«lo, il Cavaliere e i Pm» di Paolo Colonnello

«lo, il Cavaliere e i Pm» il SENATORE AZZURRO «LA SINISTRA NON COMPRENDE LA SVOLTA» «lo, il Cavaliere e i Pm» Pera: come ho preparato la trema -a , grassoni A.m»m^,m0t ' :.Wr.: intervista Paolo Colonnello MILANO Si ENATORE Marcello Pera, risponda: la tregua tra Silvio Berlusconi e i magistrati di Mani Pulite è stata farina del suo sacco? «Assolutamente no. Rifiuto questa attribuzione di paternità. Il mio è stato un lavoro di natura squisitamente politica». Anche se è stato visto non solo confabulare con Gerardo D'Ambrosio in un convegno e a palazzo di giustizia, ma addirittura, due mesi fa, bere un caffè della pace con Paolo Ielo, uno dei due pm che hanno interrogato il Cavaliere? «Confesso: ho partecipato a un convegno con D Ambrosio e bevuto il caffè con Ielo, in vista di un convegno, ma non ho organizzato l'incontro di domenica tra Berlusconi e i magistrati. Quello è stato un fatto di natura giudiziaria. E del resto io non sono un avvocato e non percepisco nemmeno le loro parcelle»., Però.."." «Sì, è vero: mi sono, diciamo così, adoperato dall'inverno scorso affinché cessassero le ostilità tra magistratura e politici. E l'ho fatto proprio, in qualità di responsabile della giustizia di Fi, anche attraverso ì convegni ai quali ho invitato sia D'Ambrosio che Ielo». Per spianare la strada al Cavaliere? «Ci risiamo. La presentazione spontanea di Berlusconi è stata una cosa assolutamente autonoma anche se in un certo senso ha sancito la fine delle ostilità e ha rappresentato l'applicazione pratica di una politica di non belligeranza per poter spianare la strada alle riforme, quelle che perlomeno., interessano sia noi che i magistrati». Cogliendo alle spalle qualche falco del suo partito? «Ma no, ogni mia scelta è stata discussa all intemo di Forza Italia, poi è chiaro in un partito ci sono diverse anime e i fenomeni da fronteggiare non sono sempre dello stesso tipo». Tiziana Maiolo non ha perso occasione per bacchettare Francesco Bonelli accusandolo di aver impedito il dialogo tra Berlusconi e la Procura. «Guardi, magari ci sono dietro problemi di antipatia personale. Anch'io, dopo aver ricevuto una querela da Caselli, farei più fatica a dialogare con lui». Però lei ha scelto di dialogare con D'Ambrosio e non con BorreUi. Perché? «E' stato un caso; semplicemente mi è capitato di incontrare D'Ambrosio e non B or rolli. Che comunque vorrei conoscere: sono molto incuriosito dal personaggio». Con D'Ambrosio com'è andata? «Ci siamo visti in un paio di occasioni e gli ho riconosciuto delle prese di posizione pubbliche sempre aperte e lui ha riconosciuto il nostro ruolo d'interlocutori. Probabilmente dopo questi incontri entrambi abbiamo pensato che il diavolo non è brutto come lo si dipinge». Dove pensa porterà questa tregua con i pm di Milano? «Innanzitutto al ricavo di un utile per mandare avanti in Parlamento riforme che la stessa magistratura vede con interesse, come il giusto processo o i conflitti tra gip e gup. Spero poi di trovare qualche interlocutore anche a sinistra. Noi abbiamo capito che non si possono fare le riforme in un clima di guer¬ ra: ed è in questo senso che va interpretato l'incontro di domenica tra Berlusconi e i pm milanesi». Voi avete fatto la guerra, ora decidete hi pace. I magistrati di Milano ringraziano. E la sinistra che fa, guarda? «Forse la sinistra, o una parte di essa, quella veltronian-prodiana per intenderci, non ha ancora capito che la fase del conflitto è storicamente superata. Credo che la sinistra sia andata al governo sulla base di un'operazione giudiziaria che l'ha legittimata. Non parlo necessariamente di "golpe, ma del fatto che la sinistra si è salvata ed è stata salvata. Non si può dimenticare il passato, per questo sarebbe stato opportuno accogliere, quando la formulammo, la nostra proposta di una commissione su Tangentopoli. Invece, mentre si verificano episodi di normalizzazione, la sinistra continua ad avere reazioni scomposte, si rifiuta di discutere sul giusto processo, ritorna a vecchi tic. Non capiscono la fase politica nuova che si sta aprendo anche sulla giustizia». Il senatore Marcello Pera respinge la «paternità» della tregua tra Berlusconi

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