Fini: obiettivo regionali 2000
Fini: obiettivo regionali 2000 Fini: obiettivo regionali 2000 ROMA Per il bolognese Gianfranco Fini, che racconta spesso di aver scelto la destra da ragazzino, anche perché i giovani comunisti volovano impedirgli di andare a vedere John Wayne, il successo di Giorgio Guazzaloca a Bologna non può che avere un sapore particolare. Porto di soddisfazione e di rivincita: «Quello di domenica è un risultato che fa capire a tutti che l'alternativa alle sinistre è possibile ovunque», dice ora il presidente di An. Calcando il tono su quell'«ovunque» piono di significati e di ricordi. Dopo la batosta dello Europee, An sembra trovare nuovo ossigeno e rinnova la sua parola d'ordine: andare oltre il Polo, esportando «ovunque» il modello che ha trionfato a Bologna. Poco importa che Forza Italia, impognata nel godersi il successo, storca il naso. «Per tornare al governo - spiega Fini - il centrodestra devo sviluppare una corrente politica di alternativa che mantenga l'unità, ne allarghi i confini sulla baso di un progetto preciso di rinnovamento della società o ne valorizzi la capacità di buongoverno amministrativo, specie agli occhi dei ceti produttivi e delle giovani generazioni». Adolfo Ui so. portavoce del partito, aggiunge: «Guazzaloca ha vinto perché espressione della società civile, contro una sinistra apparsa senz'anima e senza progotti, espressione di pura nomenklatura di potere». E Maurizio Gaspdrri, altro colonnello finiano, precisa: «A Bologna abbiamo dimostrato che i partiti, facendo un passo indietro, possono dare alla società civile la dimostrazione concreta di lavorare per il bene del territorio e non per il proprio interesse...». Una posizione condivisa appieno dal Ccd, ma che l'opposizione interna di An digerisce male. Teodoro Buontempo, ad esempio, non vuole sentir parlare di «confini allargati»: il risultato di Bologna, dice, «dimostra che andare oltre il Polo significa andare verso il nulla. Domenica ha vinto la coalizione, non gli inutili tentativi di smembrare ciò che queste elozioni hanno dimostrato già vincente...». Di qui le diverse strategie, lo vie diverse per «incassare» al meglio la vittoria di domenica. Firn, prudente, invita il Polo «a non farsi coinvolgere dalle prevedibili convulsioni della maggioranza, fissando fin da oggi il prossimo obicttivo nelle Regionali del 2000». Buontempo ammonii se e a «non perdersi nei festeggiamenti», e chiede il rilancio dell'alleanza «come confederazione di forze unite nella diversità», e chiede formalmente la convocazione di un «congresso del centrodestra» che sia «segno visibile del fatto che il Polo è l'unica alternativa possibile». Publio Fiori guarda in alto: ricorda che nel '93, «quando si verificò un'analoga circostanza», Scalfaro sciolse le Camere in nome «della mutata sovranità popolare», perché «quando la volontà del popolo non corrisponde più a quella del Parlamento, è indispensabile andare a nuove elezioni». In ogni caso, dice Fiorì, «c'è un principio non scrìtto di correttezza istituzionale e di lealtà democratica secondo il quale, se un capo del governo ha appena il sospetto di non avere più la maggioranza del Paese, va dal Presidente e rassegna lo dimissioni. Por evitare di essere un premier abusivo». An e Ccd chiedono a gran voce l'esportazione del modello bolognese, un «passo indietro» dei partiti por far spazio agli uomini della società civile. Un invito che riguarda anche Berlusconi? Forza Italia, nel dubbio, replica a muso duro: «Il modello Guazzaloca è stato applicato spesso dal Polo dice il coordinatore azzurro Claudio Scajolu -. Quelli che hanno fatto più resistenza sono stati proprio i nostri alleati, a partire dai Ccd, abituati a candidature di tipo partitico». Ciò che conta è la credibilità dei candidati: «E per Palazzo Chigi, c'è già un uomo che viene dalla società civile: si chiama Silvio Berlusconi». Stesso discorso per le primarie, «inutili nel centrodestra - taglia corto Scajola -. Le nostre primarie sono state le Europee, e Berlusconi le ha vinte sei a zero». [g. tib.] Ribaltato il risultato delle Europee «Ora tutti hanno capito che l'alternativa alla sinistra esiste Basta allargare il Polo e stare uniti» Il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini
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