L'Asinelio all'attacco: i Ds imparino da Fini di Fabio Martini

L'Asinelio all'attacco: i Ds imparino da Fini Prodiani contro Botteghe Oscure e Ppi. «Se si va avanti così, alle politiche perdiamo tutto» L'Asinelio all'attacco: i Ds imparino da Fini «Autocritica e un nuovo Ulivo» Fabio Martini ROMA La tregua è finita e l'Asinelio sta per ricominciare a tirar calci. A sorpresa, il primo obiettivo è la Quercia dell'amico Walter Veltroni. A poche ore dal summit dei Democratici che preannuncerà la svolta, Willer Bordon anticipa le novità: «Dopo tutto quello che è accaduto alle Europee e a Bolo- ?;na - dice il coordinatore del'Asinelio - non si può continuare a cincischiare, ignorando che se si va avanti così, le prossime elezioni politiche le perdiamo. Oramai nel centrosinistra si confrontano due linee conflittuali e per primi devono capirlo i Ds» e qui arriva la domanda: «Perché i Ds non hanno affrontato un dibattito pubblico e impietoso come quello imposto da Fini ad An?». Certo, Bordon la chiama ironicamente «un'ingerenza umanitaria», ma un ex iscritto al Pei come lui, sa bene che rimproverare al segretario di Botteghe Oscure di non essersi dimesso è una provocazione di prima grandezza. Eppure, l'attacco alle prudenze dei Ds è soltanto la parte più appariscente della svolta dell'Asinelio: Prodi e i suoi hanno deciso di abbondonare la prudenza sulle vicende altrui, di mettere a frutto la grave crisi dei Ds e dei popolari. E di rilanciare, da subito e sul serio, il progetto di un nuovo Ulivo che, lasciando in vita i singoli movimenti politici, decida «in piena autonomia dai partiti la leadership, la struttura e la politica del governo». E per gestire questa svolta Prodi e suoi hanno in mente una leadership nuova di zecca: «Prodi e D'Alema oramai si elidono a vicenda», ha spiegato il «segretario» dei Democratici Arturo Parisi in un vertice riservwtd'con «Carta 14 giugno*, il movino anta guidato da Achille Occhetto e Beniamino Andreatta. Si può immaginare che i Democratici stiano cercando, in via riservatissima, un personaggio da Contrapporre a D'Alema? Un mister x ancora senza volto e senza nome? E Bordon, sia pure molto indirettamente, conferma: «Ma chi era Prodi prima di diventare... Prodi? Quando entrò il politica era molto apprezzato ma relativamente conosciuto al grande pubblico. Una cosa è certa: non ci possono essere leader per tutte le stagioni...». Subito dopo il risultato delle Europee, nella prima riunione informale del vertice dell'Asinelio, Romano Prodi aveva indicato un obiettivo strategico (il partito dei riformatori); uno tattico (realizzare un partito di pari forza rispetto ai Ds), mentre per l'immediato aveva consigliato «prudenza» ai suoi, suggerendo di lasciar decantare il travaglio dei popolari e le difficoltà dei diessini. La storica batosta di Bologna sembra aver consigliato un'accelerazione. Ma a forza di accelerare non si rischia di far cadere il governo? Ovvero: non è proprio questo l'obiettivo recondito dei Democratici? «Da qualche parte ho letto con stupore che il sottoscritto, addirittura a dispetto di Prodi, punterebbe a far cadere il governo in autunno - spiega Arturo Parisi -. Ma su questo argomento siamo stati molto chiari e lo saremo ancora: dob¬ biamo favorire una forte innovazione politica ma tenendo fuori il governo, mettendolo al riparo». Certo, non sarà facile viste le crisi che attanagliano i due partiti-cardine del governo D'Alema, tenere il governo al riparo delle grandi innovazioni immaginate dai Democratici. La più grande delle quali sarebbe quella di creare un nuovo Ulivo che sia in grado di assorbire poteri dai partiti. Spie¬ ga Bordon, alludendo a Massimo D'Alema: «Sbaglia clamorosamente chi pensa che nel futuro si possa riproporre una coalizione di tanti partiti, ma- Sari con l'aggiunta della Lega e i qualche nuova desistenza con Rifondazione. Così si va alla sconfitta, è già scritto». E allora? «Così come i singoli Stati hanno dato vita all'Unione Europea, conferendo parti della propria sovranità a cominciare dalla moneta, la nuova allean¬ za dovrà fare lo stesso e anche di più». Nel vertice di questa mattina dei Democratici, con Prodi assente, Parisi, Di Pietro, Rutelli, Bordon e gli altri dovranno decidere una volta per tutte 3uale forma prenderà il partito eli'Asinelio. In vista dell'Assemblea costituente immaginata per il gennaio del 2000, ci sarà un regolare tesseramento? Gli iscritti, per esprimere le proprie preferenze interne, vo¬ teranno prima dell'Assemblea o si continuerà a procedere per cooptazioni successive? Per il momento è stato deciso soltanto che il coordinatore organizzativo del partito nascente sarà Antonio Di Pietro, che ha Sia in mano le leve del partito opo la cavalcata elettorale e grazie alla struttura dell'Italia dei valori, di gran lunga più ramificata di quella dei comitati prodiani o di quella di Centocittà. «Nel centrosinistra si confrontano Alla ricerca di un altro leader due linee conflittuali per Palazzo Chigi: «Ormai, Romano Perché i diessini non lo capiscono?» e Massimo si elidono a vicenda» Romano Prodi e Antonio DI Pietro: oggi ci saranno entrambi alla riunione del Democratici

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