Ferrando - dell'inchiesta. >1 magistrato ha anche spiegato di aver svolto nuovi accertamenti tra Roma, Bari, Reggio Calabria e Napoli, cercando analogie con il caso Di Cosmo: ;<Le documentazioni acquisite verranno usate per il caso che stiamo seguendo». Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Sanità, Rosy Bindi, che ha chiesto ai magistrati di «fare piena luce per non creare un clima generalizzato di sospetto e alimentare allarme e sfiducia verso donazioni e trapianti». Ha ricordato che al ministero si sta lavorando alla nuova normativa sui trapianti. «Dobbiamo attivare e mettere in funzione un centro di riferimento nazionale, un sistema informativo e avviare una campagna di sensibilizzazione, coinvolgendo le associazioni di volontariato». Ieri, invece, Norma Negrello, presidente della Lega contro la predazione di organi, ha diffuso un comunicato in cui punta il dito contro Cortesini: «Fu il promotore della legge che pose l'eccezione all'articolo del Codice civile, relativo all'integrità fisica, permettendo l'espianto di rene da viventi coscienti, sia consanguinei che estranei». Una vittima confessa: «Mi sono venduto per pochi milioni, ma era l'unico modo per sfuggire agli interessi sempre più esosi» RosyBindi: «Si deve fare piena luce per evitare un clima di sospetto e alimentare allarme e sfiducia verso il mondo dei trapianti» l Policlinico Umberto I di Roma PIANETA TRAPIANTI IN ITALIA 8100 MALATI ATTENDONO UN ORGANO /ir\ PAZIENTI IN DIALISI 14 Mi PER IL RENE LE ASSOCIAZIONI DU MALATI TRAPIANTATI LE NOVITÀ' DELLA NUOVA LBOGE IL SILENZIO-ASSENSO. PER IL CITTADINO ITALIANO DI PIÙ' DI 18 ANNI CHE NON HA DICHIARATO DI NON VOLERE, ALLA MORTE, CHE I SUOI ORGANI SIANO UTILIZZATI PER TRAPIANTI, SCATTA AUTOMATICAMENTE LA DONAZIONE: IL SILENZIO E' CONSIDERATO UN ASSENSO ****** »..-:<~M"m*t*«'~ «wtv >:sm