Beat, foto di gruppo con omicidi di C. Claudio Gorlier

Beat, foto di gruppo con omicidi Una biografia a tinte forti: fra droga e provocazioni, un delitto giovanile dimenticato Beat, foto di gruppo con omicidi La «leggenda nera» di Kerouac & C. Claudio Gorlier NEL 1944 uno studente ventenne della Columbia University di New York, Lucien Carr, aspi Irante poeta dai gusti estetizzanti, un poco efebico biondo, occhi azzurri -, con seri traumi psichici che lo avevano portato a un tentativo di suicidio e al conseguente ricovero per un mese in clinica psichiatrica, subì un tentativo di violenza sessuale da parte di un uomo alquanto più anziano, innamorato di lui, David Kammerer. Nel buio, all'alba, lungo lo Hudson, sulla River Side drive, Carr tentò di resistere ma Kammerer era assai più forte di lui, e allora il giovane gli piantò nel petto il suo coltello di boy scout; poi gli legò mani e piedi con le stringhe delle scarpe e lo gettò nelle acque del fiume. Sconvolto, si precipitò da un amico di cui ammirava l'ingegno e il fascino. L'amico si chiamava William Burroughs, il futuro autore di Pasto nudo e figura cruciale della letteratura americana del secondo dopoguerra. Gli consigliò di guadagnare tempo e poi costituirsi confessando l'omicidio e accampando la legittima difesa. Ma Carr si precipitò da un altro amico comune, Jack Kerouac, a sua volta futuro, carismatico autore di On the Road (Sulla strada), personaggio chiave dei beat. Kerouac si fece consegnare il coltello e lo gettò in uno sfiatatoio della metropolitana; poi i due andarono al cinema e a visitare il Museum of Modem Art. Soltanto nel tardo pomeriggio Carr si costituì, e passò in carcere la notte declamando Una stagione all'inferno di Rimbaud. Trovato il cadavere di Kammerer, che tra l'altro sia Burroughs sia Kerouac avevano stimato sul piano intellettuale, la polizia incarcerò pure loro per complicità. Kerouac avrebbe potuto ottenere la libertà provvisoria pagando 500 dollari, ma suo padre rifiutò di tirare fuori un solo centesimo; per Burroughs la cauzione richiesta fu di 250 dollari, prontamente pagati dal ricco padre, il potente industriale delle macchine calcolatrici. La cauzione per Kerouac venne ' in seguito pagata dalla famiglia della sua amante lidie, a condizione che la sposasse, ciò che regolarmente avvenne. Carr fu condannato a una pena da uno a venti anni, e liberato due anni più tardi. Riprese così la sua amicizia con Burroughs e Kerouac, ai quali si aggiunse un nuovo protagonista beat, il poeta Alien Ginsberg, l'autore di Urlo, vero manifesto del gruppo. Vediamo Carr, Ginsberg e Burroughs in una foto del '53, che illustra un libro, dal quale abbiamo ricavato la cupa vicenda, appena uscito in Inghilterra, This is the Beat Generation. New York-San Francisco-Paris (Secker & Warburg), del giornalista e biografo James Campbell. L'autore non manca, naturalmente, di dedicare spazio a un delitto ben più noto, quando, nel '51, a Città del Messico, Burroughs uccise la moglie (uni ca donna della sua vita, considerata la sua omosessualità) con una 38, sostenendo prima che si trattava di un gioco alla Guglielmo Teli, e poi che si era trattato di un disgraziato incidente. Come che sia, Burroughs, contumace, se la cavò con una condanna a due anni con la condizionale; qualcuno sostiene, ancora una volta grazie al suo denaro. Per la cronaca, Carr divenne un oscuro giornalista, e non fece mistero del suo giudizio del tutto negativo su On the Road. Il libro di Campbell sta facendo sensazione, anche se ha modesto valore critico; in più l'autore banchetta con cronaca nera, follia, festini di droga. Dal punto di vista aneddotico, però, incuriosirà e magari irriterà i tuttora numerosi ammiratori dei beat. Sotto questo profilo, vale la pena di ricavarne qualche episodio singolare. A Parigi, per esempio, i beat cercano di incontrare gli scrittori «maledetti». Ginsberg va a trovare Celine, saluta 1 autore di Viaggio al termine della notte come il più grande scrittore francese vivente, gli fa omaggio di Urlo, ma non ottiene un autentico riconoscimento, anche per evidenti difficolta linguistiche. Gregory Corso, invece, nella sua ansia di conoscere Jean Genet, ospite nel suo appartamento gli dipinge, mentre Genet è fuori, i muri e le porte, e di fronte alla reazione brusca del padrone di casa scrive in una lettera a Ginsberg: «Genet è un fottuto borghese». A Ischia, invece, Ginsberg irrompe letteralmente in un bar dove W. H. Auden, forse il più grande poeta inglese della sua generazione e dell'intero modernismo, si mette a declamare Whitman e poi se stesso con risultati disastrosi. Ginsberg predica la necessità di rivoluzionare la poesia. «Sciocchezze» replica l'altro; allora lui gli grida: «Vecchio scemo. Scoraggiare i giovani poeti non è giusto da parte di un vecchio poeta». Oltre che aneddotico, il libro di Campbell indulge talvolta al pettegolezzo, ma conviene am¬ mettere, per chi li abbia conosciuti, che quasi tutti i beat offrono buon materiale per questo genere di voyeurismo, con l'eccezione forse del tranquillo Ferlinghetti, al quale San Francisco ha persino dedicato una piazzetta. Chi voglia approfondire il fenomeno beat nella sua controversa ma innegabile centralità, si rivolga altrove: a Fernanda Pivano, a Thomas Parkinson, a Vito Amoruso, oppure all'appena uscito Beat & Be bop. Jack Kerouac, la musica e le parole della beat generation di Emanuele Bevilacqua (edito da Einaudi corredato da un ed); indispensabile, poi, il capolavoro di Gregory Corso Benzina, con testo a fronte a cura di Gianni Menarmi, ora ristampato da Tea. Voglio, però, concludere con un mio aneddoto. Nel '58, a San Francisco, Ferlinghetti mi consigliò di andare a trovare Kennet Rexroth, il loro autentico nume tutelare, ben presente nel libro di Campbell. Il vecchio Kenneth, estroverso e beffardo dissacratore, al termine di una memorabile serata in casa sua mi avvertì, con una fragorosa risata: «Badi, la beat generation non esiste». Nel 1944 l'autore di «Sulla strada» aiutò un amico che aveva accoltellato un uomo: gli prese Vanna, lagettò in uno sfiatatoio e insieme andarono a visitare un museo Alla vicenda prese parte anche Burroughs che sette anni dopo avrebbe ucciso la moglie sostenendo che si era trattato di un incidente William Burroughs e Alien Ginsberg con Jean Genet (il primo da sinistra). A destra un'immagine giovanile dijack Kerouac

Luoghi citati: Città Del Messico, Inghilterra, Ischia, New York, Parigi, San Francisco